D. Hunt spiana la strada a M. Downs per un'entrata facile ( Foto Alessandro Montanari 2015 )

D. Hunt spiana la strada a M. Downs per un’entrata facile ( Foto Alessandro Montanari 2015 )

Caserta vince, non senza un brivido finale, e si vendica della Consultinvest Pesaro, che lo scorso anno condannò i bianconeri in A2. La Pasta Reggia torna al successo dopo 3 ko consecutivi un punteggio striminzito rispetto ad alcune cifre analizzando il tabellino: i padroni di casa dominano a rimbalzo, stravincono il confronto in valutazione con un +30 complessivo ma alla fine sono solo quattro i punti di distanza tra le due squadre, per il 73-69 del 40’. Ci è voluto un grande Micah Downs da 24 punti, 10 rimbalzi e 4 assist per scardinare la resistenza pesarese, scavata anche dai 18 di Cinciarini e dalla doppia doppia di Hunt che ha banchettato contro i lunghi avversari, ma la Juve ci ha messo un po’ a entrare in gara contro una Pesaro tradita dagli americani per il clima indecifrabile del Palamaggiò. La curva Ancilotto è infatti in aperta contestazione verso Valerio Amoroso, tornato alla  base dopo la rescissione senza colpo ferire, ed il presidente Iavazzi reo di averlo riaccolto; gli ultrà ‘dedicano’ loro il solo primo parziale buscandosi fischi da parte del resto del palazzetto, ma l’astio nei confronti dei due è evidente. Tanto è vero che l’ingresso del numero 13 manda ‘in bambola’ la Juve, fino a lì vogliosa di chiudere la pratica il prima possibile, e lo stesso giocatore, un fantasma sul parquet per tutta la sua gara. Pesaro si regge inizialmente su Lacey e le sue triple, aspettando che Christon e l’ultimo arrivato Daye  si mettono in moto. Lo fanno invece gli uomini che non ti aspetti: Paolini trova punti importanti dal nucleo italiano, con Ceron e Basile a fare la parte dei leoni. Gli americani però non ingranano, Christon appare abulico mentre Daye sparacchia fuori dal contesto di squadra (3/19 complessivo). Proprio per questo una Juve non proprio irreprensibile sui due lati del campo barcolla sulla zona avversaria ma non va alla deriva, trovando il pari a quota 33 all’intervallo con una bomba di Gaddefors dai nove metri. I bianconeri acquistano un po’ di fiducia sulle ali di Downs, che esplode come una bomba: il numero 1 si tramuta nel tuttofare che ci si aspettava fin da inizio anno e propizia il break di 13-0 a metà dek terzo quarto che manda in fuga la Juve. I padroni di casa resistono prima alla gragnuola di triple di Basile e Gazzotti con i sette punti in fila di un sempre presente Cinciarini, per poi riallungare nella prima parte dell’ultimo parzialecon cinque punti di Bobby Jones valevoli per il 68-54. Ma a Caserta piace mettere tutti in apprensione fino alla fine: gli uomini di Dell’Agnello si addormentano, forse facendosi prendere dal braccino corto, mentre Christon si riaccende al momento giusto riportando sotto i suoi nel rush finale. Pesaro ha nel finale anche la palla, anzi le palle per poter portare la gara al supplementare, ma prima Gazzotti e poi Daye falliscono le loro triple mandandole sul ferro: è un libero di, guarda chi, Micah Downs a chiudere il match, in fondo meritato dalla Pasta Reggia che allontana la zona calda della classifica nella quale si trova la stessa Pesaro.

Pasta Reggia Caserta

Micah Downs 8 Tacciato in settimana di essere poco leader, l’uomo di Kirkland parte proprio con quest’intento. Si va a prendere i palloni per far girare l’attacco, va a rimbalzo, serve i compagni: una partita a tutto tondo sottolineata da un 30 di valutazione, decisiva per il successo bianconero.

Dario Hunt 7,5 Con i lunghi avversari ha vita abbastanza facile. Sfrutta nel modo migliore il suo atletismo e fa la cosa che riesce meglio: schiacciando, prendendo rimbalzi e stoppando tiri. E colleziona un’altra doppia doppia

Daniele Cinciarini 7 A Caserta sta vivendo una seconda giovinezza. Tira fuori dal cilindro tante belle giocate, per se e per i compagni, risultando determinante a cavallo fra terzo e quarto parziale con sette punti consecutivi.

Valerio Amoroso 5 L’Amoroso passato oggi al Palamaggiò era intimorito, lontano dal leone visto al palazzetto di Pezza delle Noci fino al suo abbandono e rientro volontario in squadra. Ma avere un’accoglienza del genere avrebbe smontato anche un toro.

Bobby Jones 6 Passi in avanti per l’ex Roma, apparso più convinto nei suoi mezzi e soprattutto più performante. La sua esperienza serve sempre.         

Viktor Gaddefors 6,5: Il soldatino dà il suo apporto alla causa. Lasciamo stare la tripla tirata dai nove metri, ma in difesa è sempre un fattore determinante.

Andrea Ghiacci 6: Entra e fa salire di tono la difesa. A lui si chiede questo e questo fa per bene. Da capitano.

Marco Giuri 6: Come capita spesso è costretto a giocare tanti minuti. E come sempre si difende bene, senza stafare e dando una mano anche a rimbalzo con la sua solita grinta.

Muhammad El-Amin 5: Abulico. Sembra quasi che non vorrebbe essere in campo.

Tommaso Ingrosso NE

Coach Sandro Dell’Agnello 6: Cavalca il cavallo pazzo Downs quando serve, senza dimentcarsi i giocatori più in palla. Alla fine arriva la quarta vittoria.

Consultinvest Pesaro

D.J. Shelton SV: Un minuto e prende due triple in faccia. Praticamente già tagliato.

Nicolò Basile 6,5: Con Christon non proprio in serata è chiamato a un apporto maggiore, e arriva da quello che è considerato il suo tallone d’achille, il tiro da tre punti. Con tre triple tiene in piedi i suoi quando serve, mostrando faccia tosta.

Giulio Gazzotti 6,5: Parte in quintetto e ripaga la fiducia di Paolini con 10 punti, 8 rimbalzi ed una gara solida. Ha anche la palla del pareggio che non sfrutta

Trevor Lacey 6: Il migliore in partenza defli americani, poi si eclissa piano piano, lasciando più spazio a Christon e Daye. Forse oggi doveva metterci un po’ più del suo.

Semaj Christon: 6,5 Alla fine è il migliore dei suoi con 17 punti e 8 falli subiti, ma si accende solo nel finale di partita, nella rimonta sfiorata dalla Consultinvest. Il più delle volte irritante per 35 minuti, forse penalizzato dall’arrivo di Daye che voleva fare tutto, ma se poi sei capace di rivincerla quasi da solo dimostri che le qualità ci sono, e anche tante.

Austin Daye 4,5: è l’uomo più atteso dalla parte Consultinvest per il passato del padre negli anni migliori dei marchigiani. Ma il suo debutto non è da ricordare: 12 punti con un orrido 3/19 al tiro, tanta voglia di strafare condita da sette rimbalzi. Diamogli tempo, aveva solo un allenamento sulle spalle, ha le qualità per essere un crack in Italia. Ma la sufficienza è ben lontana.

Brandon Solazzi NE

Francesco Candussi 5,5: Si impegna ma senza dare peso specifico all’economia della gara.

Maurice Walker 5: Sembra uno che passa lì per caso. Cinque rimbalzi e nulla più

Marco Ceron 6,5 Chiamato a sostituire McKissic in quintetto, il lagunare non demerita dando anche un discreto apporto offensivo, solitamente inusuale per lui.

Coach Riccardo Paolini 5: Dà carta bianca a Daye senza ricevere risultati, ma lo tradiscono anche gli altri americani. Alla fine quasi la riprende, ma la squadra deve essere ancora plasmata, pensando al mercato.