JCL’alba delle nozze d’argento della Juvecaserta ha un sapore agrodolce che non va ad intaccare la voglia di sperare in un futuro migliore. Venticinque anni fa i bianconeri vincevano il loro storico scudetto, battendo gli investimenti milanesi con una banda di ‘scugnizzelli’ comandati dai  figli di un idraulico e di un assessore comunale, con un americano che sembrava tagliato per un gruppo gangsta rap ed un omino dall’espressione placida e gli occhiali sempre sul punto di cadere, ma che quando si arrabbiava diventava un sergente di ferro. Ad oggi i tempi sono ben diversi: dopo l’addio di Raffaele Iavazzi, la Juve non vede ancora all’orizzonte chi potrebbe prendere il tutto in mano e gestire una società di massima serie. Quando ciò non accade, deve essere principalmente il territorio a smuoversi: ed è questo il senso della creazione dell’associazione ‘Io sto con la Juvecaserta’ dei prossimi giorni, una organizzazione che possa coinvolgere principalmente i cittadini ad aiutare la propria squadra del cuore. Con già ventimila euro in tasca e dei contatti per sponsorizzazioni ancora da verificare, l’associazione, creata da professionisti casertani, si propone una sorta di azionariato popolare: racimolare del denaro proveniente da donazioni dei tifosi su un conto corrente, permettendo così a chi parteciperà di diventare socio di ‘Io sto con la Juvecaserta’. Raggiunta una determinata cifra, la stessa verrà affidata a che verrà versato al sodalizio casertano e a colui che avrà le redini della società, per diventare, magari un giorno, una fonte di un 5-10% di quote societarie. A schierarsi vicino al progetto un nome illustre della musica come Fausto Mesolella, che ha annunciato avanti al centinaio di persone arrivate allo JuveCaserta Store l’organizzazione di un concerto con grandi nomi per proseguire nella raccolta, e i due eroi della salvezza Andrea Ghiacci e Linton Johnson, ormai casertani d’adozione; l’americano ha usato forse le parole più toccanti: “Voglio che fra trent’anni i ragazzi di Caserta camminino a testa alta orgogliosi di dire: ‘Sono di Caserta, la mia squadra è forte e gioca in serie A’”.

L’affetto per la Juve non si è mai sopito, e lo si è visto anche ieri, nel tentativo di questi uomini di poter dare una mano ad una società sofferente da anni, perfettamente nello stile del sofferente basket italiano. L’associazione non si è dichiarata come la panacea di tutti i mali, ma molto, se non tutto, dipenderà anche da chi sarà al timone della Juvecaserta. E ad oggi non c’è un capitano di ventura capace di poter direzionare la nave in acque sicure, che sia un mecenate che non abbia paura di chiudere le annate in rosso o un vero investitore capace  di poter gestire al meglio una realtà come quella della città della Reggia. Ma forse questo qualcuno può arrivare, guardando l’innegabile amore di questi uomini per questa società. Perché forse bisognerà ripartire dalla base: quando si vinse lo scudetto a dettare legge a Caserta erano i Gentile, gli Esposito, i Marcelletti, i figli di Terra di Lavoro. E per avere nuova linfa bisogna partire dai nuovi figli di questa terra tanto bistrattata per poter far vivere una delle sue grandi eccellenze.