Francica Nava e Pozzecco, voci del basket su La7d

Anni fa, all’una di notte o poco più, i ragazzi, ma forse più i padri, attendevano il ‘cin cin’ di Colpo Grosso. Era il momento più hard della televisione pubblica. A vent’anni di distanza, i ragazzi, e qualche padre con a fianco tante mamme, attendono invece Sottocanestro, magazine dedicato al basket.

C’è qualcosa di malato in tutto questo. Quale è il filo conduttore tra i due programmi? Forse, cercando di lavorare di fantasia, il divertimento, di certo non il messaggio finale. Ma si merita tutto questo la pallacanestro? Ma se lo merita l’ottimo programma realizzato da La7?

La risposta magari ce la darà tra qualche mese il presidente Petrucci, che sulla televisione vuole investire. E già ha chiesto al presidente di Lega Valentino Renzi di pressare le emittenti.

Ma non basta. Se una rete televisiva nazionale piazza un programma ben fatto, con una regia innovativa, stacchi musicali, telecamere in movimento e primi piani improvvisi, all’una e mezzo di notte, il basket non è malato, è morente.

Dover aspettare le due e un quarto per vedere Pozzecco e Recalcati regalare dieci minuti di pura amicizia e divertimento davanti a una telecamera parlando di basket e di quello che questo sport può dare anche fuori dal campo, è un reato.

Un reato che abbiamo commesso in tanti, perché i cestisti son così: fissati e un po’ matti. Di certo non stupidi, anche se il silenzio con cui questa situazione va avanti comincia a far traballare il credo che il basket sia uno sport per persone intelligenti.


Raffaele Vitali - Laprovinciadifermo.com