Andrea Mazzon (foto R. Caruso)

Questo il commento di Andrea Mazzon sulla sfida dell’Umana Venezia sul campo di Milano: ‘Durante l’anno ci sono tante partite sulle quali si devono trovare dei piccoli particolari da enfatizzare per trovare le giuste motivazioni. La ricerca della nostra crescita dev’essere un tipo di processo che ci fa stare sereni per affrontare anche una partita contro una super squadra con la determinazione di chi deve continuare a sapere che ogni gara é una gara decisiva. Questo deve darci serenità nell’agire in campo. Siamo in un sentiero e dobbiamo continuare su quello. Siamo arrivati qua stando sempre insieme facendo certe cose, e dobbiamo continuare cosí. Se tutti tiriamo in una direzione la salita ci sembrerà meno ripida. Dobbiamo essere come uno stormo di uccelli che per superare la forza del vento si mettono a freccia, consapevoli che se tutti mantengono la loro posizione ne beneficia il gruppo. Una vittoria o una sconfitta non é la vita o la morte ma rappresenta la voglia di continuare a testarsi.
Se nelle ultime due partite abbiamo giocato per vincere e non per non perdere, é chiaro che il punto di partenza per affrontare una super corazzata come Milano bisogna continuare a proporre la nostra pallacanestro, con la consapevolezza che la partita finirà solo al 40′. L’idea é che tutto quello che stiamo facendo dev’essere come la continuità del ritmo che ha il moto delle onde del mare. Noi rispettiamo il valore di Milano ma sono convinto che non giocheremo con paura. Sarà per noi uno sforzo fisico importante considerato che giocheremo contro giocatori di grande fisicità e alcuni dei quali hanno anche vinto l’Eurolega. Contro una squadra cosí non possiamo essere normali perché se loro giocano al cento per cento non sono una squadra che puó perdere. E in ogni caso a Cremona non hanno perso perché hanno giocato male ma perché la Vanoli ha giocato una super partita. Ribadisco: ci vuole grande serenità, sia che ci si trovi sopra o che ci si trovi sotto nell’arco della partita. L’emotività porta solo a sbagliare. E’ un onore per tutti noi giocare in casa delle scarpette rosse, soprattutto per quei nostri giocatori che sono arrivati tardi alla serie A e per i quali é motivo di orgoglio arrivare a giocarsi una sfida cosí.


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