Jeff Brooks

In attesa del giovane play a cui insegnare il mestiere (l’identikit ad opera di Andrea Trinchieri ricorda molto Andrea Traini, che a Pesaro avrebbe molto spazio ma pare abbia voglia di cambiare aria dopo un anno non semplicissimo in riva all’Adriatico), il mercato della Pallacanestro Cantù si è concluso con mosse anche a sorpresa nelle quali si nota la forte impronta di Bruno Arrigoni: “Lo scorso anno avevamo provato con l’immaginazione al potere’, ora invece seguiamo una ‘normalizzazione di stampo bolscevico’, insomma una linea più normale nelle scelte” parole del Gm canturino che significano molto. La scorsa estate si provò con il doppio play italiano per inseguire una visione quella di David Lighty come colpo di mercato a basso costo e si cacciò Parakhouski dopo poche settimane per lanciarsi sul sogno Shermadini.

Quest’estate, complice la contrazione del 20% di budget dovuta alla crisi generale ed alla “fuga” di Bennet, che ha lasciato Cantù senza main sponsor, nonché alla formula del 3+4+5 che permette la presa di un americano in più il mercato brianzolo è decisamente di stampo più americano e balza subito all’occhio la ricerca di una fisicità che negli anni scorsi non v’era, e che è stata pagata duramente nei play off contro Pesaro, ben consapevoli che persi Micov e Shermadini il “Trinchieri System”, che ha fatto la fortuna di Cantù nelle ultime tre stagioni, non aveva più senso di esistere essendo impossibile per Cantù andare a prendere giocatori dalle caratteristiche simili ai due big passati a CSKA e Maccabi. In questo senso giocatori come Jerry Smith, Jeff Brooks, Alex Tyus, Johnny Tabu e pure Marco Cusin rappresentano un inversione di rotta importante con atleti certamente meno cerebrali ma estremamente fisici ed esplosivi. Va anche ricordato che lo stesso Trinchieri a Veroli si era messo in luce con un gioco garibaldino e per l’emergente coach questo cambio di stile di gioco deve rappresentare una sfida gustosissima.

Una stagione piena di sfide è proprio il leit motiv del 2012-13, si parte subito forte con la Supercoppa a Rimini il 22 settembre e la settimana seguente i preliminari di Eurolega a Desio, tutto ciò con la squadra che sarà al completo da pochi giorni visto che Cantù abbraccerà i suoi 5 nazionali (Aradori, Cusin, Tabu, Tyus, Markoishvili) dopo aver cominciato da tempo la prestagione. Sfide anche tecnico-tattiche con un play come Jerry Smith di cui lo staff tecnico si è “innamorato” subito, tanto da individuarlo immediatamente, ma che è alla prima uscita in Europa e gioca da point man solo da un paio di anni essendo nato come guardia tiratrice pur essendo un giocatore molto completo tecnicamente, oltre che una belva fisicamente, ma va aggiunto pure Jeff Brooks, rivelazione a Jesi in Lega2 lo scorso anno ma sempre schierato da ala forte. Brooks in attacco ha tutto per andare a giocare come terzo esterno: piedi rapidi, atletismo, una buona mano e capacità di mettere palla a terra, ha il potenziale per diventare un’ala piccola dalla stazza importante ma in difesa potrebbe pagare la transizione nel nuovo ruolo essendo ben diverso andare a marcare degli esterni che passano rapidi sui blocchi ed andare a tenere l’1 contro 1 sul perimetro. L’ala dei Nittany Lions è la vera visione Arrigoniana.

Jerry Smith: mostro di energia

Poi abbiamo Alex Tyus, strappato (ma nemmeno troppo) al Maccabi Tel Aviv. Il lungo da Florida si alternerà a Cusin come centro e darà molta forza fisica al reparto sperando che lo stesso Cusin ed il lungo degente Marko Scekic trovino una stagione scevra di acciacchi. Le sicurezze sono invece Manu Markoishvili, oramai promosso titolare intoccabile, il grande capitano immarcescibile Nic Mazzarino e Maarty Leunen, vero metronomo del team che con Brooks avrà infine un po’ di riposo a disposizione durante l’anno. Mentre da Pietro Aradori ci si aspetta tanti punti, che ha nelle mani, ma anche la dimostrazione di aver acquisito un po’ di leadership “mensanina” dopo gli anni a Siena, infine Johnny Tabu, sacrificato lo scorso anno sull’altare del doppio play, e rientrato dopo un buon anno a Cremona, il “liquirizia” deve essere lui: ritmo ed un briciolo di follia.

Insomma se Milano ha messo in piedi uno squadrone che non può fallire, se Siena è rinnovata ed ancora “work in progress”, Cantù, con le sue scommesse, vuole essere ancora la terza incomoda.