Dopo la decisa sconfitta subita a Sassari, i biancorossi sono ritornati subito alla base, con la testa rivolta all’importante sfida casalinga con Capo d’Orlando. La salvezza deve passare dalle mura amiche dell’Adriatic Arena e mettere un punto fermo davanti alle dirette concorrenti è impresa da compiere sin da subito. Una settimana breve (la Consultinvest ha giocato lunedì in Sardegna) ma passata a preparare una partita delicata, complicata dalle assenze della settimana: Anthony Myles ha sofferto di un attacco influenzale e Reddic ha avuto un risentimento muscolare che lo ha rallentato. Anche la formazione di Coach Griccioli ha patito alcune assenze importanti: Nicevic e Bianconi non saranno della partita domenica, ma in sostituzione di Flinn è arrivato Henry. L’Orlandina è squadra quadrata, capace di mettere insieme un mix di potenza fisica tutta made in U.S.A all’esperienza di giocatori che la serie A la conosco e bene: chiedere di Soragna e Basile. Sarà importante allora cercare soluzioni sotto canestro dove gli avversari si presentano con il solo Dario Hunt da centro di ruolo e mettere in campo una difesa organizzata e solida per contenere l’esuberanza offensiva degli esterni.

A partire dal nuovo arrivato Henry: “Per il roster di Capo d’Orlando” – dice Badioli alla vigilia – “è un’aggiunta notevole perché è un giocatore mancino che attacca il ferro con estrema decisione e in Polonia l’anno scorso tirava da tre con il 40%: ha pericolosità e taglia.” E poi c’è Austin Freeman: “si sta dimostrando un giocatore capace di sostenere tutto il reparto esterni: gioca bene il pick an roll sia come realizzatore che come passatore, ha fisicità per arrivare al ferro, subisce falli.”

Sarà anche importante, ancora una volta di avere l’approccio giusto alla partita, senza subire un parziale iniziale deficitario e poi essere costretti a subire. In un finale punto a punto, l’esperienza conta tanto, e una cosa che all’Upea non manca è proprio la scaltrezza.

 

Qui Capo d’Orlando – Un’Upea rinfrancata dalla prima vittoria casalinga, si appresta all’importantissima trasferta di Pesaro. I paladini si presenteranno con un roster decimato dagli infortuni di Nicevic e Bianconi sotto le plance, ma forti di un playmaker in più. Al posto del lungodegente Johnny Flynn, la società siciliana ha infatti ufficializzato, nelle ultime ore, l’arrivo dell’ex Brindisi Sek Henry.

“Ci presentiamo a Pesaro ancora in situazione di emergenza – dice coach Griccioli -, come ormai da qualche settimana. Ma sappiamo che sarà una partita molto importante in cui vogliamo portare a casa i due punti. Non credo che per loro sia l’ultima spiaggia, manca ancora molto alla fine del campionato e sappiamo che Pesaro sarà insieme a noi tra le pretendenti alla salvezza”. Dopo l’arrivo di Henry, si parla di un lungo (Bruttini ndr): “Ho chiesto uno sforzo alla società e loro hanno preso Henry. A Pesaro ci presentiamo senza cambi nel settore lunghi. Non ho fatto nomi alla società, vediamo come si evolverà la situazione e se sarà necessario intervenire”. Intanto il playmaker ex Brindisi sarà presente già a Pesaro: “Gli ultimi sviluppi della vicenda Flynn, aggiunti ai recenti infortuni, ci hanno convinto ad intervenire sul mercato. Credo che Henry corrisponda all’identikit di giocatore che fa per noi, sia dal punto di vista tecnico che da quello delle motivazioni”.

Henry permetterà a Pecile di tornare al suo ruolo iniziale di “sesto uomo”: “Non sono contento del mio rendimento finora – dice il Pec-. Mi aspettavo molto di più. Il campionato è molto fisico e, l’emergenza nel reparto piccoli mi ha costretto ad adattarmi ad una situazione non congeniale alle mie caratteristiche. L’arrivo di Henry aiuterà tutti noi ad esprimerci al meglio”. Pecile, ex dell’incontro, descrive così la partita di domenica: “Conosco l’ambiente di Pesaro. Anche se hanno cambiato molto so che spenderanno fino all’ultima goccia di sudore per conquistare un’altra salvezza, come abbiamo fatto l’anno scorso. Rispetto a quest’anno, la squadra dello scorso anno aveva sicuramente più esperienza, ma non per questo dobbiamo sottovalutarli”.

Antonio Gugliotta da Capo d’Orlando