Vincenzo Esposito, coach di Pistoia. Tutto parte dalla difesa...

Vincenzo Esposito, coach di Pistoia. Tutto parte dalla difesa…

Se prendiamo per buoni i 16 punti come quota ambita per raggiungere una seppur sofferta salvezza, allora troviamo che Pistoia a questo punto della stagione è già a metà strada con l’obiettivo prestabilito da dirigenza e staff tecnico sin dalle prime battute del precampionato.

E non potrebbe essere altrimenti per una squadra costruita con pochi soldi e che deve obbligatoriamente rifondare il roster anno dopo anno, perché le leggi del mercato cestistico europeo al momento non permettono molta programmazione per società piccole come quella del capoluogo toscano, un mini-cittadina di 90.000 anime con un microcosmo situato all’interno del PalaCarrara, che dovrebbe contenerne 2.700 ma alla fine è sempre difficile vadano sotto i 3.000.

In più questo è l’anno in cui in panchina non figura più Paolo Moretti, reduce da sei stagioni sempre in crescendo, ma Vincenzo Esposito, alla ricerca della conferma dopo l’ottima metà-stagione in cui è quasi riuscito a salvare miracolosamente Caserta – poi riesumata dallo scambio di titoli con Roma.

Questi 8 punti però non sono però solo un deciso passo verso la salvezza ma anche un traguardo storico per la Giorgio Tesi Group, che per la prima volta si trova sola in vetta al campionato con un ruolino di marcia immacolato, un risultato clamoroso se si pensa alle aspettative con cui erano partiti.

Una squadra molto giovane dove i veterani sono Michele Antonutti e il capitano Ariel Filloy – rispettivamente 29 e 28 anni – che con il resto del roster combina una media di 23.9 anni, con quattro esordienti assoluti nel nostro campionato (Kirk, Blackshear, Knowles e Thornton), due giovani del ’96 come Severini e Mastellari stabilmente in rotazione e pure un arrivo in corsa, catapultato in campo con neanche una settimana di allenamenti come Olek Czyz, arrivato a gettone per sostituire l’infortunato Thornton e perfettamente a suo agio come se fosse stato inserito fin dal primo giorno di preparazione come gli altri. Un gruppo di ragazzi che stanno imparando a conoscersi tatticamente e tecnicamente allenamento dopo allenamento ma che dal punto di vista mentale sembrano condividere lo stesso spirito, lo stesso temperamento e coinvolgimento.

...ma dall'altra parte c'è un attaccante totale come Alex Kirk

…ma dall’altra parte c’è un attaccante totale come Alex Kirk

Gran merito di questo va al coach e al suo staff che è riuscito a creare un gruppo forte e coeso, che riesce a dare alla squadra tutto quello che necessita al momento giusto, come dimostrano gli exploit come quello dell’ultimo impegno contro Avellino, che ha visto la squadra reagire in maniera straordinaria a una partenza suicida (17-2 per gli irpini dopo poco più di 15 minuti), ma anche il secondo quarto contro Trento è dello stesso stampo, così come la solidità nelle scelte degli ultimi minuti nelle partite contro Pesaro e Brindisi. La descrizione data da Esposito nella sala stampa di domenica risulta perfetta:
“Non siamo una grande squadra ma siamo un gruppo con due attributi così ed una grandissima volontà, che deve continuare a lavorare rimanendo con i piedi per terra.”
Oltre alle grandi doti aggregative della squadra però c’è da analizzare anche quanto visto a livello tattico finora – Pistoia ha vinto 4 partite molto diverse tra loro non solo dal punto di vista emotivo ma anche da come sono scaturate. La filosofia voluta dal coach casertano parte principalmente dalla difesa, dove ogni giocatore deve avere gambe e testa per tenere sempre la pressione alta verso gli avversari – e in questo caso avere una delle squadre più giovani aiuta non poco – ma quando la partita non è indirizzata dalla prestazione nella propria metà campo come nella sfida inaugurale contro Brindisi, allora riescono a trovare soluzioni anche davanti grazie alla presenza di un giocatore atipico come Alex Kirk. Il lungo di Los Alamos ha le caratteristiche fisiche del centrone vecchio stampo alto-grosso-e-lento ma grazie a mani morbidissime e un range di tiro considerevole è probabilmente il giocatore più atipico di questo campionato, allontanandosi dal prototipo simbolo del ruolo di 20 anni fa, dando sì dimensione interna ma anche una valida alternativa con la sua dimensione perimetrale.
E’ la prima opzione offensiva dei biancorossi, l’attacco gira principalmente sulla sua pericolosità realizzativa ma non è di certo l’unico elemento da sfruttare: Knowles ha potere di fuoco alterno ma assassino quando si accende, Filloy e Antonutti rimangono sempre un pericolo da dietro l’arco, Czyz è bravissimo ad attaccare i closeout e ad aprire il campo e pure Ronald Moore, conosciuto per le sue doti di metronomo, di pass-first point guard, sta trovando fiducia nei momenti importanti.
E poi c’è Wayne Blackshear che merita un capitolo a parte. Il prodotto dell’università di Louisville nelle prime 3 gare ha fatto grande fatica in attacco, trovando pochi spiragli e sbagliando anche i pochi possessi a sua disposizione, dando l’impressione di essere l’unico ingranaggio difettoso di questa macchina. La storia che in pochi raccontano però è che il ragazzo in uscita dal liceo era uno dei giocatori più promettenti della nazione dal punto di vista offensivo ma la scelta di andare alla corte di Pitino non lo ha aiutato da questo punto di vista, ridimensionando il suo ruolo a specialista difensivo – dove invece il coach italo-americano lo ha formato alla perfezione, dimostrandosi già ora un difensore con i fiocchi, che combina atletismo e fisicità a una grande concentrazione in marcatura sull’uomo. Deve recuperare fiducia ma il potenziale è tutto dalla sua, e all’indomani della grande prestazione contro Avellino da 23 punti con oltre il 70% al tiro c’è molto meno scetticismo nei suoi confronti.

Ora arriveranno le prime vere difficoltà. Dal prossimo turno dovrebbe tornare Marcus Thornton al posto di Czyz e andranno a far visita all’Olimpia Milano, una squadra abituata ai vertici occupati al momento dalla Giorgio Tesi Group e che molto probabilmente li vedrà tornare verso sud con la prima sconfitta stagionale. Non ci saranno certo drammi in tal caso, l’obiettivo stagionale sappiamo qual è e con 8 punti già acquisiti e ancora 13 partite da giocare nel fortino del PalaCarrara sembra facilmente alla portata.

Il dramma potrebbero trovarselo le formazioni con traguardi ben più facoltosi quando si troveranno sulla strada una squadra così solida e imprevedibile che ha tutte le caratteristiche per essere la vera mina vagante del campionato.