Peppe Poeta

Comincia ad assumere una propria fisionomia nelle parti alte la classifica di un campionato di serie A, che era e resta comunque equilibrato. Siena, vittoriosa a Treviso, mantiene la leadership solitaria, sempre tallonata da una Milano che ha dovuto faticare moltissimo per rincorrere e battere di misura Avellino. Al terzo posto si consolida l’eccellente momento di forma della Canadian Solar, uscita indenne anche dal difficile campo di Caserta, affiancata da una Cantù che ha vinto il secondo derby consecutivo. La Bennet deve ancora osservare il turno di riposo ed è anche grazie a questo se al momento è riuscita a riemergere dal gruppone – in cui era finita qualche settimana fa – che ora racchiude 9 squadre in 4 punti e promette grandi emozioni anche in vista della qualificazione alla Final Eight di Coppa Italia, per cui ogni risultato da qui alla fine del girone d’andata potrà essere davvero determinante.

Serata decisamente diversa per le due big del campionato. Siena è riuscita a tenere a bada i giovani leoni della Benetton, lo ha fatto conducendo praticamente sempre ma senza dominare e trovando giocate importanti da interpreti diversi a seconda dei momenti della gara. E’ una Montepaschi arrivata a fine 2011 un po’ a corto di ossigeno, come dimostra il -17 a rimbalzo, e con giocatori da inserire (Thornton) o reinserire (McCalebb). Ma la mentalità vincente non manca mai e la capacità di adattarsi in corsa alle situazioni e cambiare scelte tattiche è stata ancora una volta decisiva. Treviso ha finito polemizzando per le decisioni arbitrali, non è nostro compito entrare nel merito della questione, ma di certo non si può dire che gli uomini in grigio abbiano vissuto un inizio di stagione semplice.

Jacopo Giachetti (Foto: Alessia Doniselli)

Milano ha vinto invece di rincorsa, potendo contare su una rotazione che, pur senza l’infortunato Hairston e con Radosevic rimasto seduto, era più ampia di quella di Avellino, arrivata boccheggiante alle ultime battute. Resta una grande prova per gli uomini di Vitucci, che anche contro Siena avevano sfiorato l’impresa e ormai non sorprendono più per la qualità e la spettacolarità del gioco ispirato da Green e Dean (che li avevano portati anche a doppiare l’Emporio Armani, sul 34-17) e ben finalizzato anche da Slay e Golemac. Ma per i milanesi cresce la consapevolezza dei propri mezzi ed è stata importante la capacità di reagire a gara in corso e non ripetere il crollo di Cantù, anche grazie alla scelta vincente di Scariolo di giocare “piccolo” (Giachetti al fianco di Cook, con Nicholas da 3, Mancinelli e Rocca vicino a canestro) contro i furetti biancoverdi. Proprio da uno dei cambi, Jacopo Giachetti (15 punti nell’ultimo quarto), ha trovato la spinta decisiva verso la vittoria.

Nicolas Mazzarino

CANTU’, I DERBY FANNO BENE – Passata alle Top 16 di Eurolega e potendo un attimo rifiatare dalla fatica del doppio impegno, Cantù è uscita rigenerata dal doppio derby lombardo. Dopo aver letteralmente bastonato Milano, la Bennet ha vinto d’autorità anche a Varese, rompendo l’imbattibilità casalinga della truppa di Recalcati. Una vittoria di squadra, come nel miglior stile di Cantù, che ha beneficiato ancora dell’efficacia del tiro da tre (è largamente la migliore in serie A) ed è riuscita a trovare contributi importanti da tanti elementi, da un Mazzarino che viaggia col 54% dall’arco in stagione a un Marconato da 15 di valutazione in soli 14 minuti, da uno Shermadini che ha sfiorato la doppia-doppia ad un Cinciarini che con la difesa ha saputo isolare Stipcevic dal resto della squadra. Onesta l’analisi di Recalcati, che ha lanciato in quintetto Reati e Talts, ma a fine gara ha ammesso l’enorme differenza esistente al momento tra le due squadre, consapevole che la sua certamente al livello di Cantù non può competere, specie se Hurtt è tornato ad essere un oggetto misterioso e non arriva un rinforzo sotto canestro.

VIRTUS, ROBA DA POETA – La Virtus di coach Finelli è certamente una delle squadre più calde del momento: alla ormai consolidata affidabilità interna sta abbinando una crescente maturità che le ha permesso di andare a vincere (sesta vittoria nelle ultime sette) su un campo insidioso come quello di Caserta, mantenendo a lungo il vantaggio e contenendo sapientemente ogni tentativo di rincorsa dei padroni di casa (ormai esaurite le parole per uno spettacolare Righetti). L’ultimo, davvero insidioso, negli ultimi minuti ha trovato la sua scintilla nello scontro sotto canestro tra Sanikidze e Smith, con una gomitata – all’apparenza fortuita ma certamente dolorosa – del georgiano alla gola dell’americano, finito a terra senza respiro. Il pubblico casertano ha protestato vivacemente per la mancata punizione ai danni di “Air Georgia” ed ha dato una notevole carica ai suoi giocatori, che si sono rifatti sotto molto pericolosi. Ma non abbastanza per frenare una squadra che sta trovando sempre più certezze sull’asse formato da Peppe Poeta (16.3 punti e 5.3 assist nelle ultime 4), sempre più padrone della situazione, e Angelo Gigli (14.3 punti e 7.3 rimbalzi nelle ultime 4), solido sotto canestro. Non sorprende la consueta doppia-doppia (è la sesta in stagione) di Sanikidze, che ha vinto il duello col temuto Smith, viene invece da chiedersi cosa potrebbe essere questa Virtus con due americani meno marginali di Lang e Douglas-Roberts.

SHAKUR “ON FIRE” – Continua ad essere caldissima anche Casale, che si riavvicina al gruppone di centro classifica prendendo due punti pesantissimi nel derby contro Biella, che a cavallo del suo turno di riposo ha incassato la seconda sconfitta consecutiva (segnando 71.5 punti, nelle precedenti 4 ne aveva segnati 84.0). L’uomo chiave per coach Crespi – ormai non fa più notizia – è stato ancora una volta Mustafa Shakur, al quarto ventello su sei presenze stagionali: da quando c’è lui la Novipiù ha il 66% di vittorie. Non è un gran tiratore, ma un play realizzatore capace di prendersi le responsabilità al momento giusto. Come nel 3° quarto quando ha segnato 7 punti nel 12-0 con cui Casale ha risposto al pareggio biellese, e soprattutto nelle fasi finali del 4° con i due canestri che hanno vanificato la serata perfetta al tiro (7/7) di un combattivo Jurak (Biella ha pagato le 10 palle perse della coppia PullenColeman, che ha prodotto un complessivo 12/29 dal campo).

Michalis Kakiouzis (foto Alfieri)

KAKIOUZIS, CONFERMA IN ARRIVO – Se il successo di misura a Teramo era stato come una boccata d’ossigeno per Roma, quello ottenuto contro una Venezia in fase calante (1 vittoria nelle ultime 4, infortunato Bowers, uscito nel 1° quarto per una botta al ginocchio, male Clark) è molto di più. Serve a ridare certezze al roster di Lardo, sempre tormentato da problemi fisici (ancora assente Datome), e ad acquisire maggiore tranquillità in campo. E servirà con ogni probabilità a Michalis Kakiouzis per garantirsi, dopo la parentesi a Cremona, la permanenza nella Capitale fino a fine stagione. Il greco con la sua esperienza ha dimostrato di poter essere davvero utile per questo  gruppo, in più non ha perso il vizio di fare canestro e mettere dentro palloni importanti. Il suo 5/5 da tre – in una serata da 58% di squadra, dopo qualche pasticcio iniziale contro la zona di Mazzon – ha pesato tantissimo per l’Acea, così come la sua prova complessiva da 23 punti, 11 rimbalzi e 34 di valutazione. Il suo impatto insieme al ritorno di Maestranzi, che permette a Lardo di ricorrere anche al doppio play, ha dato a Roma due vittorie scaccia-crisi. Per trovare maggiore stabilità però si dovrà ora passare dall’insidiosa doppia trasferta a Milano e Casale.

L’ERRORE DELL’EX – Non riesce a trovare continuità una Pesaro davvero enigmatica, che aveva risposto con due vittorie di misura alla pericolosa sequenza di tre sconfitte. E’ caduta nuovamente, dopo aver condotto a lungo, sul campo di Sassari (18 a testa per i cugini Diener), che si conferma decisamente più insidiosa sull’isola di quanto non sia quando approda sulla penisola. Curioso che l’errore decisivo sia stato un tiro libero – che avrebbe mandato tutti al supplementare – sbagliato da James White, capocannoniere l’anno scorso proprio con la maglia del Banco Sardegna e decisamente più alterno, complice anche una partenza con infortunio, nel sistema di Luca Dalmonte (segna quasi 7 punti di media in meno di un anno fa, tira peggio da 2 e ai liberi e prende meno rimbalzi). Per Pesaro è in crescita Hickman (nelle ultime 4, 17.3 punti e 3.0 assist di media e quasi una garanzia dalla lunetta, una rarità per una delle squadre peggiori nella specialità), sempre molto alterno Jones, mentre la miglior partita stagionale di Lydeka è coincisa sull’altro fronte con l’esaltante prova di Tony Easley.

Tony Easley Jr.

Un debutto interno da urlo per l’atletico centro ex Forlì che ha rinunciato a tornare negli States per le vacanze natalizie, preferendo cogliere al volo l’opportunità di salire in serie A. Col suo 38 di valutazione, frutto di 23 punti, 11 rimbalzi e 5 stoppate, tirando 11/13 da due, forse Sassari può pensare di aver trovato quel lungo che non hanno saputo essere né Keith Benson, già tagliato anche in NBA da Atlanta, né Steven Hunter. Ma si attendono conferme nelle prossime sfide, a cominciare dalla difficile trasferta di Biella del 3 gennaio.

CREMONA, PUNTI PREZIOSI – Complice il turno di riposo, perde contatto in fondo alla classifica Teramo, che ha annunciato Donnie McGrath ma si ritrova a -4 dalle più vicine concorrenti. Questo perché Cremona, che però deve ancora riposare, ha vinto l’importante e insidioso derby salvezza con Montegranaro, raggiungendola in classifica insieme alla già citata Novipiù. La squadra di Caja è riuscita a mantenere la giusta solidità mentale, sfuggita altre volte, per portare a casa il successo in volata. Grazie ad un Milic che sa ancora essere decisivo ed ha scritto i massimi stagionali in punti e rimbalzi (21 e 12)  e alla precisione dalla lunetta di Tabu, una tranquillità viceversa mancata ad una Fabi Shoes che ha sbagliato 3 liberi pesanti nei minuti finali.


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