olimpialogoRenzo Bariviera viene celebrato domenica dall’Olimpia per la sua inclusione nella Hall of Fame del basket italiano – classe 2012 con una cerimonia che si svolgerà poco prima della palla a due. “Barabba” ha segnato probabilmente uno dei canestri più famosi nella storia della nostra pallacanestro nostrana. Successe quando aveva solo 21 anni e con la Nazionale italiana affrontò gli Stati Uniti (all’epoca ovviamente senza giocatori NBA) ai Mondiali di Lubiana. Un gancio da destra del giocatore ribattezzato “Barabba” diede all’Italia la prima vittoria di sempre su una Nazionale americana.
Quell’episodio da solo basterebbe ad includere Bariviera in una sorta di “ring of honor” del basket italiano, ma l’ala di Cimodolmo, provincia di Treviso, cresciuto nel Petrarca Padova, ha fatto molto di più. Bariviera ha giocato nel Simmenthal negli anni successivi alla Coppa dei Campioni del 1966, è stato uno dei pilastri del ricambio generazionale dell’Olimpia legando il suo nome alle vittorie dei primi anni ’70, quelli dei tre spareggi consecutivi con Varese, e alle ultime affermazioni europee (due coppe delle coppe) del ciclo precedente l’inopinata retrocessione in A2. In seguito Bariviera ha giocato a Forlì e Gira Bologna, ha vinto moltissimo a Cantù ( di qui la scelta della partita giusta per celebrarlo) e infine è tornato a Milano con Dan Peterson riuscendo a vincere ancora un paio di scudetti, nel 1985 e nel 1986 (chiuse la carriera con una stagione a Desio). Nel 1984 ebbe la sfortuna di sbagliare i tiri liberi decisivi in gara 3 della finale tra Olimpia e Virtus Bologna “ma la colpa non è di Bariviera, la colpa fu mia: avrei dovuto rinunciare e giocare l’ultimo attacco, la elle con D’Antoni”, ha confessato Dan Peterson anni dopo ricordando che a quei tempi in effetti non era obbligatorio tirare i liberi in situazione di bonus. Peraltro Bariviera dalla lunetta aveva firmato una fetta importante dello scudetto vinto nel 1972 all’Eur di Roma contro l’Ignis. In quella gara oltre a segnare 12 punti rubò sei palloni.
Nei suoi anni d’oro, Bariviera oltre che ala piccola moderna fu eccellente realizzatore. Segnò oltre 14 punti a partita nella squadra del 1972, 17.7 nel 1973 e salì molto oltre i 20 di media quando si trasferì a Forlì e a Bologna nel pieno della maturità agonistica. E è vero che a Milano non ha mai vinto la Coppa dei Campioni ma nella sua carriera l’ha fatto due volte a Cantù (una nella finale di Grenoble contro l’Olimpia) e in tutto ha vinto qualcosa come otto coppe internazionali. Mai elezione nella Hall of Fame fu più meritata. Complimenti Barabba!


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