Trenkwalder Reggio Emilia – Umana Reyer Venezia 69 – 75

Szewczyk e Young (Foto Francesco Pattacini 2013)

Szymon Szewczyk, qui con il grande ex Alvin Young, è stato il dominatore assoluto di Trenkwalder-Umana e ha portato la Reyer a una grande vittoria (Foto Francesco Pattacini 2013)

Una Reyer potente e compatta domina il primo quarto e resta in testa fino alla fine

REGGIO EMILIA – Due squadre appaiate in classifica, Reyer e Trenkwalder, una grande in assoluta rinascita e una neopromossa che, assicuratasi la salvezza, avrebbe tutte le carte in regola per diventarlo nel prossimo futuro, una Cerentola che sogna il gran ballo. Ha vinto la squadra già grande, avvezza al clima torrido degli scontri di vertice. Ha vinto la Reyer Venezia per 69-75, partendo forte nel primo quarto grazie a uno strepitoso Szewczyk e resistendo agli assalti della Trenk, arrivata a un solo balzo dall’aggancio ma incapace del sorpasso. In classifica l’Umana stacca la Trenk e vola a quota 18, avvicinandosi ai piani alti che le competono, mentre la PR con i suoi 16 punti rimane in ottima posizione per centrare presto l’obiettivo salvezza.

Quintetti base Trenkwalder RE: Cinciarini, Taylor, Jeremić, Antonutti, Brunner; Umana Reyer Venezia: Clark, Young, Diawara, Szewczyk, Magro

Mazzon sceglie di iniziare con la conferma molto tattica di mantenere Szewczyk da 4, più possente di Antonutti ma sempre pericoloso da fuori, e Magro al centro dell’area. Le alchimie lagunari sembrano pagare già dai primi possessi, con il giovane pivot veneziano a battere il ben più esperto Brunner e portare avanti la Reyer (2-6 a 6′ dalla prima pausa), perdipiù schierata a zona in difesa. Due triple in fila dello stesso Szewczyk convincono Menetti a cambiare l’assetto lunghi, inserendo Cervi, ma il polacco continua a dominare anche in area (12 per lui nella sola prima frazione) e arriva inevitabile il time-out reggiano (6-14, 3’30”). Il vento non cambia e la maggior energia e precisione degli ospiti sembrano essere ancora decisivi nel garantire all’Umana il vantaggio, e solo un paio di prodezze di Cinciarini e Taylor portano la Trenk in doppia cifra e a non perdere del tutto di vista la targa della Reyer, avanti 12-25 dopo il primo quarto.

Alla ripresa del gioco Taylor “riceve” bene da Bulleri e schiaccia rabbiosamente in contropiede, dimostrando tutta la voglia di rientrare subito nella gara dei biancorossi, sospinti alla grande dal pubblico del PalaBigi. È lo stesso numero 7 a condurre le operazioni in casa Reggiana, con una serie di prodezze balistiche dalla distanza e di assist per i compagni a dir poco stupefacenti, un break che, complice qualche imprecisione lagunare, riporta la Trenk a distanza di tiro (22-30 a 5’15”). Clark e Diawara rimpinguano l’avanzo, ma la Trenk si è definitivamente sbloccata e grazie all’intensità e al tempismo di Brunner rientra di nuovo a portata Reyer (31-38 a 2′ dall’intervallo). La feroce pressione difensiva reggiana è la vera chiave del recupero, il pressing resta altissimo, la Reyer perde la bussola (17-5 a suo sfavore il conto delle perse nel primo tempo) e con le scorribande di Cinciarini e Brunner la rincorsa arriva quasi a compimento già prima del rientro negli spogliatoi, quando sul tabellone il punteggio è di 37-40.

Il ritorno sul parquet vede una novità nel quintetto di partenza, con Slanina premiato per l’ottimo impatto al posto dell’invisibile Jeremić, ma l’aspetto più evidente in campo è la grande fisicità e intensità del gioco, per cui ogni canestro è guadagnato dagli attacchi e mai concesso dalle difese. Si resta sui binari dell’equilibrio, con la Trenk a combattere su ogni pallone e concretizzare con Taylor e Antonutti e la Reyer a stringere con i denti il piccolo vantaggio grazie alla potenza di Diawara e la presenza di Szewczyk (45-50 a 3’30”). Negli ultimi minuti arriva una nuova accelerata oro-granata firmata dal grande ex – applauditissimo – Alvin Young, che con 5 punti in fila allunga fino al +8, distanza pressoché invariata fino al termine del parziale, che dopo il jumper di Slanina e l’ennesima dimostrazione di strapotenza in post di Diawara si chiude sul 50-57.

Menetti prova a ridare fiducia allo spento Jeremić, in totale crisi di sicurezza e incoraggiato dal pubblico a prendersi le sue responsabilità, l’ala serba trova finalmente il canestro che vale il -4. Le geometrie della Reyer sembrano aver ritrovato la giusta precisione e i perfetti tagli di Bowers e Rosselli ridanno un comodo margine agli ospiti (54-66 a 6′ dal termine), ma la Trenk è ben lungi dal KO, ritrova l’aggressività difensiva e con una serie di recuperi ben trasformati da Taylor trae nuova linfa per la sua rimonta (61-66, 4′). La Reyer gestisce fin troppo il cronometro con mille palleggi e fatica persino ad arrivare al tiro, mentre un inarrestabile Taylor colpisce ancora da lontano alla sua maniera. È il solito Szewczyk a togliere qualche castagna dal fuoco con una bomba da campione, ma l’altrettanto solito Antonutti risponde con un gioco da tre punti in acrobazia che mantiene il distacco (67-72 a 1’30”). A 1’24” una possibile svolta per il finale: arriva infatti il quinto fallo di Szewczyk, indiscusso dominatore del match, e i liberi di Taylor riducono a un solo possesso il divario. Il clima è rovente, l’intensità torrida e neanche l’esperienza basta quando Young sfonda a 1′ dalla fine. La Trenk ha il pallone dell’aggancio, ma lo manca per ben due volte con le triple di Antonutti e Taylor a spegnersi sul ferro. Fallo su Diawara che fa 1/2 (69-73 a 40”), i tiri di Taylor e la sequela di liberi della Reyer non cambiano la situazione e sull’ultima persa di Antonutti si spengono definitivamente le speranze reggiane. Vince Venezia 69-75.

Pensieri della buonanotte
Era una grande occasione per la Trenkwalder, e per fare un passo quasi risolutivo verso la salvezza che a 18 punti sarebbe quasi fatta, e per dimostrare di poter far sentire la propria voce anche nelle stanze che contano, quelle dei piani alti della classifica. Ma l’ostacolo Reyer si è dimostrato ancora troppo alto da superare. Il primo quarto è ancora una volta fatale per la Trenk, abile a sfruttarlo per scappare e battere Caserta due settimane fa, ma incapace di resistere alle combinazioni tattiche e fisiche di Mazzon. Il resto della gara è vissuto in perenne rincorsa, fin quasi a toccare il traguardo, ma le straordinarie invenzioni di Taylor (26 punti e 10/22 al tiro) e le piroette di Brunner (15+8 rimbalzi) non sono bastate. Eccezionale la prestazione dell’Umana, concentrata, potente, lucida e unita come un esercito vero e capace di vincere ogni battaglia. Oltre al carro armato Szewczyk, da segnalare la prova da schiacciasassi del corazzato Diawara (19 e 7 rimbalzi).

Most Valuable Player Szymon Szewczyk
Se qualcuno si stava chiedendo quanto abbia inciso l’assenza di Szymon sulle difficoltà della Reyer nella prima parte di stagione, beh, ora dovrebbe avere una risposta. Il lungo polacco è tornato ed è tornato alla grande, da trascinatore sul campo dell’Umana, arma letale tattica per coach Mazzon e macchina da canestri e rimbalzi come poche in Serie A. 27 punti, 11/16 al tiro, 6 rimbalzi il ruolino di marcia del panzer di Stettino, una prova impressionante che è valsa la grande vittoria veneziana. Cingolato.

Least Valuable Player Mladen Jeremić
Dispiace dover inserire il nome dell’aletta di Loznica nella pagina nera della partita, ma il suo contributo alla causa è stato davvero povero e la sua crisi non accenna a vedere la fine. Soli 14 minuti in campo, Menetti gli preferisce l’esperienza e l’acume di un buonissimo Slanina, e vista anche la pochezza del suo score (5 punti e soprattutto un misero 1/4 al tiro) come dargli torto? Deve ritrovare sé stesso e il realizzatore che c’è in lui. Coraggio…

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