PESARO – Vietato arrendersi. Sarà questa la scritta che coach Dalmonte dovrà scrivere sabato sera sulla lavagna dello spogliatoio dell’Adriatic Arena un’ora prima del salto a due e sarà questa la frase che invitiamo i tifosi pesaresi a scrivere sui salvaschermi dei loro telefonini, palmari, tablet e ogni apparecchio elettronico con il quale si presenteranno in massa all’astronave il 2 giugno alle 20.30.

(Foto di Savino Paolella ©2012)

James White e Nicolò Melli (Foto Paolella ©2012)

Abbiamo visto tutti il talento che l’Armani Milano può mettere sul parquet, il dominio sotto canestro era stato ampiamente previsto, così come la difficoltà da parte della Scavolini Siviglia di rimanere ad alto livello per tutti i quaranta minuti, con l’inevitabile calo che coglie la Vuelle quando i titolari devono rifiatare in panchina per scelta tecnica o per problemi di falli, la bravura di coach Scariolo di trovare i quintetti più adatti per mettere in difficoltà Pesaro è sempre più evidente con il passare degli incontri. Sappiamo che Milano era e rimane la favorita, non si vincono tredici partite consecutive per caso, ma nonostante tutto la Scavolini Siviglia non sembra Sassari, travolta senza un minimo di reazione dalla Montepaschi Siena, ma una squadra ancora con parecchie frecce al suo arco, che dovrà sfruttare il fattore campo per allungare la serie, portare Milano a gara quattro sembra complicato, tornare in Lombardia per gara cinque è un miraggio, rivincere uno spareggio in trasferta sarebbe un’impresa da leggenda, ma Pesaro e i suoi tifosi hanno l’obbligo di riempire l’astronave e di tifare fino alla fine per una squadra che parte sfavorita ma non battuta, in fin dei conti con 10 euro si può assistere all’inizio della rimonta o tributare a questa squadra il saluto finale che i ragazzi si meritano, vediamo di non rimpiangere di essercela persa perché con l’aria che tira per il prossimo anno, potrebbe passare un po’ di tempo per tornare a giocare una semifinale scudetto.

IL MOMENTO DELLA SQUADRA

Si deve ripartire dal terzo quarto di gara–uno e dai primi venticinque minuti di gara-due, in questi frangenti la Scavolini Siviglia ha dimostrato ampiamente di giocarsela alla pari con l’Armani, se non addirittura di esserne leggermente superiore, Pesaro è andata sotto nel punteggio quando Scariolo ha schierato quintetti operai, con Mason Rocca e Melli sotto canestro e il redivivo Bremer come play, sorprendendo Dalmonte che non è riuscito a trovare le giuste contromisure contro il quintetto atipico milanese. Certo se dalla tua panchina non riesci a ricavare altro che una decina di punti di media, tutto diventa più complicato, provate a pensare solamente se al posto di Urbutis, giudicato troppo soft per meritarsi qualche minuto in questi playoff, la Vuelle potesse schierare Nicolò Melli, passato per quattro mesi da queste parti la stagione scorsa, senza lasciare grossi rimpianti nella tifoseria. Invece l’atletismo e la gioventù del ventunenne reggiano, avrebbero fatto maledettamente comodo ai biancorossi, che si portano dietro da ottobre il peccato originale di non avere un ricambio adeguato per Jumaine Jones, situazione ancora più evidente quando devi scontrarti con un avversario con sei lunghi nel proprio roster.

Ricky Hickman ha steccato in gara-due, fermato troppo presto dai tre falli fischiati nel primo tempo da una terna arbitrale non in grandissima serata, il play pesarese è uscito mentalmente dal match, subendo anche in difesa con Omar Cook che ha stravinto lo scontro diretto, anche James White è incappato in una serata storta, tornando ai brutti vizi di inizio stagione con troppe palle perse e un paio di sfondamenti commessi nel tentativo di attaccare il ferro anche quando la difesa milanese non te lo permette. Il compito più difficile rimane quello dei pivot pesaresi, perché il greco Bourousis rimane un fattore determinante in questa serie, con Cusin e Lydeka lasciati troppo soli nella sua marcatura, il pivot milanese andrebbe sempre raddoppiato quando riceve il pallone nell’area colorata, avendo dimostrato che in uno contro uno, i nostri lunghi non sono in grado di contrastarlo con efficacia. Si deve ripartire dalla voglia di spaccare il mondo di Daniel Hackett, ormai una delle migliori guardie europee per atletismo e forza mentale, sarà ancora lui il protagonista in gara tre, sperando che non sia l’ultima partita della Scavolini Siviglia in questa stagione, Pesaro e il suo pubblico non si meritano di uscire dai playoff con un secco tre a zero, arrivare a gara quattro sarebbe un bel regalo per i tifosi biancorossi e un giusto premio per giocatori e società, Milano è più forte ma la Vuelle è ancora viva.

I PIU’ ……..

Falli subiti: Brava la Scavolini Siviglia a non forzare troppo le conclusioni dalla distanza, continuando invece a penetrare nella difesa milanese con soluzioni individuali o scarichi per i propri lunghi, caricando così gli avversari di falli per andare in lunetta, dove Pesaro questa volta ha tirato con percentuali di tutto rispetto.

Jumaine Jones: Alterna i soliti missili da otto metri a buone giocate spalle a canestro quando viene marcato da avversari più leggeri, bravo nel leggere i mismatch favorevoli, se la cava anche in difesa, nonostante perda per un paio di volte Mason Rocca sui pick and roll.

Daniel Hackett: Un primo tempo che ha incrementato il lavoro del suo agente, con le squadre da Eurolega che faranno la fila dal primo luglio per portarlo via alla sua Vuelle, ha talmente tanta energia dentro, che i compagni faticano a stargli dietro, vero leader fuori e dentro il campo di questa Scavolini Siviglia.

……. E I MENO DELLA SFIDA NUMERO DUE MILANO – PESARO

Palle perse-recuperate: Ventuno palloni gettati al vento contro i soli cinque recuperi complessivi da parte biancorossa, impensabile provare ad espugnare il Mediolanum Forum con un differenziale così negativo in questi due fondamentali.

Daniele Cavaliero – Simone Flamini: Un solo tiro preso dai due giocatori nei 24 minuti complessivi concessigli da Dalmonte, se dal capitano siamo ormai abituati a partite nelle quali non prova neanche una conclusione, preoccupa l’involuzione della guardia triestina che non sembra in grado di costruirsi un tiro pulito contro la difesa milanese.

Richard Hickman – James White: Serataccia per il duo americano, troppo fallosi e con la mira storta dai 6.75, anche in difesa hanno concesso troppo ai loro avversari diretti, con Cook e Hairston lasciati spesso troppo liberi per comodi tiri da tre o devastanti schiacciate. Sabato sera devono tornare subito ai loro livelli per sperare di proseguire la serie.

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Davide Perugini