Guido Saibene

Derby contro Milano. Tre parole magiche bastano, in questo gelido scorcio di gennaio, per scaldare i cuori degli appassionati e attivare l’appetito degli “affamati” tifosi della Cimberio. Al PalaWhirlpool andrà in scena domenica una “classica” che s’annuncia con maschere completamente diverse. Quella stanca e con poche risorse di Varese; quella cupa, tesa, invischiata in mille problemi psicologici dell’Olimpia. Le due squadre arrivano al derby portandosi appresso i fardelli delle sconfitte rimediate a Teramo e Biella, così Guido Saibene, aiuto-allenatore della Cimberio ed ex milanese che conosce bene l’ambiente dell’EA7, è l’uomo ideale per girare le carte in tavola al match.

«Prima parliamo di noi – commenta Saibene – e del nostro momento. La sconfitta di Teramo da un lato ha confermato che la Tercas è una buona squadra, ma dall’altro ha posto l’accento sui limiti strutturali del nostro gruppo e ribadito che in questo periodo ci mancano delle cose. Ma, attenzione, siccome sul termine “limite strutturale”, usato in modo più che legittimo da Recalcati, qualcuno ha voluto equivocare, è bene chiarire che, come Carlo, mi sto riferendo ad una situazione innescata solo dalla serie di infortuni e acciacchi recenti».

Quindi, giorno più, giorno meno, la stessa situazione vissuta un anno fa…
«È un dato di realtà: i guai fisici limitano il nostro lavoro settimanale, abbassano il tono degli allenamenti e ci impediscono di essere sul pezzo come vorremmo. Certo, con tanti “cerotti” e un paziente lavoro di ricucitura riusciamo comunque a metter insieme la squadra per la partita, ma essere al 100% è un’altra cosa. Così un po’ tutti si sono accorti che tre-quattro giocatori, cui per ragioni di necessità abbiamo tirato il collo, stanno pagando dazio, hanno il fiato corto e, come successo anche a Teramo, accusano alti e bassi oppure arrivano in fondo con poche energie e scarsa lucidità. Al netto di tale situazione, vorrei ancora una volta sottolineare con forza che tutto si può dire di questi giocatori tranne che scendano in campo privi di impegno. Anzi, è vero il contrario: questi ragazzi sono ammirevoli per dedizione e professionalità. Per questo penso che le proteste dei giorni scorsi fossero ingenerose e fuori logo».

Dedizione, impegno: basteranno queste doti per fermare Milano?
«Diciamo che saranno una bella base da cui partire, il resto dovranno farlo cuore, intensità, mentalità, carattere: le uniche qualità con cui possiamo sperare di riempire il gap che ci separa da Milano. Se parliamo di “nomi”, oppure sotto il profilo tecnico- fisicco, i milanesi ci sovrastano, ma evidentemente, al di là e al di sopra dei giochi, dei “pick and roll” e di tutte le possibili considerazioni tattiche, qualche problemino devono averlo pure loro».

Quindi, che lettura dare al derby?
«Per noi dovrà essere l’occasione giusta per dimostrare l’unione e la solidità dell’ambiente varesino. Capisco la delusione del momento, comprendo il disappunto per aver mancato un obiettivo come le Final Eight di Coppa Italia, ma la stagione, molto difficile e dura, continua. Il momento per le valutazioni ci sarà ma oggi puntare il dito contro qualcosa o qualcuno è sbagliato. È fondamentale remare tutti insieme – dirigenti, squadra, tifosi – perché questa battaglia si vince, facendo mucchio, avendo Varese nel cuore».


Massimo Turconi - La Prealpina