Brooks a rapporto da Trinchieri (foto R. Caruso 2012)

Brooks a rapporto da Trinchieri (foto R. Caruso 2012)

Se la sera dell’epifania qualcuno ci avesse chiesto chi era candidata allo scudetto, assieme a Siena, avremmo risposto senza esitazione “Cantù”, reduce dalla bella vittoria nel derby contro Milano trascinata dai 25 punti di Aradori e dai 19 di Markoishvili, una settimana dopo contro la Bologna di Sabatini bissava poi il successo con segni interessanti anche da parte di Kevin Anderson, il play arrivato da poco dopo una lunghissima ricerca.

Ebbene 40 giorni dopo Cantù sembra esser stata rasa al suolo da una bomba atomica ed i suoi tifosi si aggirano frastornati come sopravvissuti all’olocausto nucleare.

La bomba H viene sganciata il 27 gennaio ed arriva dalla Turchia, il Galatasaray è da qualche giorno alla ricerca di una guardia ala dopo la vicenda del doping di David Hawkins, sembrano interessati pure a Manuchar Markoishvili ma in Brianza non si è abituati a cedere i propri migliori atleti durante la stagione eppure il presidente Anna Cremascoli, ragionando da imprenditore quale è, ci pensa seriamente: lo sponsor Chebolletta è inadempiente e pare sparito, i tempi sono grami e difficilmente il campione georgiano sarà riconfermabile a Giugno alla scadenza naturale del contratto. Il giocatore stesso e lo staff tecnico sono contrari ma il presidente ha deciso ed incassa il mezzo milione di Euro offerti dagli ottomani.

Nel contempo Cantù aveva già perso a Venezia soffrendo moltissimo i mezzi lunghi veneziani e nel pieno della tempesta, con le voci della cessione del giocatore preferito dai tifosi che oramai sono fuoriuscite dalla sede della società, affronta Roma con squadra e tifosi in stato di shock, la sconfitta coi romani è quasi inevitabile in un clima funereo e surreale.

La reazione è pronta ed Arrigoni firma il migliore free agent disponibile ovvero quel Stefano Mancinelli, poco amato per i trascorsi in Fortitudo e Olimpia Milano e fermo da sei mesi. Pure in campo la reazione si vede e con un buon impatto dell’azzurro Cantù batte in rimonta Sassari.

La squadra è da reimpostare e alla vigilia della Final Eight esplode anche la grana del malanno di Alex Tyus vitaminico centro che deve saltare la Coppa Italia coi lunghi di Roma, ancora lei, che banchettano in testa a Cusin e Scekic. Si decide di allenarsi allora a porte chiuse, giù la testa e lavorare, per ritrovare serenità ma, nonostante dei buoni sprazzi che le danno vantaggi importanti, Cantù crolla nel finale a Brindisi denotando insicurezze ed ottenendo la quarta sconfitta nelle ultime cinque uscite.

Ma allora si tratta di una vera crisi? O ha ragione Arrigoni che sul quotidiano locale La Provincia parla di problemi da risolvere ma nega la crisi?

Certamente i problemi ci sono e tutte queste sconfitte sono il segno di una crisi ma di rigetto. Quando Jerry Smith si è rotto, nel pieno di una sua crisi esistenziale, qualcuno aveva cinicamente esultato ma la lunga attesa ha prodotto un topolino: Kevin Anderson, il quale porello è certamente giunto in condizioni tecniche non facili, cerca di svolgere il compitino ma quando prova a produrre qualcosa spesso casca in errori umilianti (anche se a Brindisi è stato decente) probabile che il valore del giocatore non sia questo ma intanto si attende il ritorno di Smith, presumibilmente fra un paio di settimane, essendo l’ex Louisville in grado di evoluire pure nel ruolo di guardia, che svolgeva al college, riempiendo in parte il buco lasciato da Markoishvili. Buco dove sta ritrovando spazi Mazzarino, alla sua ultima stagione italiana prima di chiudere la carriera in Uruguay, ma sinora il capitano ha faticato a trovare il suo ritmo pur con leggeri progressi negli ultimi tempi.

Mancinelli riuscirà a non far rimpiangere Markoishvili? (foto E. Zito 2013)

Mancinelli riuscirà a non far rimpiangere Markoishvili? (foto E. Zito 2013)

Il grosso dubbio è nel ruolo di ala piccola, Trinchieri deve ora giocare con due ali pure in campo, a meno di spostarvici Aradori (che in difesa paga pegno sui tre), con Brooks, Mancinelli e Leunen. I primi due sono dei tweener con l’americano più adatto a giocare da tre ma che non ha ancora completato il passaggio di ruolo più a livello mentale che tecnico visto che ha dimostrato di poter giocare da ala piccola (e bene) e con il Mancio che da tre non gioca da anni. Si tratta di un cambio delicato da fare in corsa ed evidentemente ci vorrà del tempo per trovare i giusti tempi e servire Mancinelli (ma anche Brooks) in post basso invece che avere un tre perimetrale come Markishvili (e Micov prima) capace di uscire sui blocchi, un cambio radicale del sistema di gioco. Con questo assetto poi ci piacerebbe vedere anche un accenno di difesa a zona, anche se Trinchieri notoriamente non la ama, che potrebbe compensare qualche tara difensiva sfruttando invece l’ingombro di due ali di ben oltre due metri vicino a canestro.

Se poi in società si comincia a vedere la luce con il temporary main sponsor FoxTown ed il possibile approdo di Lenovo come nuovo abbinamento principale, ci sentiamo di condividere in parte il pensiero di Arrigoni: i problemi ci sono, e vanno risolti, ma la squadra ha qualità tecniche e caratteriali per poter dare un senso alla seconda parte del campionato senza assistere ad insensate rese e sbragate psicologiche o ad un esonero dell’allenatore, pure questo si vociferava fra i soliti beninformati, che avrebbe un effetto più deleterio che benefico. Possibilmente ripartendo dalla gara più difficile dell’anno, una partita per veri uomini, contro l’odiata Varese, che viaggia ad un livello di fiducia e consapevolezza che Cantù purtroppo può al momento solo invidiare e che gioca, a parte Siena, la miglior pallacanestro in Italia ma che deve dare ai giocatori canturini stimoli extra grazie pure ad un PalaDesio caldo e convinto e non depresso e sconsolato. La bomba turca ha ridotto Cantù in rovine? Ebbene è ora di rimboccarsi le maniche e ricostruire il fortino…