Siamo all’indomani della sconfitta dei bianconeri a Bilbao, che ha sancito il raggiungimento del secondo posto nel girone di Eurocup, con conseguente passaggio al secondo turno.
Alzi la mano, chi, a inizio stagione, avrebbe pronosticato, a una settimana dal Santo Natale,  di vedere Trento lì in cima, in testa alla classifica in campionato e con altri 3 biglietti aerei, con destinazione Europa, in tasca. La migliore squadra italiana per rendimento.
Si, perchè ai primi di settembre, gli scettici erano più degli speranzosi. In questi casi,come sempre si dice, il difficile sta nel ripetersi, e confermare quanto di buono fatto. La grandezza di Trento sta proprio in questo: non si sta solo confermando, ma sta anche migliorando in maniera esponenziale. E quanto elencato prima, sta lì a testimoniarlo, oltre che a essere storia.

L’addio dell’MVP Tony Mitchell sembrava un  ostacolo insormontabile, così come quello di Josh Owens, che non sta brillando in quel di Venezia, ma la società ha lavorato per non far rimpiangere niente e nessuno.
All’ormai storico gruppo italiano, con ritorno di Lechthaler annesso, e alla conferma di Sanders, si sono aggiunti Trent Lockett, Dominique Sutton, il giovane Löfberg, blindato con un contratto pluriennale, e soprattutto, Julian aka The Beard aka JuJu Wright.

Comunque lo si voglia chiamare, il numero 30 merita un capitolo a parte. Dal punto di vista tecnico siamo di fronte a qualcosa, che nel capoluogo trentino, non si era mai visto.  Uscito da Kansas come ala piccola, sperduto l’anno scorso in quel di Oaka, Wright sta trovando la propria dimensione agli ordini di Buscaglia. Nominalmente è un 5, il che gli permette di allargare il campo, e di attaccare dal palleggio ogni tipo di avversario, dove fa ogni tipo di cosa, andando al ferro e creando per i compagni, non per niente è il miglior centro per assist nel campionato. Difensivamente può stare con tutti, grazie alla sua rapidità (miglior ladro di palloni del campionato). Oltre a tutto l’aspetto tecnico,  siamo di fronte a un leader, vocale e totale, dei suoi.

Julian WRIGHT - foto Alessio Musolino 2015

Julian WRIGHT – foto Alessio Musolino 2015

Come detto Wright è un giocatore completamente diverso da Mitchell, ed è significativo di come Trainotti e Buscaglia abbiano voluto costruire la squadra e di come abbiano cercato un gruppo di giocatori con caratteristiche comuni ben precise. Sutton, Lockett e Wright, così come lo è Sanders, sono giocatori che hanno tutto ciò che non si può insegnare, ovvero intangibles, voglia di lavorare, attitudine difensiva e atletismo, voglia di lasciare ogni singola goccia di sudore sul parquet. Del buon materiale umano con cui si può lavorare e costruire una squadra vincente, migliorandosi in continuazione. Non è infatti un caso che manchi il realizzatore à la Mitchell.

La sublimazione del concetto di cui sopra, sta in Dominique ” Supasta” Sutton.  Grazie al suo debordante atletismo risulta fondamentale in entrambe le metà campo. Capace di marcare chiunque –e di sovrastare a rimbalzo avversari ben più alti di lui-  gioca spalle a canestro, e arriva facilmente al ferro in entrata, oltre ad avere buona capacità di colpire dall’arco. Sta migliorando di gara in gara e ha caratteristiche che potranno risultare decisive per la stagione dei suoi. Proprio la sua prestazione in quel di Bilbao è indicativa di quello che sta costruendo Buscaglia in questa stagione. Il coach ha cambiato ben 7 quintetti iniziali da inizio stagione, e ben 7 giocatori, a turno, sono stati il miglior realizzatore della squadra in almeno una partita. Il gioco di letture di coach Buscaglia permette a giocatori come Wright e Pascolo, oltre a Forray , Baldi Rossi e Lockett di esprimersi al meglio, e di sopperire alla mancanza di uno scorer di livello. Ovviamente in tutto ciò ha una grande influenza il fatto di aver mantenuto il gruppo storico di giocatori italiani, il cui leader è capitan Forray, che dopo un inizio a rilento,dovuto a motivi fisici, è forse alla sua miglior stagione in bianconero. Il giocatore che ha più talento offensivo è Lockett, grande spot-up shooter, capace di colpire in uscita dai blocchi e da rimbalzo offensivo, ma soprattutto ottimo difensore sulla palla, cosi come Jamarr Sanders, che si  sta evolvendo notevolmente, capace di agire sempre più da point guard, rimanendo allo stesso tempo una delle migliori guardie a rimbalzo della lega. A loro perfetto completamento c’è Flaccadori, il cui talento purissimo è una caratteristica quasi unica nel roster bianconero, essendo capace di crearsi il tiro e di trovare facilmente la via del canestro.  Il talento italiano è largamente presente nel reparto lunghi, dove oltre al Barba Wright, di cui si è già parlato, fanno parte Pascolo, Baldi Rossi e Lechthaler. I primi due formano una coppia che tutta l’Italia cestistica invidia alla società bianconera, essendo giocatori complementari che giocano a memoria. Se Dada, ribattezzato da Peppe Poeta il Pippo Inzaghi del basket, si è fatto conoscere la passata stagione, questo sembra l’anno del lungo emiliano, che sta crescendo di gara in gara, grazie alla precisione dall’arco e alla presenza in pitturato. Il terzo, di ritorno “a casa”, offre quell’intimidazione che fino ad ora è risultata utile in Europa che in campionato, ma che col passare del tempo potrebbe risultare importantissima anche tra i confini nazionali.
Last but not least, il PalaTrento si sta rivelando praticamente inespugnabile, se pensiamo che in questa stagione è stato violato solo da Pistoia e Bilbao.

Se teniamo conto dei risultati fin qui raggiunti, e della crescita costante di questa squadra, oltre al livello e alla conformazione delle squadre che giocano il nostro campionato, questa squadra potrà dire la sua anche a primavera inoltrata.

 

Federico Fuiano