EA7 Emporio Armani Milano – Umana Venezia 100-105

Keydren Clark, un incubo per Omar Cook (Foto Savino Paolella 2012)

Una settimana dopo la buona vittoria a Siena, una vittoria che ha fatto sperare i tifosi milanesi in una ripresa della squadra, almeno fino alla sconfitta di giovedì in Eurolega, Milano cade ancora in campionato. Stavolta è Veneziaad avere la meglio sui biancorossi, in una gara caratterizzata dall’assenza delle difese, da percentuali irreali per quasi tutti i 40 minuti e per la maggior solidità mentale della squadra ospite quando la palla è iniziata a scottare.

Quintetti iniziali:
Milano: Cook, Langford, Hairston, Fotsis, Bourousis
Venezia: Clark, Young, Diawara, Fantoni, Williams

Venezia parte fortissimo, con un Alvin Young scatenato a infilare due triple per il 6-14 dopo poco più di quattro minuti. Milano trova qualche sporadico canestro con Langford e Bourousis, ma è la Reyer ad avere in mano le redini della gara. Hairston accorcia a -1, ma è un fuoco di paglia e sarà il minimo svantaggio milanese per i successivi venti minuti abbondanti. Venezia infatti torna subito avanti, con tre triple di Szewczyk, Clark e Diawara per il 20-27, e con tre liberi di Bulleri, mandato in lunetta da Stipcevic mentre tirava da metà campo sulla sirena del primo quarto (23-32, massimo vantaggio veneziano).

In apertura di secondo quarto Stipcevic, sul banco degli imputati negli ultimi giorni, prova a farsi perdonare con una tripla che apre un parziale di 8-2 chiuso da una tripla di tabella di Melli allo scadere dei 24, che riporta i padroni di casa a -3. Ma Venezia allunga ancora, infilando canestri a ripetizione nella troppo morbida difesa milanese: Young segna il nuovo +7, Bowers ruba e va in contropiede per il +9, mentre Szewczyk infila il +11. Verso la fine del secondo quarto Milano prova ad avvicinarsi di nuovo, con un parziale di 9-2, ma un altro fallo su Bulleri allo scadere del tempo regala due punti dalla lunetta alla Reyer, che va al riposo sul 53-59. Le percentuali di Venezia sono incredibili: 13/18 da due e 7/12 da tre, ma ancora più incredibile è il fatto che Milano sia sotto di 6 punti nonostante stia tirando con percentuali ancora migliori, 13/17 da due e 5/8 da tre.

E nel secondo tempo la musica non cambia: nessuno difende ed entrambe le squadre riprendono a segnare a raffica. Langford infila subito la tripla del nuovo -3, ma poco dopo Scariolo si fa fischiare un fallo tecnico che, per fortuna, costa solo 4 punti a Milano (56-65), grazie allo sfortunato errore dell’evanescente Williams nel possesso successivo ai quattro liberi tirati da Young. Venezia torna in doppia cifra di vantaggio con un gioco da 4 punti di Clark e un canestro in contropiede di Diawara, servito direttamente da Cook su rimessa d’attacco di Milano (63-75). Forse è questo il segnale che risveglia l’EA7, che, tra buone giocate di Hairston, Langford e Bourousis e un tiro insensato di Stipcevic da tre punti, fuori equilibrio e a una sola mano, torna a contatto alla fine del terzo quarto, pareggiando proprio con Stipcevic dalla lunetta a 9 decimi dalla sirena (80-80).

Tutta la potenza di Diawara (Foto Savino Paolella 2012)

Il Forum ora ci crede, e tutti si aspettano una battaglia all’ultimo sangue per portare a casa i due punti che, visto la stato attuale della classifica, servono come il pane. Dopo 30 secondi, Williams si accomoda in panchina per il quinto fallo, e altri 30 secondi dopo Melli regala a Milano il suo primo vantaggio nella gara (82-80). Primo, ma anche ultimo, perché, quasi a sentirsi già soddisfatta della sua rimonta, Milano torna a dormire in difesa, permettendo a Diawara di infilare 8 punti consecutivi, con la ciliegina del canestro di Magro a firmare un parziale di 0-10 (82-88). Cook e Langford provano a metterci una pezza dalla lunga distanza e Hairston dalla lunetta riporta i suoi a -3, ma la sensazione è che Venezia abbia già saldamente in mano la gara, guidata da Keydren Clark, che abusa di Cook in attacco e, tra triple, penetrazioni e viaggi in lunetta, segna 9 punti negli ultimi 80 secondi. Milano non riesce a far meglio di un tentativo di alley-oop sbagliato da Hairston, l’errore che, di fatto, chiude la gara; scelta tra l’altro discutibile in un momento tanto delicato.

Ma, d’altra parte, cosa non è discutibile attualmente di questa squadra? Una squadra, ricordiamolo, costruita per prendere il posto di Siena in Italia e per puntare in alto in Europa, che però al momento è più vicina al fondo che alla cima della classifica, mentre in Eurolega rischia seriamente di non passare il primo turno. In settimana si è parlato del probabile taglio di Stipcevic e Hendrix, da tempo si vocifera di un possibile esonero di Scariolo (notizia che, allo stato attuale delle cose, non sarebbe poi stupefacente), ma ancora non è successo nulla. Se da una parte è vero che non sempre cambiare allenatore in corsa risolve le cose, dall’altra l’atteggiamento dello stesso Scariolo, che a dispetto delle sue difficoltà in panchina non sembra minimamente preoccupato dalla prospettiva di perdere il posto, suscita qualche perplessità. Ci chiediamo da dove provenga tutta questa sua tranquillità, visto che la situazione, sportivamente parlando, sta diventando tragica; e, soprattutto, è “salutare” per la squadra che un allenatore nella sua situazione ostenti una sicurezza di sé che ha ben poco a che fare con i risultati ottenuti?

MVP: Keydren Clark approfitta della mancanza di difesa di Cook per tutta la gara, scatenandosi poi nel finale, in cui prende per mano la squadra e la guida alla vittoria. Chiude con 26 punti (6/7 da due, 3/5 da tre) e 28 di valutazione.

LVP: Sarebbe facile sparare sulla croce rossa e citare Richard Hendrix, che assomiglia sempre di più a un protagonista di Space Jam, il cui talento è stato rubato dagli alieni. Andiamo quindi con Omar Cook, che, oltre a soffrire tremendamente in difesa contro Clark, al di là delle cifre ancora non riesce a far girare l’attacco milanese, che troppo spesso vive di isolamenti e uno contro uno di Langford e Hairston. E se si perde una partita sfiorando il 60% dal campo è evidente che le cose non vanno bene…

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