“D’ora in avanti non lanceremo proclami o altro. Ci dedicheremo alla stagione sportiva, chiunque voglia farsi avanti sarà ben accetto. La società è sana e senza debiti”, dice perentoria lady Cremascoli

Gli oltre 700 tifosi presenti all'NGC Arena per i saluti di fine anno alla Lenovo Cantù (foto di R.Caruso 2013)

Gli oltre 700 tifosi presenti all’NGC Arena per i saluti di fine anno alla Lenovo Cantù (foto di R.Caruso 2013)

CUCCIAGO – Peggio di quanto si potesse pensare alla vigilia. O forse niente di meno, rispetto a quanto ci si aspettasse. Anna Cremascoli affronta con pacatezza, a fianco del suo amministratore delegato Luca Orthmann, la sala stampa (gremita, va da sè) del vecchio, austero e ormai carissimo (quanto a costi di gestione) Pianella.

Parole che non sono come pietre, ma che rendono l’idea di una proprietà – e di una famiglia – rimasta sola. Desolatamente sola.

Ecco le parole di Anna Cremascoli, appena pronunciate.

“Quello che è ufficialmente incominciato ieri è il sesto anno, per noi, come proprietari della società. Quando subentrammo 6 anni fa c’erano determinati presupposti economici, poi mutati nel tempo. Avevamo ricevuto promesse e garanzie che nell’arco di questi anni non sono state mantenute, a ogni livello. Il caso più eclatante, sotto la luce del sole, è quello del palazzetto. Eravamo certi di avere una struttura da 7000 posti nuova di zecca, con  un sostegno  annuale- quantificato in  200mila euro- della società vincitrice dell’appalto. Invece sono passati 5 anni e siamo sempre qui al Pianella, struttura con età e problemi, che a noi costa tantissimo. I costi di gestione, lo sapete tutti,  sono elevatissimi. L’aiuto economico che sarebbe dovuto venire si tramuta, oggi,  in un debito di circa 400mila euro; soldi che non abbiamo ancora incassato. 

Aggiunge, molto significativamente, Luca Orthmann: “Con Turra non cerchiamo un contatto, da Turra ci aspettiamo casomai un bonifico”

“In questi anni”, ha proseguito la presidente, “abbiamo cercato di portare la Pallacanestro Cantù ai massimi livelli: abbiamo creduto tantissimo nell’eccellenza canturina, pensando che riportare la squadra in Europa avrebbe avvicinato società e persone al basket. Confidavamo in un riscontro economico che non è arrivato. Ebbene, non abbiamo trovato neppure uno sponsor interessato all’avventura europea.  La crisi ha  mutato gli scenari radicalmente.

Ora, io e la mia famiglia abbiamo deciso di portare a termine la nuova stagione sportiva: cercheremo di giocarla al meglio, faremo l’Eurocup al Pianella. Avremo una squadra con budget ridotto, questo lo sappiamo già. Ma da soli non  riusciremo ad andare avanti; se troveremo un pool di 10, 20 o 30 persone disposte ad affiancarci, avremo ottenuto il risultato sperato.  Non abbiamo ancora offerto niente a nessuno: ho solo comunicato al sindaco qual è la situazione, l’ho fatto prima della conferenza, anche a tutti i componenti della società. Mi è sembrato il modo corretto di procedere.  Per come siamo fatti noi, comunicato che la famiglia Cremascoli non parlerà più. Ora c’è 1 anno di tempo, ma non lo passerò facendo appelli o ricercando continuamente nuovi investitori sulla stampa. Siamo a disposizione per parlare con chiunque, si sappia che la società è sana e senza debiti. Da questo momento c’è un percorso sportivo importante e da seguire, ed è quello che farò. Dedichiamoci alla stagione agonistica, noi dietro le quinte cercheremo di garantire il futuro alla Pallacanestro Cantù. Non si parte da zero, perché vogliamo rimanere e non andarcene. Vediamo se riusciamo ad andare avanti”.

Ci sono novità sul palazzetto?

“Non ce ne sono, ho perso ogni speranza. Dovrebbe essere consegnato a maggio del 2014, così ci risulta.

Contatti con le istituzioni pubbliche?

 “Il sindaco ci ritiene un grande valore aggiunto. Si è reso disponibile a parlare con industriali ed imprenditori che possano essere interessati”

“Cosa accadrà se non arrivasse nessuno entro l’1 luglio 2014? Dovremo chiudere la società. Questo è quanto succederà. Non è il momento di parlare di vendita del diritto sportivo. E’ stato un anno sofferto, durante il quale ci siamo resi conto che non ci viene indietro nessuno”

“E’ impensabile pensare a un singolo investitore: l’unico modo è creare un gruppo di aziende, perché la proprietà unica soggiace a troppi rischi e variabili. Un cambio di stato d’animo? E’ avvenuto nel corso di questa stagione, che è stata molto pesante sotto ogni punto di vista. Si tratta, è bene chiarirlo, di  una decisione che esula dai risultati ottenuti o non ottenuti sul campo. Ricordiamoci che il mondo dello sport e il basket attraversano la crisi più nera degli ultimi decenni: è bene che tutti abbassino le proprie pretese.

Anna Cremascoli (foto R. Caruso 2012)

Anna Cremascoli (foto R. Caruso 2012)

Ci sono limiti del movimento basket nel suo complesso? “La vera spada di Damocle è il calcio: al basket restano le briciole dei diritti televisivi, situazione alla lunga insostenibile. La carenza di visibilità pesa molto.”

Assenza dell’imprenditoria locale assodata: e gli altri? “Il sindaco avrà modo di dimostrare l’interesse che nutre nei confronti della pallacanestro. La promessa che più ci importava era quella relativa al palazzetto. Tutte le date possibili di entrata si sono traslate nel tempo. Ribadisco: aspettiamo. E siamo disponibili a parlare. Con chiunque”

Il Pianella, arroventato dal sole di luglio (30 gradi abbondanti, a Cucciago), mostra tutta la sua età e la ruggine.

All’interno, le voci eterne che risuonano sempre e anche nel silenzio- le urla e le grida di giubilo, ma anche di dolore, accumulate in 37 anni- sono (quasi) del tutto scomparse. Cantucky soffre. Non è la prima volta, ma è una volta diversa da tutte le altre.

Tocca al ‘genius loci’ di un distretto che un tempo primeggiò a livello  mondiale, nel campo dei mobilifici e affini. L’antica grandezza costruita sulla fatica, sull’ingegno, sulla creatività. La ricchezza accumulata, negli anni, ha spento gli ardori e acuito la debolezza che deriva dai vizi e dagli ozi, come avvenne al tempo dell’Impero. Debolezze umanamente comprensibili, per chi ha dedicato tutta la vita al lavoro e si sente appagato.

Ora tocca (anche) al sindaco di Cantù, Claudio Bizzozero

Ora tocca (anche) al sindaco di Cantù, Claudio Bizzozero

Ma una cosa, una sola, ci pare chiara: se si riduce la sopravvivenza della Pallacanestro Cantù 1936 a una questione sportiva, prevediamo un sicuro tragitto dei libri contabili dalla società al Tribunale. Se invece si coglierà la natura, l’importanza, la valenza extra cestistica- diremmo quasi identitaria, comunitaria, primordiale- della Pallacanestro Cantù, allora rimarrà una speranza. Una sola, ma rimarrà.

Tornai in quella valle cavalcando e il mio cuore pianse di dolore,
Perché avevo lasciato uomini valorosi che non avrei mai più visto.
Ma quando il mio pensiero torna a voi m’inginocchio e prego.
Perché la schiavitù è fuggita quando voi, o morti gloriosi, siete caduti nella nebbia di quel mattino.

(Charles O’ Neill, parroco irlandese, autore di The Foggy Dew)

Fabrizio Provera