6 novembre: il Cedevita Zagabria, allenato da Jasmin Repesa sconfigge Sassari. Questa l’ultima volta che i ragazzi di Sacchetti sono usciti dal campo a testa china (in campionato l’ultima persa risale a tre giorni prima in quel di Cremona).
Ennesima bella prova e conseguente vittoria, per lo più su un campo tradizionalmente ostico come Montegranaro; gli isolani hanno condotto dal primo all’ultimo minuto (2 – 10 dopo tre giri di lancette) e con la solita grandinata di tiri dalla lunga distanza non hanno sofferto se non nel secondo quarto quando i padroni di casa si sono riavvicinati.
Tra i peggiori in campo Cinciarini (1/13) e Collins fischiato e sostituito da mister Recalcati finirà prima per andarsene stizzito negli spogliatoi e poi, richiamato, per osservare i compagni dalla panchina. Se Sassari continua dunque nel suo magic moment, andamento inverso per i giallo-blu alla quarta sconfitta di fila e con una situazione di classifica che inizia a farsi pesantina.

Il calendario propone nella prossima giornata proprio lo scontro al vertice con la Mens Sana che domenica ha regolato a domicilio l’Acea Roma.
Si erano lasciate a giugno sotto l’ombrellone, si sono ritrovate sotto l’albero le due finaliste scudetto e non c’è stata l’attesa vendetta dato che anche stavolta l’hanno spuntata i campioni d’Italia, seppur privi dell’infortunato MVP delle finali (rumors di mercato parlano di un riavvicinamento tra Daniel Hackett e l’Olimpia Milano del suo ex allenatore).
Roma ha giocato un gran primo tempo, capitalizzando però meno di ciò che avrebbe meritato e così dopo essersi issata anche al +9, ha subito il rientro dei bianco-verdi che nel secondo tempo hanno messo la freccia e non si sono più voltati indietro. Fondamentale l’apporto di David Cournooh autore di 21 punti con 5/7 dalla lunga distanza; per gli ospiti solo quattro punti dalla panchina, decisamente troppo pochi per poter sperare di espugnare il PalaEstra.

Terzetto di testa completato dall’Enel Brindisi che soffre, vince contro Pistoia, mantenendo così intatta l’imbattibilità casalinga. L’inizio di gara della capolista è da brividi: palle perse, idee confuse in attacco e poca sostanza difensiva, così la partita rimane in equilibrio grazie anche ad un disastroso 1/15 nel tiro da tre.
Un 7-0 a metà terzo quarto (fallo tecnico a Moretti più tripla di Bulleri) “spacca” il match e consegna a Bucchi l’ennesimo referto del colore giusto confermandosi la sorpresa della lega. Pistoia deve recriminare sulle troppe palle perse e il non aver capitalizzato adeguatamente il momento no dei padroni di casa nel primo tempo; i Toscani comunque stanno facendo il loro campionato e sono perfettamente in linea con l’obiettivo stagionale.

La tifoseria che nella domenica cestistica si può dire più soddisfatta è probabilmente quella canturina infatti con un parziale di 25-11 nell’ultimo quarto, la Vitasnella vince un derby che per la Cimberio (4/21 proprio nell’ultima frazione) sarebbe dovuto essere quello del rilancio dato che ormai il numero di vittorie in stagione è inferiore al 30% delle partite giocate, considerando anche preliminari e coppe.
Dopo che i padroni di casa avevano condotto per 35′, si arriva nel rettilineo finale con due soli punti di differenza sul tabellone (71-69). Qui sono decisivi Cusin, Aradori e Gentile a dimostrazione che se gli italiani giocano bene e valgono, meritano di trovare spazio.
Varese forse risulta carente di carisma e personalità poiché perdere un finale in volata è sinonimo anche di avere un po’ il “braccino” nelle fasi cruciali. Una citazione d’obbligo per Sacripanti che nell’ultimo anno solare ha sfiorato i playoffs con Caserta, vinto l’europeo Under 20 ed ora sta volando con la “sua” Cantù.

A proposito di Caserta, la Juve torna a vincere in casa dopo due mesi. L’ultimo successo al Palamaggiò risaliva infatti all’esordio contro Venezia. Per la Granarolo pesano le assenze in rotazione di Fontecchio e Imbrò, e dopo il successo contro Brindisi, arriva la terza sconfitta nelle ultime quattro gare.
Da segnalare la “solita” brutta partenza, stavolta 12-2, e veramente una insolita aridità offensiva, ancora peggiore di quella vista ad esempio a Reggio Emilia. Di certo è merito delle difese di Lele Molin, ma anche gli ospiti ci hanno messo del loro con tanti errori e leggerezze.
La Virtus sembra aver perso quella solidità e quell’aggressività marchio di fabbrica del primo scorcio di stagione e ora appare più altalenante in alcuni protagonisti.

Chi invece sta andando in direzione contraria è la Reyer guidata da Markovski (il bilancio è 4-1) capace di motivare un gruppo in difficoltà all’inizio del campionato e che in una bella partita, caratterizzata da break e contro break, ha sconfitto Avellino a cui non è bastata l’ottima prova di Thomas.
Decisivo il parziale del quarto periodo dove gli irpini sono stati doppiati 26 a 13; protagonista del match Linhart (20 con 7/11 al tiro), che partita dopo partita sta crescendo e dissipando i dubbi che i tifosi oro-granata cominciavano a nutrire a riguardo. Per i padroni di casa ottimo impatto anche di Luca Vitali, 8 assist, capace di mettere in ritmo di volta in volta i compagni particolarmente ispirati.

Cinque vittorie tra le mura amiche, altrettante sconfitte lontano da Reggio, questo il bilancio della Grissin Bon a un terzo del cammino. Contro la Vanoli del neo coach Cesare Pancotto, i biancorossi non faticano più di tanto, scappano subito via, si fanno riprendere ma a cavallo della pausa piazzano il break decisivo grazie alla miglior prestazione stagionale di White e alle prove maiuscole di Bell e Rimas Kaukenas (arrivato a sostituire Karl).

Per i lombardi il mirino è già sulla prossima gara dato che al Pala Radi arriverà Pesaro che con la prevedibile sconfitta interna contro l’EA7 è arrivata a nove consecutive.
Troppo più profonda la formazione allenata da coach Banchi, troppo più completa, tanto che già nei primi venti minuti il discorso si chiude. Per i meneghini, qualificatisi in settimana alle Top16 grazie alla difficoltosa vittoria sul Bamberg, decisivo il 56% da tre punti.