I tifosi hanno avuto un ruolo chiave nella vittoria contro Varese. Fischi agli avversari e applausi per la Sutor. Ma a livello di incassi, la risposta non è soddisfacente: servono sponsor locali che compensino le minori entrate di biglietti e abbonamenti.

MONTEGRANARO – Il Pala Rossini di Ancona contro Varese si è trasformato in un catino riscaldato. Fischi, applausi, tifosi in piedi ad urlare, sembrava di stare in una arena abituata da anni al basket. Anche i commenti del giorno dopo sui social network confermano la sensazione: “Ci stiamo innamorando di questa squadra”, scrive Filippo che allega anche la foto della festa della Sutor a fine partita. Ma ogni medaglia presenta due lati.

Pochi giorni fa, un comunicato della società, successivo ai dati pubblicati dalla Legabasket, sottolineava un dato roseo, quanto inaspettato: la Fabi Shoes ha il sesto pubblico del campionato: 31.890 spettatori dopo 8 gare con una media di 3986. “Sapevamo che Ancona – ha sottolineato il presidente Tiziano Basso – sarebbe stata una scelta vincente. Abbiamo tra l’altro creato un pubblico nuovo, in gran parte costituito da under 18, un grande patrimonio per il futuro, che si è ben amalgamato tra i nostri tifosi storici e quelli dell’area dorica per sostenere in ogni partita la Fabi Shoes”. La Sutor in questa speciale graduatoria sta davanti a piazze importanti come Cantù, Treviso, Avellino e ovviamente Roma, trasferitasi nel piccolo Pala Tiziano.

Dieci giorni prima, però, lo stesso presidente, mentre lanciava l’appello per la sopravvivenza, aveva parlato di un “palazzetto pieno, ma poco fruttuoso”. E Basso aveva ragione. I dati, infatti, vanno sempre letti in maniera completa. La colonnina a fianco a quella del numero di spettatori si occupa degli incassi. Le partite della Sutor, in otto gare, hanno fruttato alla società 166mila euro lordi, all’incirca 20.752 a gara. Un numero interessante, a leggerlo senza termini di paragone.
Senza pensare a Bologna, 799mila euro incassati, Milano o Sassari, che viaggiano sui 500mila, basta guardare più vicino a Montegranaro. Partendo da Teramo: 11mila spettatori in meno, 17 mila euro in più. Teramo è un caso? Mica tanto. Da nord a sud, la matematica non gioca a favore dei gialloblù: Varese ha 27mila spettatori ma incassa 42mila euro a partita; Avellino, che di spettatori ne fa a dir molti 22mila, ogni gara porta a casa 30mila euro. Unica società che incassa meno della Sutor è Roma, abbandonata dal pubblico, 17mila spettatori, e dai ricavi, 15mila euro (leggi tutti i dati su legabasket.it).

Ancona, un successo da studiare prima che da applaudire. La gente ha risposto presente, comprando abbonamenti e biglietti. Ma la società, per garantirsi innanzitutto la presenza dei propri tifosi, già penalizzati dallo spostamento obbligato, ha dovuto abbassare i prezzi trasformando la massa festosa in una platea poco danarosa. L’anno scorso al PalaSavelli c’erano partite da cinquemila euro di incasso, quindi nulla da rimpiangere. Di certo, però, Ancona ora deve dare di più. La piccola Sutor ha portato il grande basket nel capoluogo. Il capoluogo deve ridare in termini di sponsor e incassi quanto ricevuto come spettacolo. Solo così le unioni diventano matrimoni duraturi.


Raffaele Vitali - Laprovinciadifermo.it