arrowupUPS

Daniel Hackett (foto S. Paolella 2013)

Daniel Hackett (foto S. Paolella 2013)

Montepaschi Siena: tutto cambia per rimanere uguale. Milano spende e spande, Cantù continua il proprio progetto di crescita, Sassari e Varese si comportano da grandi e anche Roma prova a fare l’outsider, ma alla fine, quando è il momento di alzare un trofeo, è sempre la Montepaschi a spuntarla, a volte sudando sette camice (come in semifinale), altre dominando come si pensava non avrebbe più fatto dopo la fine dell’era Pianigiani. La rimonta contro Sassari senza Carraretto e con Ress acciaccato, pur se con l’”aiutino” degli arbitri in forma di fallo tecnico fischiato a coach Sacchetti, ha dello straordinario; ed anche l’inizio della finale, un perentorio 18-0 che ha costretto Varese ad un vano inseguimento per tutta la gara, conferma che la Mens Sana di Banchi e Minucci, a maggior ragione con un Daniel Hackett a questi livelli, resta la squadra da battere nella nostra Serie A.

Mike Green (foto S. Paolella 2013)

Mike Green (foto S. Paolella 2013)

Cimberio Varese: la squadra di Frank Vitucci conclude le Final Eight a testa altissima e con un grande rammarico per la finalissima: aver giocato 35 minuti su 40. Il parziale di 18-0 inflittole nei primi minuti di gara da Siena ha irrimediabilmente compromesso la gara. La Cimberio è riuscita a recuperare fino a -5, grazie ad uno stoico Mike Green da 29 punti non degnamente supportato dai suoi compagni, in particolare Banks (0 punti e -7 di valutazione). I biancorossi hanno dimostrato di essere una squadra che non si arrende mai e di poter essere protagonisti anche ai playoff. La Coppa Italia è svanita, ma un successo ancora maggiore è stato ottenuto: risvegliare nei tifosi varesini l’entusiasmo dei tempi dei “Roosters”, come conferma la pacifica invasione del Forum di Assago. Vitucci e i suoi ragazzi possono ritenersi soddisfatti.

Bootsy Thornton (foto S. Paolella 2013)

Bootsy Thornton (foto S. Paolella 2013)

Dinamo Banco di Sardegna Sassari: l’anno scorso la qualificazione alla sua prima Final Eight fu per la formazione isolana un vero onore: ci pensò Siena a spegnere gli entusiasmi ai quarti di finale. Quest’anno la Dinamo ci è arrivata con un meritato secondo posto e, nonostante i numerosi acciacchi (fuori capitan Vanuzzo e Ignerski a mezzo servizio), è riuscita a battere la bestia nera Brindisi grazie ad un indiavolato Drake Diener. Ancora una volta, però, ci ha pensato la Mens Sana ad eliminare i sardi dalla Coppa Italia: finita la benzina e condizionati da qualche fischio discusso (Meo Sacchetti si è lamentato in sala stampa della terna arbitrale, cosa più unica che rara), ai sardi resta la soddisfazione di aver ancora una volta messo anima e cuore sul parquet, creando le giuste premesse per il proseguo del campionato. Come nella migliore delle famiglie, ad ognuno la sua specialità: oltre ai soliti Diener, nota di merito a Bootsy Thornton, un giocatore che sa quando è il momento di caricarsi le responsabilità della squadra sulle spalle (54 punti totali con il 51% al tiro) e Tony Easley (12 falli subiti e 18 rimbalzi).

Marco Calvani (foto R. Caruso 2013)

Marco Calvani (foto R. Caruso 2013)

Acea Roma: bilancio di coppa eccellente anche per la Virtus capitolina, che esce in semifinale contro Varese ma lotta alla pari con la capolista fino alla fine giustificando un’eventuale successo. Il tutto dopo aver eliminato nei quarti di finale nientemeno che Cantù, orfana di Markoishvili e dei meccanismi di squadra ancora da affinare dopo l’addizione Mancinelli ma pur sempre squadra di alto livello ed egregiamente allenata. A proposito di guida tecnica, da elogiare è proprio il lavoro di Marco Calvani, pur se aiutato da scelte estive azzeccate e dalla definitiva consacrazione di Gigi Datome. Insomma, Roma è ormai una realtà di questo campionato e chiunque voglia arrivare fino in fondo, da Siena a Milano passando per Varese e Sassari, non potrà sottovalutare Goss e compagni.

Alcuni degli Hall of Famers 2013

Alcuni degli Hall of Famers 2013

La classe 2012 dell’Italia basket Hall of Fame: Renzo Bariviera, Franco Bertini e Wanda Sandon (atleti), Dan Peterson (allenatore), Stefano Cazzaro (arbitro), Gilberto Benetton (“Una vita per il Basket”) e Gianfranco Benvenuti (alla memoria). Sono queste le personalità della palla a spicchi introdotte (anche con i voti di DailyBasket) nella Hall of Fame del basket italiano, persone che, in modo diverso tra loro, hanno contribuito a fare la storia della nostra pallacanestro, premiate negli studi di Sportitalia e, successivamente, onorate giustamente con una passerella al Forum nella giornata delle semifinali.

Battle all'All-Star Game (foto F. Del Duca)

Battle all’All-Star Game (foto F. Del Duca)

Upea Capo d’Orlando: la banda dei ragazzi di Pozzecco vince anche contro la Novopiù Casale, inanellando la terza vittoria consecutiva e continuando il percorso da imbattuta nel girone di ritorno. A dare maggior lustro a questo filotto di vittorie il fatto che gli scalpi presi da Battle e soci appartengano alle nobili del campionato: Bologna e Casale al PalaFantozzi, Scafati addirittura in trasferta. Nella vittoria di ieri protagonista proprio il folletto da Penn State, che ha messo a segno 29 punti, 4 rimbalzi e 5 assist, per un complessivo 34 di valutazione, ben coadiuvato da Mathis con 19 punti e 22 di valutazione. L’arrivo del Poz ha donato entusiasmo e serenità ad una piazza capace di dare una spinta significativa ai propri beniamini. In questo momento il sodalizio siciliano è una delle compagini più in forma del campionato, in piena corsa per il treno playoff e con serie possibilità di essere una variabile impazzita nell’ultimo scorcio di stagione.

David Cournooh

David Cournooh

Ricky Harris (guardia, Biancoblù Bologna) e David Cournooh (guardia, Biancoblù Bologna): dopo un inizio stentato la Biancoblù Bologna ha asfaltato la Fileni con un perentorio 90-62, continuando a rimanere assestata nei piani alti della classifica. Artefici principali della vittoria Ricky Harris e David Cournooh che, grazie al loro show balistico dalla distanza (8/14 complessivo da 3 punti) ed alle incursioni nel cuore dell’area marchigiana, hanno rivoltato completamente le sorti dell’incontro. Cournooh ha chiuso con 19 punti 4 rimbalzi e 4 assist in 33 minuti, Harris con 32 punti 4 rimbalzi e 3 assist in soli 24 minuti in campo. La Biancoblù si conferma così una delle sorprese più positive del campionato, grazie ad una coppia di guardie che sta riuscendo a sopperire efficacemente all’assenza di Pecile.

arrowdownDOWNS

Sergio Scariolo (foto S. Paolella 2013)

Sergio Scariolo (foto S. Paolella 2013)

EA7 Emporio Armani Milano: non stupisce per l’ennesima volta la squadra biancorossa tra i “cattivi”. Un’abitudine che i tifosi milanesi vorrebbero perdere, ma ancora una volta gli uomini di Scariolo hanno a dir poco deluso le attese. Come un pugile poco reattivo colpisce l’assenza di reazione, di voglia di lottare, la scarsa comunicazione interna di una squadra passiva. Perso anche questo obbiettivo stagionale restano i playoff per un gruppo che per ora ha fallito al di là delle peggiori aspettative, spazzando via gli effimeri effetti di vittorie, alla luce della debacle contro Varese, del tutto illusorie.

La desolazione del Forum durante una partita bella e appassionante come Sassari-Brindisi (foto S. Paolella 2013)

La desolazione del Forum durante una partita bella e appassionante come Sassari-Brindisi (foto S. Paolella 2013)

Pubblico delle Final Eight: per essere una Final Eight attesa ed equilibrata, giocata a Milano con tre lombarde in campo (pur se l’EA7 si è fermata ai quarti), la cornice di pubblico del fine settimana di coppa non è stata certo esaltante. Forum mai esaurito, pubblico numeroso solamente per Milano-Varese e per la finale (comunque sempre sotto le 8000 unità), ampi spazi vuoti in particolare nei settori dietro i canestri impietosamente ripresi dalle telecamere. Insomma, il pubblico milanese si conferma “difficile”, inducendo a pensare che, paradossalmente, sarebbe stato meglio un “teatro” meno prestigioso ma più caldo e appassionato rispetto al palasport meneghino, vista l’evidente incapacità del nostro movimento di generare un seguito degno di queste grandi manifestazioni (impietoso il confronto con la Spagna). E pensare che numerosi giornalisti sono rimasti senza accredito per mancanza di spazio…

Anderson Kevin (foto R. Caruso 2012)

Anderson Kevin (foto R. Caruso 2012)

Kevin Anderson (playmaker, Foxtown Cantù): il tempo sta scadendo per il play giunto a Cantù dopo una lunga ed estenuante ricerca (Jerry Smith è su un aereo diretto a Malpensa pronto a riprendersi il suo posto dopo l’infortunio al piede). In attesa di capire quali sono le sue condizioni fisiche, Anderson ha di nuovo fallito alle Final Eight, giocando una partita povera di contenuti, pur con una discreta applicazione difensiva, senza nemmeno riuscire a prendere il ferro nei tiri tentati. Un rendimento tanto deludente che Andrea Trinchieri lo ha nuovamente “panchinato” nel secondo tempo non riproponendolo più. Probabilmente il ragazzo non è scarso come è apparso in questo periodo canturino, ma gioca con una terribile ansia addosso e non riesce a rendere come vorrebbe. A Brindisi la sua probabile ultima chance, vedremo se saprà reagire con le spalle al muro.

Lo spicchio fortitudino al Forum

Lo spicchio fortitudino al Forum

Fossa dei Leoni: è così difficile arrendersi all’evidenza? La storica tifoseria fortitudina ha presenziato alla finale di Coppa Italia per “urlare” a Petrucci che la Biancoblù non potrà essere la nuova Fortitudo. La Fossa dimentica che Romagnoli ha vinto l’asta fallimentare (è stato l’unico a fare un’offerta) e, attraverso questa acquisizione, in estate la FIP concederà il cambio di denominazione alla Biancoblù. Inoltre la Fossa ha chiesto più rispetto per i tifosi che devono tornare ad essere più tutelati, parole sacrosante che però devono valere per tutti i tifosi, anche quelli che al Paladozza hanno seguito Biancoblù–Jesi invece di andare a Milano. Apprezziamo la grande passione che anima la Fossa, ma il suo eccessivo integralismo e l’atteggiamento a volte un po’ “autocelebrativo” rischiano di farli apparire sempre di più come dei kamikaze giapponesi; senza contare i presunti cori pro-Sacrati (smentiti dalla Fossa) che, alla luce di ciò che ha fatto l’imprenditore emiliano negli ultimi anni, appaiono quanto meno discutibili.

logo-legadue-2012_bigLa Legadue senza retrocessioni: sull’esclusione di Napoli è stato versato fin troppo inchiostro nei mesi scorsi. Diretta conseguenza, in un torneo che già vedeva solo una formazione retrocedere in virtù della riforma dei campionati, è lo smantellamento dei roster da parte di alcune squadre per garantire il prosieguo della stagione. Imola ha aperto la strada rinunciando ad un americano e ad un comunitario, poi è stata Trieste a liberare Brown e Thomas (passato a Barcellona) ed ora anche Forli, alle prese con gravi problemi finanziari, “molla” il bomber Todic (vicino a Pesaro), Roderick e forse Musso; non il massimo per il secondo torneo italiano. Ora c’è il rischio di un finale di stagione con match poco combattuti e squadre senza stimoli.