Ronald Moore, sottotono in queste prime tre giornate (Foto Claudio Devizzi Grassi 2014)

Ronald Moore, sottotono in queste prime tre giornate (Foto Claudio Devizzi Grassi 2014)

All’ombra della Reggia bastano pochi sussulti per poter inquietare gli animi dei fedelissimi della palla a spicchi. Un ottobre, mese di partenza del campionato, composto da tre sconfitte non può fare altro che sconvolgere l’ambiente casertano e farlo piombare al centro delle critiche. Difesa svogliata e attacco con poche idee e nemmeno quelle giuste: eppure che cosa è cambiato in soli trenta giorni? A fine settembre, dopo il trofeo Irtet, la Juve aveva vestito i panni di squadra solida, capace di poter puntare a un posto al sole durante la stagione che ha appena preso il via. Ma in queste prime tre uscite non si è visto nemmeno uno straccio dei bianconeri che avevano incuriosito gli addetti ai lavori, suscitando qualche fastidio nell’ambiente casertano.

La prima differenza è dovuta all’infortunio di Michele Vitali, considerato da Molin “il giocatore italiano di riferimento”. Le parole del coach mestrino non fanno una grinza: il classe ’91 è la reincarnazione delle qualità fisiche e mentali che mancano alla Pasta Reggia di oggi. La sua capacità di muoversi a difesa schierata per creare soluzioni offensive, la sua voglia ed il suo sacrificio nella propria metà campo sono proprio i fattori in cui difetta maggiormente la squadra di Molin. L’assenza del numero 13 ha “costretto” la Juve ad affidarsi a piene mani a Frank Gaines, guardia strapiena di talento offensivo ma ancora non all’altezza nella propria area, fondamentale su cui l’allenatore della Pasta Reggia vede le lacune maggiori. Per i bianconeri non sarebbe stato facile sostituire un giocatore del genere anche se ne avesse le possibilità; le dichiarazioni di Atripaldi e Barbagallo dello scorso venerdì fanno intuire che la società non ha nemmeno la facoltà di intervenire sul mercato.

Altro fattore da non sottovalutare nel gioco deficitario della Pasta Reggia è la quasi totale assenza di gioco in cabina di regia. Ronald Moore ha fatto vedere di che pasta è fatto solo per un minimo frangente durante la gara di Bologna, per il resto è parso lontano parente di quello ammirato nella seconda parte della scorsa stagione. Poche accelerazioni illuminanti, molte ingenuità e tiro battezzabile dal pick and roll lo hanno limitato in questo primo scorcio, condannando la Juve a questi tre ko; con un’offensiva ai limiti dell’anarchico che si è dovuta basare all’Unipol Arena ad un poco redditizio Young contro tutti, con tutti gli altri rimasti a guardare l’ex Memphis, incapaci di mettersi in ritmo. Come se non bastasse, Claudio Tommasini è invece ancora in ritardo sulla tabella di marcia che può portarlo ad essere un playmaker di livello in massima serie, vuoi per problemi fisici che per poco spazio in campo. C’è bisogno di ripartire su questi aspetti per dare una scossa alla stagione bianconera, che domenica passerà per il Palamaggiò contro Pistoia, in una sfida in cui tutto il popolo casertano vuole vendetta per i mancati playoff dello scorso maggio.