Keydren Clark (foto R.Caruso)

Nella giornata accorciata dai rinvii di Roma e Teramo, oltre al turno di riposo di Pesaro, Venezia smette a tutti gli effetti di essere una sorpresa e diventa una splendida realtà di questo campionato. La truppa di Mazzon, una settimana dopo aver battuto Siena, è andata a vincere anche a Cantù. Così ha fermato entrambe le finaliste dell’ultima stagione e si è issata fino al 4° posto in classifica, oltretutto avendo già riposato. C’è voluto un grandissimo Clark (33 punti, 6/9 da tre, 5/7 da due), scatenato nel 3° quarto, per riprendere una partita che rischiava di sfuggire e poi strapparla alla Bennet – che, come ha detto Trinchieri, fatica a “rigenerarsi mentalmente dopo l’impegno europeo” ma ora aggiunge Perkins (con Gianella che dovrebbe tornare in Spagna) – grazie  alla maggiore energia. Trovando contributi preziosi da tutti, per riuscire a compensare l’assenza di Slay (colpo al ginocchio subito contro Siena), i tre falli di Fantoni già nel 2° quarto e i problemi a rimbalzo. Mazzon ha trovato la combattività di Bryan ma soprattutto un Rosselli in doppia cifra senza errori al tiro, fondamentali però le tre triple in fila del playmaker di passaporto bulgaro per il sorpasso al 27’ sul 57-56. Tornata sotto, l’Umana ha sorpassato nel 4° periodo con Bowers. Mazzon sta facendo un lavoro splendido, coinvolgendo e motivando tutto il gruppo che entra – come ha detto Clark – in campo sempre con la convinzione di potercela fare, anche quando sembra più difficile. Il lavoro del coach si è visto anche nel modo in cui la squadra ha saputo assorbire l’assenza di un giocatore importante come Slay, che non è il realizzatore principe di questo gruppo (anche perché un realizzatore principe di fatto non c’è: ma ci sono 5 uomini tra i 10 e i 13.8 punti di media), ma elemento di raccordo prezioso in diversi settori.  Gli scalpi di prestigio dunque aumentano ma a Venezia continuano a volare bassi e a guardarsi prima di tutto le spalle. L’obiettivo – come ha ripetuto anche il direttore sportivo Casarin – è prima di tutto la salvezza. E’ vero che in un campionato con una classifica così corta bastano un paio di sconfitte per ritrovarsi indietro, ma la Reyer ha messo davvero un bel cuscino tra sé e la zona-rischio da poter guardare verso altri obiettivi. A condizione di non smarrire l’umiltà e la voglia di giocare e lottare come gruppo che l’ha sempre contraddistinta.

JR Bremer

MILANO, MENO MALE CHE C’E’ BREMER – L’Emporio Armani, almeno per ora, può dire di aver azzeccato l’aggiunta di JR Bremer.  Già decisivo contro Pesaro, il nativo di Cleveland ha piazzato una zampata fondamentale anche nella gara con cui Milano ha rotto l’imbattibilità casalinga della Canadian Solar. Sono state infatti due sue triple – per il +10 – a rompere definitivamente l’equilibrio nella fase conclusiva di una gara abbastanza frenetica, con frequenti sorpassi da entrambe le parti. Con due vittorie contro due delle squadre più in forma del momento, Milano ritrova così il secondo posto. La medicina Bremer per ora sta funzionando, ma Scariolo può essere confortato anche da una difesa che, dopo aver tenuto la Scavolini a 70 punti, ha fermato la Canadian Solar – nonostante un buon Douglas-Roberts – a 68, ovvero 10 sotto la media stagionale. Continua il momento positivo di Fotsis (nelle ultime quattro: 18.3 punti, 68.8% da due, 63.6% da tre e 6.3 rimbalzi), che ha stampato una sontuosa doppia-doppia in faccia ad uno specialista del settore come Sanikidze, incoraggianti pure Nicholas (seconda gara consecutiva in doppia cifra, c’era andato 1 sola volta nelle precedenti 5) e Bourousis.

SIENA SEMPRE IN TESTA – Con le inseguitrici che si azzoppano a vicenda, Siena mantiene la testa con 4 punti di vantaggio sulle seconde. Lo fa vincendo a Caserta una partita molto difficile, perché la squadra di Sacripanti è sempre avversario ostico che non si arrende facilmente. E anche se non al meglio fisicamente tiene botta fino all’ultimo contro i pluricampioni d’Italia, a loro volta abili a trovare energie insperate dopo l’impegno di Eurolega contro Malaga. Igor Rakocevic ha vestito i panni del top scorer, producendo quasi un punto al minuto (20 in 22’), ma tutta la Montepaschi è stata abile a reagire insieme – soprattutto con la difesa – ad ogni coraggioso tentativo casertano. Il più convincente con la fiammata di Collins da 14 punti nel 3° periodo. Purtroppo il futuro della Otto non è tranquillo: Fletcher potrebbe andare a Montegranaro per Nicevic, oppure essere tagliato per prendere Crosariol. Ma, per i problemi economici – che ci auguriamo possano trovare una felice soluzione –,  anche Collins e Smith rischiano di finire sul mercato.

Vitucci e Golemac (foto Brandolini)

AVELLINO E SASSARI, PASSO DA PLAYOFF – Rimangono in piena corsa playoff anche la Sidigas e il Banco Sardegna. Avellino ha condotto dall’inizio alla fine la gara con Treviso, anche largamente, ma ha persino rischiato di buttarla via nel finale perché è squadra che in vantaggio un po’ si distrae. In assenza di Linton Johnson, sono stati Dean e un grande Golemac a beneficiare soprattutto del 1° tempo in cui la Benetton virtualmente non è scesa in campo, trovandosi poi costretta a rincorrere da una distanza eccessiva. Sassari ha centrato un’altra vittoria in casa (il record interno è 8-2), dove si conferma pure gradevole da ammirare, trovando ben 34 punti dalla panchina. E ora può ben dire di essere a buon punto sulla tabella di marcia che porta alla salvezza. Anzi, con i cugini Diener che continuano a fornire quantità e qualità (in coppia: 29.4 punti, 8.2 assist e 7.5 rimbalzi col 52.3% da due e il 40.8% da tre), anche in questo caso l’asticella degli obiettivi ormai può essere alzata. Nessun rischio contro Cremona, che può consolarsi parzialmente col buon esordio di Jason Rich, ma si è disunita nel 2° quarto e, confermando di avere l’attacco meno prolifico insieme a Teramo, rimane ultima in compagnia di Casale.

Marco Crespi

CASALE, CAMBIO IN PANCA – La Novipiù ha perso contro Varese l’ottava gara con un divario compresa tra 1 e 3 punti. Non spendere fallo sul +3 e consentire a Kangur anche solo di provare la tripla del supplementare – poi insaccata di tabella – è stato un errore madornale della difesa piemontese. Nel prolungamento l’hanno vinta Rannikko e Stipcevic, Varese ha strappato quello che è solo il secondo successo esterno della sua stagione (non vinceva fuori dal 30 ottobre, a Roma e sempre dopo un overtime) perché Casale non ha più trovato l’energia per reagire alla beffa di vedersi sfuggire una partita che pareva già vinta. Il finale emozionante ha parzialmente salvato uno spettacolo che anche televisivamente parlando non è stato esaltante, ma è costato la panchina a Marco Crespi, che ha rassegnato le dimissioni dopo 6 anni in cui ha contribuito a creare la realtà di Casale Monferrato. Un grande legame con la proprietà che gli ha permesso di lavorare per costruire e gli ha concesso anche di sbagliare, che lui non ha voluto rovinare, andandosene con grande signorilità. Il compito di tirare fuori la squadra da questo momentaccio (6 sconfitte nelle ultime 7, 4 k.o. consecutivi in casa) e salvarla dalla retrocessione è stato affidato, nel segno della continuità, al vice Andrea Valentini, da 6 anni nello staff tecnico di Crespi. Ma Casale si muoverà anche sul mercato: per sostituire l’infortunato Janning, operato alla mano, piace Dionte Christmas, guardia-ala con un buon tiro da fuori, al momento capocannoniere in Grecia (19.9 di media) con la maglia dell’Agor Rethymno.


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