Banchi-in-sala-stampa-ELLuca Banchi
 (EA7 Milano) 8,5 – Identità difensiva, lavoro di gruppo dentro e fuori dal campo, concentrazione sui 40 minuti e voglia di impegnarsi in entrambi i lati del parquet. Ricette semplici per squadre con mentalità vincente, leggi Siena ieri e, forse, traduci con Milano oggi. Coach Banchi ha portato con se i valori semplici, lavoro ed intensità, che per larghi tratti si sono visti anche nell’Olimpia edizione 2014. Merito del coach toscano che sta trovando alchimie ma soprattutto sta infondendo con inesorabile perizia nel DNA dei biancorossi la capacità di giocare insieme. Etica ed impegno costante che hanno subito conquistato anche i tifosi più scettici, voto più che positivo con freccia decisamente puntata verso l’alto.

MPS mens sana siena vs Granarolo Bologna - coach BechiLuca Bechi (Granarolo Bologna) 5 – Il coach livornese è uno dei pochi reduci della passata stagione virtussina. La mossa di schierare Matt Walsh, una delle migliori ali del campionato, nel ruolo di sesto uomo ha sorpreso inizialmente gli avversari e la Granarolo ha conquistato cinque vittorie nelle prime sei partite di campionato. Nel prosieguo della stagione Bechi non è riuscito a dare una reale identità offensiva alla Virtus che troppo spesso abusa di 1 vs 5 e di isolamenti. Il risultato è stato il mancato raggiungimento del primo obiettivo stagionale di Bologna: la qualificazione alle Final Eight di Coppa Italia con 9 sconfitte nelle ultime 11 gare. E infatti… in bocca al lupo a Giorgio Valli!

piero-bucchi-Foto-di-©-Daniele-Furlanetto-2013-e1391122627269Piero Bucchi (Enel Brindisi) 8,5 – Chiudere il girone d’andata da prima della classe, ad agosto, era al di là dei sogni. Gran parte del merito del, fin qui, eccezionale campionato dei brindisini è suo che ha scelto di allestire una formazione atletica , operaia, e davvero lunga; per farlo ha rinunciato ai “nomi” puntando su giovani e su giocatori provenienti da leghe minori. La sua squadra ha centrato 12 vittorie pur dovendo fare i conti con Aminu giunto in ritardo e mai realmente inserito. Gli si potrebbero addebitare alcune scelte tecniche opinabili nelle sconfitte contro Bologna e Montegranaro ma, si sa, la perfezione non è di questo mondo.

Marco-Crespi_photo-alessiabruchi-2013-26Marco Crespi (Montepaschi Siena) 8,5 –  Il ritorno di Crespi alla guida di una squadra, dopo la perfettibile esperienza di Casale, è stato una sorpresa per tutti gli addetti ai lavori. Con un gruppo costruito con un budget risicato Siena ha chiuso il girone d’andata a due punti dalla vetta, perdendo solo allo sprint finale con le tre squadre che la precedono in classifica, ed ha mancato le Top16 di Eurolega per un canestro allo scadere. La partenza di Hackett ha privato il gruppo del leader, e miglior giocatore. Questo e l’inserimento di due nuovi giocatori, hanno rallentato la marcia di una squadra che è chiamata a trovare rapidamente una nuova identità.

00300_20131016_213043_D700_Basketball-e1391122801980Luca Dalmonte (Acea Roma) 7,5 – Il coach bolognese ha iniziato la stagione dovendo fare i conti con una pressione incredibile su una squadra che veniva da un’annata irripetibile. Un inizio di stagione non facilissimo ha complicato ulteriormente le cose ma Dalmonte è stato molto bravo a gestire il momento, tenendo lontane le critiche dalla squadra che lui ha saputo dirigere fuori dal tunnel dandogli un’identità chiara: una Virtus Roma da battaglia. Una sorta di Virtus operaia dove in un socialismo cestistico tutti sono sullo stesso piano degli altri. Non ci sono superstar in questa squadra ma tanti buoni giocatori che Dalmonte, e il suo staff, hanno specializzato e migliorato negli ultimi mesi. “E’ un campionato bastardo”, Dalmonte ha ripetuto tante volte in questo inizio di stagione. Bhè, questo è il coach giusto per  una Virtus operaia in un campionato bastardo.

Coach-Sandro-Dellagnello-Foto-di-A.Bignami-2013Sandro Dell’Agnello (Vuelle Pesaro) 6 – Alla sua prima panchina nella massima serie, in una squadra dove aveva lasciato il segno anche da giocatore, Il tecnico livornese non si è trovato di fronte una situazione facile. Pochi soldi, pochi uomini a disposizione, infortuni e rimaneggiamenti. Le sue scelte di gestione nei finali di partita, unite ad una continua ammissione di inferiorità come giustificazione di tante sconfitte, hanno spesso lasciato i tifosi con qualche dubbio a fronte di una Vuelle che ha perso tante partite negli ultimi cinque minuti per mancanza di alternative tecniche da opporre agli avversari e per lucidità di gestione. una cosa è certa: Pesaro, per riuscire a salvarsi, aveva bisogno di costruire un’identità forte e un gruppo coeso che giocasse una pallacanestro adatta alle qualità dei suoi uomini. E in questo Dell’Agnello ci ha messo tanto del suo, trasmettendo alla squadra la voglia di lottare sempre e dandogli un carattere definito.

DSC52531-e1391122952749Fabrizio Frates (Cimberio Varese) 5 – Ci sono fatti e ci sono opinioni. E’ un fatto che si sia trovato ad allenare una formazione inadeguata tecnicamente nei ruoli chiave (cfr. il famigerato asse Clark-Hassell). E’ un’opinione che fino ad ora non sia riuscito a migliorare sensibilmente, o quantomeno a nascondere, alcuno dei difetti congeniti emersi fin dal primo allenamento. E’una voce, diventata opinione, che i giocatori non vedano di buon occhio il suo piglio da generale, i suoi modi bruschi, tanto da giocargli contro: poi arriva la vittoria di Reggio Emilia (fatto) e ti chiedi dove sia l’errore. E’un’opinione che un altri potessero fare meglio col materiale umano a disposizione. E’ però un fatto che la sua squadra abbia mancato il referto rosa 19 volte su 29… Troppe. Opinione: bocciato, per ora.

Coach-Zare-Markovski-Foto-di-A.Bignami-2013-e1391123035367Zare Markovski (Reyer Venezia) 7,5 – 8 vittorie in 12 uscite, più la conquista delle Final Eight. Basterebbe questo a dar credito al lavoro del coach orogranata, capace di risollevare le sorti di una squadra che sembrava destinata alla lotta salvezza. Il segreto? Un’attenzione maniacale alla fase difensiva, il rilancio di tanti giocatori rigenerati dal suo arrivo e la solidità mentale che ha saputo trasmettere ai suoi, in grado di sopperire all’emergenza infortuni che ha notevolmente accorciato le rotazioni. (Andrea Mazzon 5,5: forse, avrebbe avuto solo bisogno di più tempo).

6K_DSC3503_D700_20130517Max Menetti (Grissin Bon Reggio Emilia) 6,5 – La piazza, in virtù del campionato scorso ed anche dei nuovi acquisti, è giustamente molto ambiziosa e quindi nella valutazione del coach, reggiano d’adozione, va considerato anche questo. La squadra ha stentato all’inizio, alternando perfettamente vittorie al PalaBigi e sconfitte fuori. Dopo diverse prove incolori si è deciso di puntare su Kaukenas al posto di Coby Karl per dare maggior leadership ad un gruppo che faticava a trovare la giusta alchimia. Ultimamente l’attacco ha trovato maggior fluidità grazie anche alla ritrovata forma di White e alla regia del Cincia che proprio su spinta del coach sta diventando più assistman che realizzatore. Fino ad ora ha centrato perfettamente i primi due obiettivi stagionali, che erano le Final-Eight e il passaggio del turno in Eurochallenge: in linea con le aspettative, ma manca almeno un exploit esterno per una squadra ricca di talento.

Molin-1Foto-R.-Caruso-2013-e1391123135309-1024x682Lele Molin (Pasta Reggia Caserta) 7- Il primo girone di andata da capoallenatore per il mestrino può ritenersi soddisfacente. Sta ben plasmando dal nulla una squadra nuova, con pregi e difetti del caso, e li sta facendo maturare, prendendosi così belle soddisfazioni e beffe brucianti. Il processo sta avendo qualche problema, leggasi i cinque ko consecutivi e l’infortunio di Moore, ma le possibilità di diventare un avversario ostico per la post season esistono eccome; la Final Eight mancata per un soffio non cancella i 14 punti del girone d’andata, base solida per una tranquilla salvezza. Raggiunti i 20, si può puntare in alto.

Moretti

Paolo Moretti (Giorgio Tesi Group Pistoia) 8 – Nella prima parte di stagione ha avuto i suoi bei grattacapi con un roster completamente rivoluzionato per far fronte alle formazioni (ed alle spese) della massima serie, ma con un grande lavoro in palestra è tornato ad avere piene redini della squadra. 12 punti al giro di boa non sono pochi per una neopromossa che punta alla salvezza e se ci aggiungiamo lo spettacolo che offrono ogni settimana, non possiamo che promuovere a pieni voti l’operato del coach aretino.

PancottoCesare Pancotto (Vanoli Cremona) 8 – Eterogenesi dei fini per una squadra che negli ultimi anni ha palesato una coazione a ripetere l’esonero dell’allenatore e poi ne è sempre uscita meglio: questa volta, infatti, la scossa non c’è stata. Buon segno. Pancotto ha in effetti implementato da subito elementi di gioco e di mentalità pensati per durare e che, una volta giunti a sufficiente maturazione, hanno prodotto la storica striscia di 4 vittorie consecutive in Serie A. Cesare, dunque, venne, vide (4 sconfitte) e vinse. Con l’handicap non trascurabile della duplice assenza di Rich, Cremona, grazie alla sua abilità maieutica, si riconcilia con gli ora trasfigurati Woodside e Kelly e da cartina tornasole di questo inizio 2014, mette a nudo le mancanze delle malcapitate squadre groggy lasciate al tappeto nel percorso. Avvertenza: la mano che conquista, non è la mano che conserva; lo ha sperimentato suo malgrado Gigio Gresta (5) esonerato  alla 7a sconfitta, dopo la salvezza inebriante dello scorso anno. Chissà dove il Presidente Aldo Vanoli avrà messo l’asticella per il finora meritato rinnovo…

20130421_Sutor_Scavolini_Foto-di-Fabrizio-Stefanini-2013_30Carlo Recalcati (Sutor Montegranaro) 6 – Il coach milanese, giunto a Montegranaro grazie al rapporto di amicizia con il g.m Sandro Santoro, ha deciso di restare ancora in gialloblù per centrare nuovamente l’obiettivo della salvezza. Durante il mercato estivo ha dettato le linee guida sulla costruzione della squadra ma, dopo un discreto avvio, causa problemi economici, il team ha perso Collins e sembra aver accusato il colpo. Reduce da 8 sconfitte nelle ultime 9 gare, il navigato ex ct della Nazionale, dopo la disfatta contro la diretta rivale Cremona, ha accusato la società di non aver rispettato il progetto iniziale e di non aver messo squadra e staff nelle condizioni per poter lavorare al meglio; in settimana la situazione sembra essersi chiarita e risolta grazie al piano operativo proposto. Dopo il girone di andata, Charlie non è ancora riuscito ad imporre ai suoi di modificare l’atteggiamento e l’aggressività in fase difensiva, vera costante negativa finora. Ci vorrà una drastica inversione di rotta, magari anche qualche aggiunta al roster, per portare avanti degnamente la stagione.

Meo Sacchetti durante la partita (Foto  Salvatore Madau)

Meo Sacchetti durante la partita (Foto Salvatore Madau)

Meo Sacchetti (Dinamo Banco di Sardegna) 6,5 – Il Gigante di Altamura conclude il girone di andata con un sesto posto a 4 punti dalla vetta e la prima (storica) qualificazione al secondo turno di EuroCup. Sotto le sue direttive una squadra ancora alla ricerca della giusta chimica: con un roster dal grande talento individuale tocca a Sacchetti l’arduo compito di inserire l’ingrediente segreto per farla diventare gruppo. Vittima sacrificale del girone d’andata un Johnson sottotono che non ha trovato nell’arrivo di Gordon la spinta per dare di più bensì quella per rescindere un contratto biennale. A Meo si può imputare l’ancora rugginosa elasticità nei cambi, soprattutto per i giovani (leggasi il rientro di Fernandez in Argentina e il prestito di Reinholt in Spagna): ma la pedagogia sacchettiana richiede un tempo di maturazione maggiore. E diciamoci la verità: qualsiasi altro allenatore vorrebbe alla sua corte due play del calibro di Marques Green e Travis Diener ma nessuno sarebbe disposto a tollerare il carico mentale che la convivenza di questi due leader comporta.

Sacripanti-Stefano-Foto-Roberto-Caruso-2013-1024x682Stefano Sacripanti (Acqua Vitasnella Cantù) 8,5 –  Tornato più esperto e maturo dalle formative esperienze pesaresi e casertane “Pino” ha compiuto un mezzo miracolo in estate quando con l’ausilio del  general manager Della Fiori è riuscito, con un budget fortemente ridotto, a confermare giocatori importanti portandosi con sé Stefano Gentile e pescando un gruppo di giocatori con forti motivazioni personali. Cantù è la squadra più brillante in attacco (seconda per punti segnati, prima in assist ed in tutte le specialità di tiro) con esterni che sanno attaccare dal palleggio, giocare pick&roll o colpire dal perimetro mentre in difesa si concede a volte pause pericolose.

VitucciFrancesco Vitucci (Sidigas Avellino) 4,5 – Per “Coach of the Year” sin qui un annus horribilis con un record di 7 vittorie e nove sconfitte che boccia il coach della Sidigas Avellino, il roster e le scelte di mercato operate in sinergia in estate col club. I recenti ko contro Reggio Emilia e Pesaro (bestia nera dei biancoverdi) hanno messo sul banco degli imputati il trainer veneziano (con qualcuno che ha chiesto addirittura le dimissioni). La difesa è il tallone d’Achille della squadra e sicuramente non il cavallo di battaglia del buon Frank. Avellino è la quart’ultima retroguardia del torneo con  82 punti subiti di media. I trentadue punti subiti nel primo quarto contro la Grissin Bon danno idea delle difficoltà che sta incontrando il gruppo irpino in cui la stella Lakovic non ha finora brillato a causa di prolungati fastidi ai tendini. A complicare la situazione a Vitucci ci ha pensato Jarvis Hayes, colui che doveva permettere alla Sidigas di compiere il salto di qualità. A togliere le castagne dal fuoco per “Il Sindaco” c’ha pensato il trio Cavaliero – Ivanov – Thomas, la vera sorprese di quest’anno. L’unica certezza per un Vitucci chiamato a salvare la nave prima che sia troppo tardi.

(Alessandro Aita, Davide Baselice, Alessio Berdini, Federico Bobbio, Marco Bogoni, Andrea Furlan, Fabio Gandini, Alessandro Giuntoli, Marco Mantovani, Nicola Martinelli, Matteo Meli, Carlo Perotti, Luigi Piarulli, Valentina Sanna, Marco Taminelli, Emilio Zito)