Time-out di Pancotto (foto A. Brandolini © 2013)

Time-out di Pancotto (foto A. Brandolini © 2013)

La Sidigas Scandone Avellino chiude a Pesaro il suo tredicesimo campionato consecutivo in massima serie. Una stagione chiusa decisamente in crescendo per coach Pancotto e i suoi ragazzi, che hanno mancato di un soffio l’accesso ai playoff: “Pesaro è l’ennesima ed ultima tappa da affrontare con la stessa cultura con cui abbiamo affrontato tutto il campionato e tutto il girone di ritorno – esordisce il coach marchigiano. – Non si smette mai di far crescere squadra e società e ogni partita deve essere lo spunto per migliorare questi valori. Vogliamo fare quest’ultimo gran premio nel modo migliore, anche se in emergenza, dovendo gestire la mancanza di giocatori infortunati. Ho lavorato facendo capire ai giocatori che hanno la possibilità di dimostrare valori come attaccamento ed orgoglio. Pesaro ha tanti giocatori di talento, dovremmo usare il nostro contropiede per aprire il campo, per trovare il miglior tiro, ma sarà fondamentale il lavoro difensivo, sia di tipo individuale che di squadra, lavorando e negando gli uno contro uno, mantenendo sempre alta la pressione e sul gioco tutto campo rientrando bene ed accoppiandoci subito. Siamo un emergenza, ma abbiamo orgoglio e voglia di giocare questa partita”.

“Come si lavora sulla testa dei giocatori per questo tipo di partite?”
“Ho detto loro la verità, ho detto di giocare per la cultura della vittoria, mantenendo inalterato la qualità degli allenamenti e tutto quello che serve per arrivare preparati alla partita. Il coinvolgimento diventa fondamentale. Sappiamo di giocare un’ultima partita per città, tifosi e società e questo ci deve responsabilizzare”.

“Dopo Pesaro qual è il futuro?”
“Ci rivedremo e ne parleremo a bocce ferme, ben consapevoli di aver fatto un ottimo lavoro. Ci vogliono i giusti tempi per prendere le decisioni. Non voglio creare pressioni su nessuno e voglio che la gente sia libera di scegliere. Credo, che chi venga incaricato debba avere fiducia e responsabilità per portare avanti un progetto e un percorso comune. Non mi piace mettermi davanti, sto al posto mio, anche se, come già detto, mi piacerebbe continuare questa esperienza”.

“Si sente parte della storia di questo club?”
“Sono molto orgoglioso di avere fatto due percorsi differenti e positivi, con questa società. Tre anni fa ho allenato la terza squadra più giovane del campionato, mentre quest’anno una tra le più veterane. Ho dovuto risolvere difficoltà diverse, che però hanno aumentato il senso di appartenenza fatto a questa città e a questa società”.


Ufficio Stampa Sidigas Avellino