Ray Allan (Foto R.Caruso 2014)

Ray Allan (Foto R.Caruso 2014)

“Volevo prendere quel tiro, lo volevo prendere in quel modo e con quei tempi”. A quindici secondi dalla fine Allan Ray ha la palla in mano: la tiene per un tempo che sembra a tutti interminabile e folle, senza nemmeno avvicinarsi al ferro. Il tiro lo prende a 1,73 secondi dalla sirena, un metro e mezzo dietro la linea da tre, con due mani in faccia che non riescono a contrastare la sua sicurezza. Solo rete. “Non volevo lasciare alcuna speranza ai miei avversari – racconta il capitano della Granarolo – sono contento per la partita che siamo riusciti a portare a casa e che per noi era molto importante”. La tripla magistrale tirata fuori dal cilindro ha fatto rivedere a Valli il talento di “Sugar” Richardson: “è un onore essere paragonato a una leggenda della Virtus come lui – spiega Ray sorridendo – ringrazio coach Valli per avermi fatto questo regalo, ma parliamo di un altro momento storico e di tutt’altra cosa. Penso che questa vittoria sia frutto del lavoro di tutti, e devo ringraziare anche il numero 5 avversario, che facendo trash talking con me per tutta la partita mi ha caricato e mi ha dato la grinta necessaria per vincerla”. Le schermaglie con Musso, guardia di Pesaro, erano iniziate già da vari minuti, e avrebbero potuto innervosire il capitano mettendolo fuori partita. Per la fortuna di tutti i bianconeri, l’effetto ottenuto, come spesso capita con i veri campioni, è stato il contrario. Si torna a casa con due punti fondamentali in classifica. “Dedico la vittoria a mio padre, che compie gli anni il giorno di Santo Stefano e senza il quale non sarei diventato un giocatore di basket. E’ merito suo se sono quello che sono” dice Ray lasciando viaggiare il suo pensiero oltre oceano.

Non c’è però tempo per riposare né per celebrare la vittoria. Oggi la squadra si torna ad allenare, perché lunedì sera arriva Milano, e sebbene le forze in campo siano totalmente diverse, la partita assume sempre il sapore della grande sfida: “Le gare contro le migliori squadre del campionato sono quelle per cui noi giocatori decidiamo di giocare a basket. Ci mettono alla prova e ci danno lo stimolo per migliorarci e misurare il nostro valore. Chiedo a tutti i tifosi, o almeno a quelli che non sono in vacanza, di venirci a sostenere. Avremo bisogno del loro aiuto”.

 

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Ufficio Stampa e Comunicazione

Virtus Pallacanestro Bologna