ASSAGO – La prima contro la seconda della classe, le due grandi deluse dello scorso anno, ovviamente per motivi diversi. Milano a bocca asciutta al termine della passata stagione, mentre Reggio Emilia usciva sconfitta dalla finale scudetto contro la Sassari di Meo Sacchetti. Quest’anno la musica è cambiata. L’Olimpia, nonostante le delusioni europee, rimane la favorita per il titolo. La Grissin Bon sta dimostrando una notevole continuità e una solidità degna di nota, a maggior ragione visto il numero di italiani che vestono la casacca biancorossa.
La partita è lo specchio della situazione di entrambe le squadre. Milano vince, ribaltando lo svantaggio con cui la squadra di Menetti ha portato a casa i due punti nel match d’andata. 40 minuti che hanno regalato molti spunti su cui ragionare e che costituiscono un banco di prova non indifferente per quel che sarà la post-season. Jasmin Repesa contro Max Menetti. Un allenatore straniero che è sempre stato amato nel nostro Paese e che è stato riaccolto a braccia aperte, contro un coach nostrano che sembra essere apprezzato ovunque, per il modo in cui sta gestendo la situazione a Reggio Emilia e per il suo modo di porsi, spesso e volentieri ineccepibile.
Alessandro Gentile, Achille Polonara, Pietro Aradori, Amedeo Della Valle e, ai box, Stefano Gentile. Quattro giocatori da nazionale e uno che non si tirerà indietro quando Ettore Messina dovrà operare le sue scelte. Un nome su tutti spicca tra quelli appena citati ed è, senza dubbio, quello di Della Valle. 28 punti, una precisione chirurgica dalla lunga (6/11) e una pericolosità piedi a terra che pochi giocatori possono vantare. Difficilmente rimarrà il sesto uomo di lusso che si è dimostrato fino ad ora, sempre che riesca a dimostrare di non essere solo ed esclusivamente uno specialista, bensì un giocatore utile in più situazioni sul parquet.
Dall’altra parte, quel Kruno Simon che si sta dimostrando il miglior acquisto dell’Olimpia da diversi anni a questa parte. Un 27 di valutazione, frutto di 25 punti e tante piccole cose che fanno sempre la differenza, con una facilità a tratti disarmante ad attaccare il canestro in diversi modi. La vera grande sorpresa della gara, che sorpresa non è per chi lo conosce bene, è stato Mantas Kalnietis. Una prestazione molto solida, con un impatto offensivo che non si era ancora vista da quando veste la maglia di Milano. Una versione un filo più egoista del playmaker lituano, con la giusta dose di sfacciataggine. Viste le ultime due partite di campionato, risulta ancora più evidente quanto sia mancato Esteban Batista nell’esperienza europea, prima in Eurolega e poi in Eurocup, al roster di Repesa. Veremeenko non è stato l’avversario più temibile, vittima di un’involuzione fin troppo accentuata, e Golubovic è risultato pericoloso vicino a canestro soltanto per via centrali. Interessante, invece, la crescita di Silins. L’esterno della Reggiana sta diventando sempre di più un elemento completo, facendo dell’essenzialità la sua vera forza.
Un po’ in ombra, a malincuore, Pietro Aradori e Milan Macvan. La guardia a disposizione di Menetti non è mai entrato propriamente in partita, ma non ha assolutamente sfigurato. Macvan, invece, è stato autore probabilmente della sua peggior uscita stagionale, risultando deleterio in diversi frangenti.
Milano a +4, con gli scontri diretti a favore. 84-80 il match di ritorno, 40-36 la situazione in classifica. Potenzialmente una finale scudetto, ma attenzione alle dodici vittorie consecutive di Avellino.