A quaranta minuti dall’ultima sirena del girone di andata, la Serie A nostrana si conferma equilibrata, avara di verdetti facili e terreno di caccia per le ambizioni di molte squadre. Se in testa alla classifica le sconfitte di Sassari e Roma assottigliano il gruppo dei penta-dominatori, tra color che son sospesi – e meglio che sognano di non esserlo – c’è la fila e basta una partita giusta o sbagliata, un colpo in trasferta o un inaspettato tonfo in casa, per veder modificare le proprie ambizioni con un andamento simile alle oscillazioni borsistiche. Per i verdetti, sia in chiave primo posto, sia per quanto riguarda l’accesso alle magnifiche otto che si giocheranno la Coppa Italia, si dovrà dunque attendere domenica sera.

Hackett primopiano B&WLa lunga marcia di Milano verso il primato – Con cinque “w” nelle ultime sei gare, l’EA7 si sta avvicinando al vertice della graduatoria con passo lento ma inesorabile, a confermare le aspettative di inizio stagione per profondità di roster e talento. Il “ratto” di Daniel Hackett dalle terre senesi non solo ha indebolito ancor di più una delle principali concorrenti alla gloria (con l’ormai collaudato metodo Proliano del “prendo tutto ciò che abbia indossato il biancoverde almeno una volta nella vita”, in un mors tua vita mea che sta alla base del mercato, soprattutto ai tempi della crisi) ma ha dato a Luca Banchi una miccia di valore inestimabile per le armi da fuoco griffate Armani. Ed il talento di Forlimpopoli si sta inserendo con una presunta timidezza smascherata però da cifre già significative: 13 di valutazione media in 28 minuti. Nel big match della XIV giornata contro Sassari, il tassametro personale di Daniel si è fermato sui 12 punti, 6 rimbalzi e 4 assist, bottino da “prestazione a tutto campo” cui si è aggiunta la consueta dote offensiva apportata del capocannoniere Langford (24 punti). Milano vince tirando con il 16% da tre punti ma con una solidità che spaventa una Dinamo meno sparagnina del solito. Gli isolani pagano la giornata abulica dei due registi, Green e Diener (con Travis però giustificato: era in forse alla vigilia) che ha reso ancora più duro l’impatto contro la retroguardia meneghina per il miglior attacco del campionato. In una classifica che racchiude dieci squadre in sei punti, i ragazzi di Meo Sacchetti sono ora sesti ed attendono l’innesto di Drew Gordon per affrontare la trasferta pugliese della prossima domenica. A guardare tutti dall’alto verso il basso restano Siena, Cantù e Brindisi. La Mens Sana risolve la pratica Banks – citare gli altri biancorossi non renderebbe l’idea della partita – con il marchio di fabbrica di coach Crespi, la tensione difensiva. Vedere gli avversari annaspare quando i toscani stringono le maglie nella propria meta campo, sa di deja vu senza tempo, anche se passano le stagioni e i campioni se ne vanno (ed infatti Siena comunque deve quasi sempre faticare). Da segnalare l’esordio di Haynes, che con 24 punti e 6 assist sfrutta appieno la modestia nel contenere propria del pari ruolo avversario (Kee Kee chi?) e dimostra che in un contesto diverso da quello milanese può essere un giocatore importante. I brianzoli di Pino Sacripanti pongono un altro mattone al loro fortino inespugnabile (8 vittorie e nessuna sconfitta al Pianella): nel sabato di ferie preso da Ragland (solo due punti), ci pensano i gioielli nostrani Aradori e Gentile, insieme ad un Leunen “alla Sabonis” (6 assist) ad aver ragione di una coriacea Reggio Emilia. La Vitasnella, dopo l’esordio nelle Last 32 di Eurocup, va a Bologna: una vittoria ed una contemporanea sconfitta di Brindisi significherebbero primo posto al giro di boa. L’Enel stessa ha però ambizioni di primato e tutto è solo nelle sue mani, sempre che riesca a battere Sassari. Nel testa-coda con Pesaro, con un organico ormai privo di centri di ruolo, è giocoforza la zona di Piero Bucchi a consentire ai pugliesi di restare in partita contro l’encomiabile entusiasmo della Vuelle, prima che Todic e soprattutto Lewis vincano con nervi e classe la battaglia al supplementare. L’ormai prossimo inserimento di Chiotti, già tesserato, è atteso con curiosità: dove può arrivare questa Brindisi? Il girone di andata è quasi finito e trovarla lassù è già una risposta. Delle migliori perde Roma. In casa. In una partita nervosa, sul rettangolo di gioco e sugli spalti, che ha comportato la squalifica del campo per una giornata, commutata nella solita e salatissima multa (più di 13000 euro) che andrà a rimpinguare le cassa federali. Tagliato Eziuwku, la possibile presa di Szewczyk sarebbe un sensibile miglioramento del roster, per una Acea che, zitta zitta, sta facendo ancora una volta, ultima sconfitta a parte, un campionato al di sopra delle attese.

Andre Smith al tiro dall'arco (foto Alessio Brandolini 2014)

Andre Smith al tiro dall’arco (foto Alessio Brandolini 2014)

Con Smith, Venezia sogna il Forum – Nella calca per le Final 8, è proprio la corsara di Roma – Venezia – a compiere un passo forse decisivo in ottica qualificazione: basterà battere Pesaro, in casa, per andare a Milano ai primi di febbraio. L’eroe di giornata è Andre Smith che con nove “triple” (suo record carriera e record stagionale del campionato eguagliato) scardina la resistenza giallorossa al termine di una partita dalle emozioni a tinte forti, vinta dai pretoriani di coach Markowski anche grazie al piglio da leader di Luca Vitali (15 punti, 3 rimbalzi e 8 assist): l’Umana fa di tutto per far rientrare i padroni di casa ma nel finale incandescente ci pensa un “2+1” del sempre contestato Taylor a chiudere i giochi. Al di là delle innumerevoli e cervellotiche ipotesi di parità che la matematica ancora consente, sono Reggio Emilia ed Avellino a giocarsi, insieme ai lagunari, le più tangibili e residue speranze di accedere al tabellone della coppa nazionale. Scritto di una Grissin Bon che perde a Cantù nonostante l’immarcescibile classe di Kaukenas, la Sidigas di Vitucci ha avuto ragione di Montegranaro a furia di un break dopo l’altro, come se volesse giocare al gatto col topo contro un avversario mai domo. La firma decisiva, con due triple salvifiche negli ultimi minuti, è stata quella di Daniele Cavalliero (18 punti, 5 rimbalzi e 7 assist), ormai a suo agio nelle vesti di “go to guy” irpino. Domenica i campani andranno nella città del Tricolore: superfluo scrivere che ne resterà soltanto una. Non basterà vincere alla Granarolo Bologna, invece, e sotto le Due Torri sono ben consapevoli che non finire tra le prime otto, dopo cotanto inizio di stagione, sia un vero peccato. La quarta sconfitta consecutiva in trasferta però non ammette repliche, nonostante Walsh continui a volare a rimbalzo (7,4 carambole di media per un’ala di 197 centimetri!) ed a cannoneggiare i canestri avversari e nonostante l’ottimo Bechi cerchi come sempre di porre rimedio con astute alchimie tattiche alle amnesie (soprattutto e spesso) iniziali dei suoi. La Virtus cade per mano di Pistoia e non è un caso che a far prevalere i toscani sia un’azione da highlight di giornata, per una squadra che è ormai presenza fissa e piacevole delle dieci migliori azioni della lega: JaJuan Johnson infila allo scadere con l’avversario praticamente incollato a se, facendo esplodere un Pala Carrara peraltro ormai abituato a saltare in piedi stropicciandosi gli occhi. Sbaglieremo, ma invitiamo a considerare la truppa di Moretti come una delle possibili sorprese del girone di ritorno, anche in ottica playoff. Nel frattempo, i salti di Washington, Wannamaker e soci fanno divertire e non poco. L’altra delusa di giornata, cui servirebbe un miracolo da top ten del Vangelo per portare le consuete 3000 persone al Forum di Assago a febbraio, è la Cimberio Varese. Illusa dalle due vittorie consecutive, prende coscienza di cosa sia una difesa (Crespi docet) ed arranca nonostante un Adrian Banks immarcabile, setoso, essenziale ed in versione Willis Reed, visto il suo rientro in campo nel finale con la caviglia malconcia. I lombardi pagano la solita, allegra indolenza nel piegare le ginocchia, con la coppia Clark (che, peraltro, bombarda as usual) – Hassell a primeggiare nella specialità.

(Fabrizio Stefanini 2013)

Anosike tiro libero (Fabrizio Stefanini 2013)

Cremona è viva e lotta insieme a noi! – Importante vittoria in chiave salvezza per la Vanoli che ha ragione di una Caserta che è solo Brooks (23 punti + 11 rimbalzi). La squadra di Pancotto tira fuori le unghie, si aggrappa a Rich – che tira male ma distribuisce sapienza cestistica con 7 assist – ed ha un concreto aiuto dal neo-arrivato Zavackas, tutt’altro che timido nel dimostrare buona mano da fuori ed applicazione difensiva. La Pasta Reggia non può pensare di vincere in trasferta senza creare un contorno alle magie dell’ala di Louisville ed inizia a soffrire, com’era prevedibile, l’assenza di Cameron Moore. Per la sua sostituzione è ancora caldo il nome di Linton Johnson, ma di certo non arriverà in tempo per la gara contro la Giorgio Tesi Group. Montegranaro prova a restare in partita ad Avellino e lo fa grazie ai consueti tre moschettieri Cinciarini (25 punti), Mayo (16 più 5 assistenze) e Skeen (18 e 7 rimbalzi), non riuscendo però nell’impresa di espugnare il Pala Del Mauro. L’ex Reggio Emilia e Cantù Kudlacek sarà un aiuto per il prosieguo ma non potrà probabilmente ricalcare l’apporto dato dal vecchio amore Collins. Pochi sono, invece, i dubbi sulla capacità di lottare della formazione di Carlo Recalcati, come pochi sono i dubbi sul fatto che Pesaro non mollerà fino alla fine. La Vuelle è ancora sfortunata (terza partita persa al supplementare e quinta persa con un margine minore di cinque punti), stoica (un playmaker manca come l’aria) e pugnante, lo specchio fedele del suo grintoso allenatore. Anche questa volta non basta, ma c’è un intero girone di ritorno in cui vendere cara la pelle. Godendosi, nel frattempo, un Anosike di gran lunga miglior centro del campionato.


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