Marco Mordente, serata non memorabile la sua (foto Alessio Brandolini 2014)

Marco Mordente, serata non memorabile la sua (foto Alessio Brandolini 2014)

Pasta Reggia Caserta

Marco Mordente 5,5: Partita discontinua da parte del capitano bianconero. In difesa è un mastino e accetta continuamente la marcatura su Ragland e Jenkins, contribuendo a tenerli con un bottino molto basso; in attacco però non ne combina una giusta. Allenatosi poco in settimana per la nascita della figlia, si dovrà ancora abituare…

Michele Vitali 6+: Il suo apporto non manca mai. Moto perpetuo, cerca e trova gli spazi giusti facendosi tovare pronto per andare al tiro. Supporta bene in difesa su Pietro Aradori

Claudio Tommasini sv: Solo quattro minuti in campo per il numero 14, fresco di convocazione in Nazionale, motivati dalle grandi prove di Roberts e Moore. Ma nei pochi momenti impiegati colleziona un 3 di valutazione (assist, rubata, rimbalzo) e 5 di plus/minus.

Andrea Michelori 6,5: Come lotta lui non lotta nessuno. Tiene a bada quando possibile Cusin e Uter e colleziona un paio di rimbalzi offensivi che sono vitali nell’economia della partita. Arma importantissima dalla panchina.

Jeff Brooks 7: Partita in crescendo la sua. Per 35 minuti è da sufficienza stentata,si fa vedere pochino a livello offensivo lasciando le incombenze a Roberts e Moore. L’ultimo quarto lo passa quasi tutto seduto in panchina per riposarsi, l’episodio scatenante è l’antisportivo: quattro punti di classe in coabitazione con Moore e gara che torna sui binari casertani

Chris Roberts 7+: Il suo primo tempo è perfetto. Dietro la linea da tre punti è una sentenza, può tirare in qualunque modo gli garbi e il risultato è sempre la retina che si muove. Dopo l’intervallo il suo rendimento offensivo si abbassa, ma in difesa si danna l’anima su Jenkins e Ragland. Un bel modo per festeggiare il suo ventiseiesimo compleanno.

Ronald Moore 7,5: Il numero 25 sta prendendo la Juve sempre più per mano. La qualità del gioco offensivo bianconero è migliorata, la transizione non è più la panacea di tutti i mali e a metà campo si dice qualcosa in più con buone spaziature. Ma quello che non entra sui referti è la maestosa difesa su Joe Ragland, annullato per 40’.

Carleton Scott 6: Impiegato pochino da Molin nella giornata di ieri dopo le ultime partite in cui era in crescendo. Ne soffre un po’ e si vede con i falli che spende, fatti di puro nervosismo; ma alla fine ha ragione il numero 34, con la stoppata che deciso la gara nel finale e che gli alza il voto

Tony Easley 5: Sempre più nel baratro. Non si sente da entrambi i lati del campo, Sacripanti gli lascia appositamente la ricezione per spingerlo all’errore e il risultato è quello che il coach canturino sperava. Molin capisce l’antifona e lo mette in freezer.

Coach Lele Molin 6,5: Il coach mestrino, uno degli innumerevoli ex della gara, prepara la partita in maniera certosina sul piano difensivo. Tanto lavoro a rimbalzo per non concedere troppi secondi tiri, non lascia respiro agli esterni avversari che vanno in panico per quasi 20 minuti. Il ritorno canturino non fa perdere la calma ai suoi uomini, capaci di soffrire e resistere ai quintetti piccoli di Sacripanti.

Joe Ragland: da lui ci si aspettava di più (foto R.Caruso 2013)

Joe Ragland: da lui ci si aspettava di più (foto R.Caruso 2013)

Acqua Vitasnella Cantù

Awudu Abass SV: Solo tre minuti in campo per l’ala in cui non riesce ad incidere

Marcel Jones SV: Vedi la valutazione di Abass. Cambia solo il numero dei minuti, quattro invece di tre.

Adrian Uter 6+: Fino al terzo quarto si sente poco nell’economia della gara, con Michelori bravo a mettergli la museruola quando viene chiamato in causa. Nell’ultimo parziale è uno dei cavalli su cui si basa la rimonta di Cantù, i suoi muscoli vengono ben innescati da Stefano Gentile e i brianzoli tornano ad una sola incollatura.

Roberto Rullo SV: Anche per lui pochi minuti in campo, per permettere a Stefano Gentile di sfogare i suoi istinti di realizzatore

Maarty Leunen 7: Un vero allenatore in campo. Fa sempre la cosa giusta, la sua capacità di aprire il campo con il suo tiro mortifero rischia di costare caro a Caserta negli ultimi minuti, quando segna la tripla del +3 canturino. Ma sul traguardo si spegne la luce.

Michael Jenkins 5: Bocciato senza alternative. Serataccia al tiro per la guardia che va in confusione totale con la difesa casertana dei primi due quarti. Non riesce a rientrare in gara, lasciando al solo Gentile l’incombenza della rimonta.

Joe Ragland 4,5: Se Jenkins è andato male, lui va anche peggio. Soffre tantissimo la difesa di Ronald Moore che stravince il confronto diretto, per tutta la gara non riesce a liberare tutto il suo talento. Ci riesce solo nel terzo parziale con due triple quasi consecutive, ma è tutto lì. La stoppata nel finale è la fotografia della sua gara: vorrei ma non posso.

Pietro Aradori 6: Il “ cagnaccio” va a strappi nella sua partita al Palamaggiò. Nel primo e nel terzo quarto è lui l’ancora di salvezza per i canturini, ma in molte situazioni soffre la posizione di ala piccola, non potendo sfogare appieno i suoi istinti offensivi.

Marco Cusin 6,5: Il suo lavoro è quello di contestare i tiri avversari e in fondo riesce a farlo anche bene, non è certo colpa sua se Caserta tira con il 56% dietro l’arco. Si fa sentire in alcune occasioni sotto canestro e porta a casa un buon 11 di valutazione.

Stefano Gentile 7+: Dopo una prestazione così così (eufemismo) settimana scorsa, Stefano sente aria di casa e si corrobora. E’ l’unico a colpire seriamente la difesa casertana, che non riesce a trovare rimedio per arginarlo; i compagni seguono l’esempio ma alla fine mancano le forze. Il modo migliore per onorare Caserta, la piazza che lo ha lanciato definitivamente: con una grande prestazione.

Pino Sacripanti 6: Nei primi 15 minuti non sa che pesci prendere per far tornare i suoi giocatori sui giusti binari offensivi; poi per farlo decide di ripartire dalla difesa, mischiando le carte e mandando in confusione la Juve. Magari immaginava un ritorno diverso al Palamaggiò, ma onora il più possibile l’impegno. E alla fine rimane anche stupito del calore del pubblico: quando ne era parte era un fattore usuale. Chapeau Pino.