Ancora una volta era una grande contro una piccola, una squadra che alberga tra le vette della classifica e una che cerca di raggiungere prima possibile il traguardo più importante, ossia la permanenza nel cielo più luminoso del mondo del basket, la Serie A. Se i dieci in campo per Trenkwalder-Acea avessero giocato con magliette e pantaloncini senza i tipici colori sociali di ciascuna, però, un osservatore inesperto non avrebbe avuto dubbi: la grande squadra ai primi posti del campionato era quella che giocava in casa, che dominava e strapazzava ospiti confusi e smarriti sul parquet, capaci solo di una tardiva ma quasi riuscita rimonta di rabbia e atletismo. Invece la piccola squadra era la Trenkwalder, impostasi per 96-93 sulla favorita Roma, grazie a una grande prestazione di squadra e prove straordinarie dei singoli. Riviviamo insieme la partita con le pagelle di DailyBasket!

Donatas Slanina affronta Gigi Datome (Foto Francesco Pattacini 2013)

Donatas Slanina è il veterano che tutti gli allenatori vorrebbero avere: si è fatto trovare pronto al momento giusto e con i suoi 17 punti ha portato la Trenk alla vittoria su Roma (Foto Francesco Pattacini 2013)

Trenkwalder Reggio Emilia
Mladen Jeremić, voto 6 – Il suo momento di apatia e scoramento aveva bisogno di una scossa, un cambiamento in grado di scuotere la situazione. E la scossa è arrivata proprio da coach Menetti, deciso a ravvivare lo spirito dell’ala serba, con una mossa a sorpresa: Slanina in quintetto e Mladen pronto a scattare dai box. E il jolly sembra funzionare: punto nel vivo, Jeremić è voglioso di giocare e far bene, sicuro di sé, intraprendente, fin troppo visti i tanti tentativi e i molti errori. Il rendimento non è sufficiente (2 punti e 1/5 al tiro), la grinta e l’energia sono ottimi (6 rimbalzi in 14′ dicono molto). Fare per fermare il declino, ci perdonerà Oscar Giannino, ma lo slogan è perfetto per Mladen. Stimolato.

Dominic James, voto 6 – L’elettricità che attraversava i polsi e le caviglie di DJ nel mese di dicembre sembra aver perso del tutto tensione e si è stabilizzata su un voltaggio moderato, senza sbalzi e senza cali, con le solite accelerazioni e i soliti voli a dare qualcosa di utile alla squadra. Stavolta arrivano 7 punti buoni per fare bottino e minuti di ottimo pressing in difesa. Corrente continua.

Donell Taylor, voto 9 MVP – Allora. Facciamo così. Noi vi diciamo le cifre, perché le parole per definire il suo campionato e questo periodo d’oro in cui tutto sembra riuscirgli, noi le abbiamo finite. Eccovi le nude statistiche, nude e pure, a voi i commenti. 30 punti, 9/14 al tiro, 8/10 ai liberi, 6 assist, 5 recuperi e 40% di tasse in meno per tutti. No, questa non c’era, ma oggi come oggi Donell vincerebbe anche le elezioni. No comment.

Greg Brunner, voto 6.5 – Greg è un furbacchione, lo sappiamo, e lo ha dimostrato una volta di più. Anche con una prova tutto sommato mediocre da 10 punti e 2 rimbalzi, riesce a trasformare una gara piena di astuzie, deviazioni, finte e spintarelle in una partita da ricordare. Affronta il ciclone Lawal e si prende certe raffiche da far stramazzare a terra, ma si rialza sempre e continua a lottare. Normale amministrazione insomma. Vecchia volpe.

Michele Antonutti, voto 6.5 – Ci aveva abituato a giornate super e strisce di tiro impressionanti, così questa volta che fa il suo senza straripare sembra sottotono. Invece è prezioso come sempre, scava il solco decisivo nel terzo quarto con le sue triple e non manca mai nei momenti clou. Inossidabile.

Donatas Slanina, voto 7.5 – Come passare da capitano non giocatore a titolare e quasi migliore in campo in poche settimane. Spiega il professor Slanina. Parte in quintetto per meriti propri e delle ultime ottime prove, non solo per dare cambio a Jeremić e ripaga ampiamente la fiducia di Menetti con una gara stellare, da fuoriclasse: 17 punti, 2/3 da due, 3/4 da tre e i liberi della staffa che trasforma con glaciale perfezione. Tanta esperienza, visione, precisione, tecnica. Una lezione insomma, tutti a scuola dal professor Slanina. Magistrale.

Riccardo Cervi, voto 7 – Le cifre canonicamente più importanti sono ottime, 6 punti e 9 rimbalzi, ma il numero che dice di più della gara di Ricky è il 15 alla casella minuti. E ancor di più conta che quei minuti siano perlopiù stralci di quarto periodo, quando la torre biancorossa mette in mostra tutta la propria presenza e il proprio tempismo, vincendo la battaglia a rimbalzo e mandando fuori dai gangheri l’inarrestabile Lawal visto fin lì. Essere decisivo nei momenti decisivi, è questo il passo migliore verso la maturità. Rombo nel cielo.

Ojars Silins, voto 7 – Idem come sopra per la stellina lettone, compagno di brigata di Cervi nei minuti di ultimo parziale in cui la Trenk non solo mantiene il vantaggio, ma riesce addirittura ad allargare con gli uomini dalla panchina in campo. Ojars si distingue per prontezza e lucidità, due stoppate da applausi, ma ancor di più per essere sempre al posto giusto al momento giusto, in attacco come in difesa. E questo non si insegna, si è. Predestinato.

Andrea Cinciarini, voto 7  Classico Cincia per un’occasione importante: arrembante negli sprint e nei break biancorossi, saggio e tranquillizzante quando è il caso di gestire palla e cronometro. Classico anche il tabellino “totale” da 10 punti, 8 rimbalzi e 8 assist, a testimoniare l’apporto tout court del play pesarese. Perde un filo la bussola negli attimi finali sul pressing romano, ma la frotuna è dalla sua. Cincia d’annata.

Coach Max Menetti, voto 8 – Mai come in questa vittoria c’è lo zampino del coach reggiano. Sceglie a sorpresa la carta Slanina sin dalla palla a due, prendendo due piccioni con una fava nel trovare la stupenda performance del lituano e nello stuzzicare l’orgoglio di Jeremić. Organizza una difesa pressoché perfetta nell’aprirsi e richiudersi a ribattere i (flebili) tentativi dell’Acea. Dà fiducia ai giovani e ai cambi in minuti importanti e ha ragione. Vede quasi sfuggirsi di mano il marlin con tanta fatica pescato, ma poi il mare è dalla sua e gli lascia il trofeo della vittoria. Comandante.

Gigi Datome rassegnato contro la Trenkwalder (Foto Francesco Pattacini 2013)

Gigi Datome non ha certamente disputato la sua miglior gara, ma ci ha provato fino all’ultimo secondo a ribaltare il risultato. Purtroppo per lui e per l’Acea, la Trenk è stata più forte e fortunata (Foto Francesco Pattacini 2013)

Acea Roma
Phil Goss, voto 4 eLVP – È stata spesso un’arma tattica decisiva per Calvani, partendo dalla panchina e colpendo con il suo talento equilibrato ma incisivo. Beh, questa sera probabilmente il coach giallorosso vorrebbe strozzare l’ex Drexel University, cannoncino talmente scarico a questo giro da non trovare mai nemmeno il bersaglio. 0 punti, 0/5 al tiro e nient’altro per una partita anonima, vuota e a tratti dannosa per la sua causa. Zero tondo.

Bobby Jones, voto – Sembrerà crudele infierire sulla prova di Jones, in campo soltanto per 9 minuti. Ma in così poco tempo difficilmente si possono combinare tutti i danni che Bobby è riuscito a mettere insieme: testarde e inutili incursioni a testa bassa, imbarazzanti infrazioni di passi, errori di ogni risma e sorta e giocate solitarie di nessun valore per l’Acea. Anche nel finale rischia di buttare via l’ultimo sforzo di squadra, un disastro insomma. Provaci ancora, Bobby…

Lorenzo D’Ercole, voto 5.5 – Era molto atteso e temuto da coach Menetti visto l’ottimo campionato disputato sin qui, ma il ragazzo di Pistoia delude le aspettative. Sempre in ombra, non si vede proprio mai nel corso della gara, e non bastano un paio di minuti finali di luce, in cui mette paura al PalaBigi e sistema lo score (10 punti, 4/6 al tiro e 3 recuperi alla fine), per ridare colore alla sua prova.

Gigi Datome, voto 6.5 – Anche i forti piangono. Anche l’MVP italiano (e non solo forse) del campionato può incappare in una giornata di difficoltà. Resta in silenzio per tutto il primo tempo, comincia a scaldarsi nel terzo quarto e poi trova la temperatura giusta solo negli incredibili minuti finali che lo vedono assoluto protagonista e condottiero di una “quasi-rimonta” da antologia. 22 punti e 8/13 dal campo il suo ruolino conclusivo, frutto più della sfuriata sul gong che della lotta precedente. Libera uscita.

Jordan Taylor, voto 6 – Per 30 minuti sembra essere della partita soltanto per ricordare che non basta aver Taylor come cognome per sfoderare prodezze e magie al pari dell’omonimo in maglia biancorossa, e anzi combina più pasticci che meraviglie. Poi si risveglia e fa da ottima spalla a Datome nella vana rincorsa finale, chiudendo con 18 punti, 5/11, 5 rimbalzi, 5 recuperi, 5 perse e 5 assist. Gimme five, Jordan, til’ next time…

Gani Lawal, voto 7 – Era lo spauracchio per tutti alla vigilia, la sua fama di atleta galattico e rimbalzista famelico lo precedeva, incutendo timore in tutta Reggio. Timore giustificato, come si è visto, perché il baobab nigeriano ha fatto il buono e il cattivo tempo per 40 minuti, strapazzando Brunner e Cervi e chiunque gli capitasse a tiro con la sua incontenibile esplosività e la sua feroce tenacia in post. 25 punti, 10/14 al tiro e 12 rimbalzi il suo segno lasciato sulla gara, che abbandona anzitempo per due falli antisportivi tanto sciocchi quanto dettati dalla tensione e dalla rassegnazione. Baobab nel deserto.

Aleksander Czyz, voto 6.5 – L’ala polacca di Gdynia è l’unico a dar man forte a Lawal nel trascinare avanti il carretto Acea fino ai minuti finali, con un buon rendimento lungo tutto l’arco del match, grazie al talento atletico e fisico e il coraggio. 16, 6/11 al tiro e 9 rimbalzi, poi non si fa più vedere nel finale e dà a coach Calvani di che recriminare. Incolpevole.

Coach Marco Calvani, voto 5.5 – Accetta l’amara sconfitta con rassegnazione, chiedendosi cosa abbia insegnato ai suoi per tutti questi mesi. Non trova mai contraltari all’irrefrenabile Donell Taylor che ne tormenterà i sogni, e non riesce a trasmettere altro gioco alla squadra se non il “palla dentro a Lawal e pedalare” (un po’ drastica ma efficace alla comprensione). Tutto qui, avrà di che riflettere ma non di cui crucciarsi perché il lavoro fatto fin qui è straordinario e gli vale già la stagione. Tradito.

What’s next? Entrambe le squadre partiranno con il sorriso sulle labbra alla volta di Milano per godersi il successo della qualificazione alla Final Eight di Coppa Italia, in programma da giovedì 7 a domenica 10, e magari togliersi qualche soddisfazione, iniziando da Montepaschi Siena e Chebolletta Cantù. Poi la Trenkwalder a un passo dalla salvezza, grande primo obiettivo di stagione, tappa fondamentale prima di passare ad altro, e cercherà di tagliare la linea del traguardo fra due settimane nello scontro diretto contro l’Angelico Biella, mentre l’Acea Roma testerà ancora una volta le proprie ambizioni da grande nella sfida tra metropoli contro l’EA7 Milano. Ma prima, appunto, la Final Eight…