Arrivati ad un terzo di stagione si può già iniziare a fare una prima analisi per quanto riguarda la Dolomiti Energia Trento.
Il bilancio non può essere positivo, il record 4-6 dice molto dell’andamento generale dei bianconeri e la classifica è deludente, tenendo conto degli obbiettivi dichiarati a inizio stagione -qualificazione alla Coppa Italia e ai playoff- e del livello generale della competizione.
A preoccupare non sono tanto le prestazioni e i risultati in sè, ma la mancanza delle caratteristiche necessarie per ambire alle posizioni nobili della classifica; sembrano esserci veri e propri problemi strutturali all’interno della squadra bianconera. L’addio di Davide Pascolo ha lasciato un segno ma non può essere l’unica motivazione di una tale situazione.
La squadra è stata costruita seguendo il solito mantra, ovvero si è puntato su giocatori che hanno tutto ciò che non si può insegnare, ovvero atletismo, energia e una buona propensione difensiva.
Trento è nell’elite della lega a livello difensivo, come dimostra il secondo posto dietro la corazzata Milano per quanto riguarda il defensive rating. Questo nonostante i momenti di calo che si verificano in quasi ogni partita e nonostante un Jefferson che non brilla nella propria meta campo.
Se la difesa, come da pronostico, funziona, i veri problemi si trovano nell’attacco e in questo senso l’offensive rating (101.0) dà subito idea dei problemi in casa bianconera, visto che Trento è tredicesima in campionato in questa voce statistica.

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Toto Forray, il capitano

Alla Dolomiti Energia, come avevano fatto notare i più critici in sede di presentazione, mancano giocatori in grado di creare dal palleggio e di costruirsi un tiro, di creare un vantaggio da cui poi capitalizzare. In questo senso il pacchetto esterni formato da Craft, Lighty e Beto non sembra dare garanzie, e sopratutto non sembra sposarsi al meglio con le caratteristiche dei lunghi a disposizione di Buscaglia, essendo dotato di scarsissimo talento offensivo e non essendo di grado di aprire il campo a sufficienza. Anche interpreti utili in altri aspetti del gioco, comeMoraschini e Forray, non sono dei cecchini. I numeri in questo senso sono inquietanti e vedono Trento ultima in LBA sia per eFG (47 %) sia per True Shooting Percentage (51%).
Il gioco di Buscaglia, fatto di letture, di entrate veloci nell’attacco e di flusso, che sulla carta potrebbe far sopperire alla mancanza di un bomber, necessita di giocatori e di lunghi dal buon IQ cestistico ( Trento ne ha sempre fatto un punto di forza), oltre che di tiratori affidabili dal perimetro. Se l’anno scorso i bianconeri potevano contare su Pascolo e Wright, quest’anno questa componente manca del tutto tra i big man trentini (l’ottimo Baldi Rossi non ha le caratteristiche dei due ex compagni), in primis Jefferson, penalizzando così lo sviluppo dell’attacco a difesa schierata. L’attacco tende a stagnare e spesso si arriva ad un tiro fuori dagli schemi al 24esimo secondo dell’azione. Buscaglia sta faticando a trovare una lineup veramente affidabile e tende a cambiare le carte in tavola diverse volte nel corso dei 40 minuti: si passa dall’avere in regia il solo Craft, fino a Lighty da point-forward, per poi arrivare a momenti con due play nominali come Forray e Craft, mentre nella partita di Pesaro, come nelle primissime uscite stagionali, è stato provato l’assetto con Beto da “4” per provare ad aprire il campo e provare a trasformare il portoghese in una sorta di Marvin Williams de noialtri. Non è un caso che due note positive siano Moraschini e Hogue, ovvero due giocatori con grandi doti atletiche che riescono a dare energia a una squadra che tecnicamente non riesce a esprimersi su grandi livelli.
Inoltre il pick and roll è una soluzione che Trento non cerca con continuità pur avendo sulla carta due interpreti molto adatti, come Jefferson e Craft, col primo che, come da pronostico, non ha praticamente altre soluzioni offensive nel suo bagaglio tecnico.
Il numero di possessi non necessariamente rivela quanto una squadra vada in contropiede o meno, però può essere un dato indicativo di come una squadra interpreta le partite: per pace Trento è in media con il resto della lega, giocando 74 possessi a gara, il che sembra andare contro la volontà più volte esternata di voler giocare in velocità e in campo aperto, per sfruttare le doti atletiche dei players trentini. Anche questo è sintomo di poca chiarezza tecnica in casa Dolomiti Energia.
Non è facile dunque dare un giudizio sui singoli. Da un giocatore come Beto, per esempio, ci si poteva aspettare qualcosa di meglio rispetto a essere uno dei peggiori tiratori del campionato (nella flop ten per TS% tra i giocatori che giocano almeno 20′ di media), ma in generale non si può chiedere ai giocatori di essere quello che non sono e di cambiare le proprie caratteristiche.

Federico Fuiano