Peyton Siva

Peyton Siva

Bruno Arrigoni si è insidiato da poco più di un mese nello staff  dirigenziale bianconero e sta già dando la sua inconfondibile impronta al mercato della Virtus. L’ex General Manager di Cantù è un grande conoscitore del basket collegiale americano e non è un mistero che Bologna abbia messo gli occhi su Peyton Siva per il ruolo di playmaker titolare. Seconda scelta dei Detroit Pistons, Siva ha vinto il titolo NCAA con la canotta di Louisville segnando 10 punti e servendo 5.7 assist di media. Non è dotato di un talento offensivo purissimo, ma ha testa e leadership e potrebbe rivelarsi una scommessa vincente se la Virtus riuscirà ad inchiostrarlo.

Un altro nome finito sul taccuino è David Lighly, un giocatore che Arrigoni conosce molto bene avendolo avuto a Cantù nella stagione 2011/12. In quell’annata Lighly non brillò particolarmente e venne spedito a Cremona in prestito. Il prodotto di Ohio State University è reduce dalla vittoria del campionato francese con Nanterre dove ha viaggiato a 11.8 punti di media. Le difficoltà di ambientamento in Europa sembrano essere state superate ed ora potrebbe ritornare in Italia per far vedere a tutti i cestofili dello Stivale il vero Lighly.

David Lighty ai tempi di Cantù

David Lighty ai tempi di Cantù

La nuova Virtus ha già due certezze che si chiamano Dwight Hardy e Shawn King. Il primo conosce bene il campionato italiano del piano di sotto essendo stato l’MVP della LegaDue nel 2012 mentre il lungo di Saint Vincent e Grenadine è un vagabondo della palla a spicchi avendo giocato in Slovenia, Bielorussia, Ucraina e Francia. Entrambi i giocatori dispongono di  passaporto cotonou e quindi occuperanno lo spot di comunitari. L’idea di Arrigoni è chiara: dare un’anima black alla squadra come faceva a Cantù quando i soldi non abbondavano.

Il costo di questa operazione è il sacrificio di Angelo Gigli e Peppe Poeta, l’asse azzurra che nell’ultima stagione ha sorretto la Virtus nei momenti di maggiore difficoltà quando gli americani Smith ed Hasbrouck compivano uno sciopero bianco. La società bianconera è uscita dal contratto con Gigli per proporgli un nuovo accordo a cifre molto più basse. Nella trattativa si è inserita la Milano e il centro romano non ha saputo resistere alla corte di Re Giorgio. La situazione di Poeta è molto più complicata perché il playmaker azzurro ha ancora due anni di contratto spalmato nove mesi fa. Il presidente Villalta e Arrigoni hanno più volte dichiarato che Poeta non rientra più nel progetto tecnico della società e hanno incaricato il suo agente a trovargli un’altra sistemazione. La volontà del giocatore, però, è quella di restare come confermano queste parole: “Per rimanere alla Virtus sono disposto a tutto. Io qui sto benissimo, cambiare così per cambiare non mi va, sono innamorato di questa città e di questa maglia e voglio giocarmi le mie carte fino in fondo”. Una dichiarazione d’amore che probabilmente non verrà ascoltata perché ormai nel cinico mondo della pallacanestro riecheggia con sempre più forza la frase di Gordon Gekko tratta dal film Wall Street: “È tutta una questione di soldi, il resto è conversazione”.