Bo McCalebb

Poteva essere una giornata importante per rompere il predominio di Siena, colpita pesantemente sul fronte infortuni, che hanno già tolto di scena Kaukenas e per almeno un paio di mesi anche Lavrinovic, operato oggi a Milano per risolvere la patologia alla colonna vertebrale. Già, poteva. Ma Cantù non c’è riuscita. E la Montepaschi ha confermato, pur nell’emergenza, la qualità e la profondità del proprio organico, che ha tirato fuori la miglior prova stagionale di David Andersen (29 di valutazione), un impatto stratosferico di Nikos Zisis e trovato grande spinta dalla propria difesa che, con i frequenti cambi e qualche intermezzo a zona, ha confuso le idee a Cinciarini e compagni. In questa situazione si è esaltato il solito McCalebb, che ha propiziato il break decisivo prima dell’intervallo con le palle recuperate e le fughe in contropiede a tutta velocità, dimostrando quanto siano solide le fondamenta su cui si appoggia l’edificio senese.

Cantù ha pagato carissimo un 2° quarto da 8 punti con 3/12 al tiro e 8 palle perse (erano già 15 a metà gara), dimostrando di non essere a sua volta al meglio per l’assenza di Scekic, le condizioni imperfette di Micov e la scarsa vena di diversi elementi, in particolare Markoishvili e Leunen (13 punti e 4/14 combinato). Troppe difficoltà per sperare di restare in gara solo con i tiri di un Basile caldissimo dall’arco. La Bennet così si ritrova risucchiata nel gruppone di centro classifica, a -4 da Siena, e deve ancora osservare il turno di riposo. Ma entrambe ora andranno sul mercato. La Montepaschi, che ha reinserito stabilmente Rakocevic e chiesto a Ress di fare il Lavrinovic, attende indicazioni su come muoversi dalla sentenza della Giudicante di domani sul caso Omar Thomas, mentre Cantù ha già preso il play Nicolas Gianella, che dovrebbe essere a disposizione già mercoledì a Bilbao, dove dovrebbe andare anche David Lighty – ieri in panchina “per scelta tecnica”, ha detto Trinchieri – in attesa della chiamata da Cremona. Per il rinforzo sotto canestro invece l’idea è quella di aspettare gli ultimi tagli prima del via della stagione NBA.

gallinari

Danilo Gallinari

LA PARTITA DEGLI ADDII – Il lockout che ha ritardato il campionato oltreoceano ha creato qualche squilibrio tecnico e parecchie situazioni anomale, come quelle della partita tra Emporio Armani e Vanoli Braga, che è stata la gara dell’addio di Gallinari (ma è più probabile un “arrivederci”) da una parte e Wafer dall’altra. Entrambi tornano nella NBA, ma mentre per il Gallo la destinazione Denver è già sicura, l’ex Celtics un contratto ancora se lo deve guadagnare. La buona stagione a Boston aggiunta all’età ancora giovane e alle prestazioni da capocannoniere del campionato italiano, seppur in una Cremona con una classifica non esaltante, dovrebbero permettergli di trovarlo senza particolari problemi. Sul campo Milano ha finalmente interrotto la serie negativa e vinto la partita, ma senza entusiasmare. Gallinari ha sbloccato la situazione con 8 punti consecutivi tra 1° e 2° quarto, lì la squadra di Scariolo ha allungato e non si è più voltata indietro ma ha corso qualche rischio, rimasto tale solo per l’incapacità della Vanoli di gestire con lucidità i possessi che potevano riportarla a contatto. La partenza di Danilo (verrà sostituito con una guardia, ma senza fretta) – che ha confessato l’emozione a fine gara – si farà sentire ma la sensazione è che possa servire a stabilizzare le gerarchie e permettere a qualche compagno di squadra di avere più spazio e prendersi maggiori responsabilità, in particolare Nicholas e Fotsis.

Jacob Pullen

SORPRESE E NOVITA’ – Dopo 9 giornate, la sorpresa non può che essere l’Angelico di Cancellieri, che si è assestata addirittura al secondo posto al fianco della ben più pregiata (e costosa) Milano. Vero, c’è una partita giocata in più dei lombardi, ma questo non cancella un inizio di stagione oltre le aspettative per Biella che, contro Avellino (passaggio a vuoto di Linton Johnson), ha centrato la quarta vittoria nelle ultime cinque, passando dall’inferno di un inseguimento durato praticamente 40 minuti al paradiso del successo arrivato in overtime. Ancora una volta decisivo Jacob Pullen (17.0 punti e 3.4 assist in stagione), che talvolta mostra paurosi alti e bassi di rendimento e concentrazione – in parte comprensibili vista la giovane età – ma che quando si accende è in grado di lasciare il segno e dimostra di avere una personalità già ben sviluppata. Da lui sono arrivate l’ispirazione per la rimonta di una squadra fino ad allora retta quasi da solo da Jurak, ma soprattutto il canestro del 72-72 al 40’ e 6 punti fondamentali nel supplementare.

Ma continua ad andare forte anche Caserta, andata a vincere sul campo di una Roma che fa una fatica mostruosa a vincere due partite di seguito (c’è riuscita solo alla seconda e terza giornata). Troppo discontinui e fragili i ragazzi di Lardo, che hanno pure dovuto fare i conti con diversi infortuni. Sabato non sono riusciti a mettere le mani sulla partita, spaccandola quando avrebbero potuto, e sono arrivati al finale col fiato corto facendosi soffiare la vittoria da una squadra che continua ad avere grosse cose da Smith (17.9 punti e 8.1 rimbalzi di media) e Collins (doppia-doppia da 17 e 10 assist: in stagione 16.6+6.4) e soprattutto un cuore notevole, nonostante i problemi societari e la partenza di Ciorciari che ha chiesto e ottenuto di tornare in Argentina. A Roma, l’uomo decisivo è stato Alex Righetti, con 15 dei suoi 20 punti nell’ultimo quarto, ma tanti portano il loro mattone alla causa e all’occorrenza sanno ergersi a protagonisti. E questa è la notizia migliore per Sacripanti.

Viktor Sanikidze

Quella per Finelli, che ha schierato per la prima volta la Virtus – giunta alla terza vittoria in fila – col nuovo assetto dopo il restyling sul mercato (Werner però è rimasto seduto), invece risponde al nome di Viktor Sanikidze. Il georgiano volante ha piazzato contro una Sassari troppo piatta in avvio la miglior prova italiana con un 42 di valutazione (frutto di 27 punti e 16 rimbalzi) che si commenta da solo. In stagione viaggia ad un soffio dalla doppia-doppia di media, ma nelle ultime tre le sue cifre sono cresciute in maniera clamorosa: 18.3 punti e 13.7 rimbalzi, roba da dominio assoluto. Quello che la Canadian Solar ha messo in campo arrivando fino al +22 prima di schiantarsi contro la zona di Sacchetti. E’ una squadra rinnovata questa Virtus, che – in attesa di novità societarie – deve perfezionare i suoi nuovi equilibri con Poeta da play titolare e un Douglas-Roberts che deve essere maggiormente coinvolto, ma intanto vince e questo può fare solo bene.

PROBLEMI –
Continuano a non entusiasmare Treviso e Pesaro, accomunate anche dal fatto di aver ridato ossigeno a due squadre in difficoltà, Montegranaro e Teramo rispettivamente. La Benetton, terza sconfitta in fila, ha pagato il tradimento di Scalabrine – tornato negli Usa, dove lo raggiungerà presto anche Moore – e non è ancora riuscita a stabilire precise gerarchie nelle rotazioni, complice la presenza di tre giocatori virtualmente a tempo (ancora da chiarire il futuro di Adrien). Dal mercato arriverà Jobey Thomas, in attesa di un lungo che possa aiutare a rinforzare la posizione di Djordjevic, che qualche voce vorrebbe già in bilico. Le stesse voci stanno riguardando anche Dalmonte – già da tempo non completamente sostenuto dalla tifoseria – che, con la sua Scavolini Siviglia, ha incassato a Teramo la seconda sconfitta consecutiva, sbagliando totalmente la partita per approccio, energia e intensità. Deludenti troppi uomini chiave, a cominciare da Hackett per arrivare a Cavaliero, Cusin e Lydeka. Rimangono sempre perplessità su Jones, perché se è davvero in declino e non può essere più di un giocatore di complemento, forse è un lusso che Pesaro non si può permettere. In una serata del genere conta relativamente la miglior prova stagionale di James White e il commento più eloquente è stato quello dello stesso Dalmonte: “Chiediamo scusa a chi ha seguito la gara e alla nostra proprietà”.

Milos Borisov

ZONA SALVEZZA – In una classifica tuttora estremamente corta, ci sono quattro squadre leggermente più staccate, che chiudono la fila a quota 4, ma hanno dimostrato di essere tutte vive: due hanno vinto, una ha perso solo al supplementare. Montegranaro ha disputato una partita in meno e, contro Treviso, ha interrotto la serie di 6 k.o., mostrando i primi effetti benefici della cura Valli, soprattutto con la divisione in regia tra Karl e Zoroski e il risveglio di McNeal. Teramo ha annichilito Pesaro e conquistato due punti preziosissimi, superando anche la “maledizione della guardia” che non c’è, con una grande partita di cuore e aggressività di tutto il gruppo, ispirata da una prova sopra le righe di Milos Borisov (23+15 rimbalzi). Dopo due successi consecutivi, Casale invece ha perso in overtime la replica dell’ultima finale di Legadue con Venezia. E’ stata una grande partita da entrambe le parti, l’ha decisa il solito Young, elemento chiave per la truppa di Mazzon (6 in doppia cifra) – che è nel gruppo al 4° posto – ma questo non cancella la prova della Novipiù, letteralmente trasformata dall’arrivo di Shakur (3 gare, 22.7 di media con grandi percentuali) e che ha avuto anche il massimo stagionale da Janning. Quella con qualche problema in più sembra dunque Cremona che ha appena recuperato Perkovic, ha già sostituito Thomas con Roderick e deve salutare Von Wafer (top-scorer a 20.1 punti). Lo rimpiazzerà David Lighty che, in uscita da Cantù, è però tutt’altro tipo di giocatore, meno solista, meno realizzatore, ma dotato di buona tecnica e in generale più elemento di sistema. Toccherà a coach Caja valorizzarne il potenziale, che di certo non è trascurabile.


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