Molti i motivi di interesse e gli interrogativi che porta con se la sfida di domani sera al Forum di Assago tra EA7 Milano ed il Banco di Sardegna Sassari. Per la sezione rebus ed incertezze sembra che la squadra biancorossa sia più amletica della celebre sfinge di stampo enigmistico. Indecisioni e balbettii che stanno sempre più infastidendo i tifosi dell’Olimpia che cominciano a vedere grigio, se non nero, dopo questo avvio tremebondo sia in campionato che in Eurolega.
Non mancano gli impegni dal sapore europeo alla Dinamo che ha trovato un girone complesso e denso di insidie in Eurocup, sia per l’inesperienza dei biancoblu nella competizione ma anche per la qualità media delle avversarie incontrate. Diverso è ovviamente l’impatto per le due squadre, nessun dramma in casa di malaugurata eliminazione martedì a Siviglia in casa sassarese, i ragazzi di coach Sacchetti hanno comunque dimostrato di essere all’altezza di squadre sicuramente più navigate e di grande pedigree come la Stella Rossa Belgrado.
Lo psicodramma si potrebbe consumare più per la, presunta sino ad ora, corazzata milanese che è riuscita a Vitoria a farsi divorare una corposa dote di 17 punti da un non trascendentale Caja Laboral in una gara chiusa attorno a quota sessanta, un mero caso che le uniche vittorie conseguite dai baschi nel girone siano arrivate contro l’Olimpia?.
Dal punto di vista emotivo la gara di Milano lascia ampio vantaggio ai sardi, la Dinamo gioca sempre un basket efficace, piacevole e semplice con esecutori di classe sopraffina, i terribili “cuginetti” Diener ed il venerando Bootsy Thornton su tutti.

Tony Easley e la Dinamo vogliono sorridere anche dopo la gara di domani (Foto Anteprima_SalvatoreMadau)

Potrebbe non bastare a Milano la possibilità di ruotare una panchina dalle risorse potenziali infinite, rispetto alla qualità ovviamente più contenuta a disposizione del Banco di Sardegna.
La stagione degli alibi sembra finita per Scariolo, reduce dal divorzio proprio in settimana dalla Nazionale spagnola, e la sua truppa. Il vero problema al momento, oltre che psicologico, è nella cabina di regia. L’involuzione di Omar Cook continua, come evidente resta la sua mancanza di leadership in termini di trascinatore, dote imprescindibile per un capitano. L’ex play di Valencia da conduttore di gioco sembra si stia trasformando in tiratore perimetrale,  fattore che acuisce i problemi di una squadra che non ha raggiunto una vera identità tecnica. Scariolo cita progressi rispetto alle ultime uscite che somigliano, sino ad ora, alle previsioni di uscita dalla crisi economica vaticinate dai vari esecutivi europei. Al momento tutto sembra in realtà poggiare sulle spalle di Keith Langford che si improvvisa talvolta regista ed è l’unico a garantire un minimo di creatività e, soprattutto, produzione offensiva.
La carenza di risposte e la crisi di risultati dei biancorossi rappresentano un piatto succulento su cui due terminali offensivi letali come Drake e Travis Diener potrebbero banchettare.
Milano dovrà cercare con insistenza Bourousis ed in generale il gioco in vernice per evidenziare le lacune di Easley, atleticamente esplosivo in attacco ma difensore più che sospetto come dimostrato ad esempio nella partita di Belgrado, basterà per trovare un’uscita dal tunnel di questa crisi senza fine?