Bo McCalebb

Toh, Siena è di nuovo sola in testa alla classifica. Visto l’andamento degli ultimi campionati la cosa non sorprende, ma è una notizia degna di nota perché quest’anno è la prima volta che accade. Certo, visto il campionato dispari che rende la graduatoria difficilmente leggibile prima della fine del girone d’andata, Milano ha una partita in meno e potenzialmente potrebbe raggiungerla, ma questo non cancella la sostanza e soprattutto il peso della vittoria della Montepaschi, che ieri è sembrata di nuovo la schiacciasassi del passato. I senesi sono passati a Cremona con grande autorità, segnando 32 punti nel solo 1° quarto, 50 all’intervallo per finire poi a 102 (solo Varese finora, nella 2ª giornata contro Montegranaro, aveva raggiunto la tripla cifra). Percentuali stratosferiche in attacco (1.13 di OER), grande circolazione di palla contro la zona ma soprattutto l’aggressività difensiva, che ha isolato il capocannoniere Wafer e portato Cremona alla fine a perdere 27 palloni sono le note liete per coach Pianigiani, che però pur avendo sfiorato a più riprese il +40, non può essere contento. La serata quasi perfetta dei senesi è stata infatti rovinata dall’infortunio di Kaukenas che, andando a concludere un contropiede è ricaduto male dopo un contatto con Roderick. Il danno è al ginocchio sinistro, lo stesso danneggiato due anni fa. In attesa di una diagnosi precisa, le sensazioni erano tutt’altro che positive e il rischio che il lituano potesse aver già finito la stagione era piuttosto forte, come confermato a caldo dal presidente Minucci. A questo punto, Rakocevic – ancora fuori per scelta tecnica nel turnover di Pianigiani – trova un posto nel roster, ma Siena dovrà tornare sul mercato, anche per non rischiare di aspettare in eterno la sentenza della Giudicante sul già opzionato Omar Thomas.

Se la Montepaschi piange per l’infortunio del lituano mentre si appresta al viaggio verso Lubiana in Eurolega, prima di tornare a casa per affrontare in posticipo Cantù, la stessa Bennet non ride. Gli uomini di Trinchieri sono stati maltrattati a Roma da una squadra che ha beneficiato dell’ottimo esordio di Mordente (ma non vedrà mai arrivare Tyreke Evans) e viaggiava al doppio in termini di rapidità e di energia. Le cause? Stanchezza e rotazioni corte, stante l’indisponibilità di Micov e Shermadini, aggiunte a quella a lunga scadenza di Scekic, che costringerà Arrigoni a tornare a scandagliare le occasioni disponibili in giro. Troppe palle perse e la sofferenza a rimbalzo hanno marchiato la partita di Cantù, che ha resistito di fatto solo un quarto ed ha urgente bisogno di inserire un rinforzo, altrimenti i tanti impegni ravvicinati (giovedì arriva a Desio il Caja Laboral) potrebbero essere davvero deleteri.

Andre Smith

Oltre alla Bennet, ieri ha perso anche Milano che si è schiantata contro quella che ufficialmente è – in questa prima fase – “l’ammazzagrandi” del campionato. Infatti Caserta è l’unica ad aver sgambettato Siena (per di più al PalaEstra) e l’Emporio Armani, uscita battuta dal Palamaggiò prima di tutto sul piano dell’intensità. Il doppio impegno Campionato-Eurolega provoca scorie evidenti in tutte le 3 italiane e Milano si è ritrovata a lasciare strada ad una squadra apparsa molto più motivata e determinata, che ha saputo reagire con un colpo di grande prestigio alle polemiche – eccessive secondo Sacripanti – seguite alle tre sconfitte consecutive. La Pepsi è squadra con limiti evidenti, non ha una rotazione infinita specie se continua a mancare Stipanovic, ma è una formazione partita per salvarsi che ha già dimostrato di avere il cuore per potercela fare e magari fare qualcosina di più.

Specie se Smith fosse sempre quello della ripresa contro Milano, in cui ha messo 24 dei suoi 32 punti, segnando praticamente in tutti i modi e Collins il leader in grado di annichilire un play da Eurolega come Omar Cook. L’Emporio Armani, nonostante un costante Mancinelli da 24 punti, paga gerarchie ancora da definire con precisione e condizioni fisiche imperfette: assente Hairston, anche Nicholas non era al meglio, si è impegnato ma lo ha tolto presto dalla partita (al 26’) un tecnico per proteste dopo il 4° fallo su Righetti, a cui è seguito un tecnico anche a Scariolo, che ha girato l’inerzia della partita verso Caserta. Da ritrovare i due greci, servirà almeno un rinforzo (ma potrebbe arrivare anche una guardia) per sostituire Gallinari, sulla via del ritorno verso Denver. L’accordo annunciato che farà ripartire la NBA a Natale infatti a giorni darà il via al controesodo dall’Europa agli Usa.

L’AGGANCIO – Con tante squadre che devono ancora sistemare qualcosa e gerarchie per questo non ancora del tutto chiare, al fianco di Milano e Cantù, si schiera forte delle proprie certezze, il trio BiellaVareseAvellino. La squadra di Recalcati ha fermato a 4 la serie positiva di Venezia, che ha avuto un altro ventello dal solito “Forever” Young ma troppo poco da Slay – ridotto a giocatore di complemento e non del tutto a proprio agio in questo ruolo –, mentre l’Angelico e la Sidigas sono andati a vincere sui campi di due delle squadre più indecifrabili di questo inizio di campionato, ovvero Treviso (che rischia di perdere i pezzi in direzione Usa, ma difficilmente qualcuno rimpiangerà questo E’Twaun Moore, molto più grave sarebbe la partenza di Adrien) e Pesaro. La squadra di Vitucci ha vinto nelle Marche con pieno merito, confondendo le idee a Hickman (ancora una volta dietro la lavagna il play di Dalmonte ed è grave per una squadra che difetta di personalità, ha talento – 7 assist di White, che ha generato molte situazioni partendo dalla punta – ma va troppo a sprazzi) e compagni con la zona, e colpendo dall’altra parte con la capacità di aprire il campo, segnare da tre anche con i lunghi e liberare l’area all’atletismo del solidissimo Linton Johnson. Per Biella, più efficace fuori che in casa, continua a dare frutti la fantastica capacità di scelta dei giocatori di Marco Atripaldi che, dopo Coleman l’anno scorso, quest’anno ha portato Jacob Pullen, rookie che si sta rivelando una potenziale stella del nostro campionato e un grandissimo talento mai del tutto esploso come Dragicevic. Questi due sono gli elementi chiave di una squadra che Cancellieri fa giocare in modo gradevole, con intensità, ritmi elevati e grande efficacia. E resta da inserire anche Chrysikopoulos.

Justin Hurtt

RITROVATO – A volte la minaccia del taglio può fare bene. E’ il caso di Justin Hurtt che, da oggetto misterioso più volte messo in discussione, finalmente per Varese ha lasciato il segno, decidendo di fatto la partita con Venezia. Il rookie da Tulsa ha segnato 7 canestri dal campo, scegliendo bene i momenti in cui colpire, ma soprattutto ha giocato con un’aggressività finora mai vista. Ha guadagnato 4 liberi, addirittura il doppio di quelli tirati in tutte le prime 7 partite. Per gli esordienti nel nostro campionato, l’approccio non è facile, specie se arrivano direttamente dal college, ma da Hurtt era lecito attendersi più di 7.0 punti di media. Contro Venezia si è sbloccato (18), ora arriva – nel momento peggiore per lui in cui fermarsi – il turno di riposo, ma dopo dovrà confermarsi a Sassari.

LA RISCOSSA – Dopo aver iniziato il campionato con 6 sconfitte, Casale ha centrato la seconda vittoria consecutiva, vincendo l’importante scontro diretto con Montegranaro, che – giunta a sua volta al 6° k.o. in fila (da salvare solo Brunner e Ivanov, male Coby Karl che non ha inciso davanti a papà George in tribuna) – ha fatto arrabbiare coach Valli e rimane in fondo alla classifica, in compagnia di una Teramo in difficoltà (senza Wanamaker e con l’arrivo già annunciato di Charles Jenkins a rischio per la ripartenza della NBA) crollata troppo facilmente a Sassari. La Novipiù sembra aver trovato il suo assetto con un play realizzatore come Shakur al fianco di Temple – ieri hanno giocato insieme per la prima volta e prodotto 31 punti col 50% su azione –, potendo contare anche sul sempre più sorprendente David Chiotti  (16+10, in stagione 11.9 punti e 7.7 rimbalzi: ecco come non sentire il salto dalla Legadue alla Serie A) e sull’ultimo arrivato Martinoni che si è subito fatto apprezzare.


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