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Marco Crespi

Marco Crespi

Marco Crespi (Montepaschi Siena): ormai i suoi discorsi in spogliatoio, nel post partita, sono celebri, degni del miglior Al Pacino in “Ogni maledetta domenica”. Il coach varesino ha guidato Siena alla sua ottava finale scudetto consecutiva. L’ultimo atto dei playoff vedrà in scena la dominatrice degli ultimi campionati contro quella che dovrebbe esserlo nelle prossime stagioni. Il punto di congiunzione tra Siena e Milano è rappresentato da MarQuez Haynes. Il giocatore statunitense è stato la pedina di scambio utilizzata dall’Olimpia per prelevare Daniel Hackett da Siena. Haynes, nella città del Palio, è letteralmente rinato e nei playoff sta giocando a livelli altissimi: 17,3 punti di media a partita, tirando con il 46% da tre punti. La Montepaschi sta probabilmente viaggiando verso un vicolo cieco, ma vuole percorrere la strada rimasta a piena velocità, fino in fondo.

Alessandro Gentile (Foto di Savino Paolella 2013)

Alessandro Gentile (Foto di Savino Paolella 2013)

Alessandro Gentile (EA7 Emporio Armani Milano): dopo le critiche, gli elogi doverosi: i quarti di finale contro Pistoia ci avevano consegnato un Gentile nervoso, in pieno blackout espressivo del suo potenziale e dannoso per gli equilibri Ea7. La semifinale con Sassari ci restituisce un leader giovane e brillante, che – a 17,3 punti di media – conduce la sua Milano dritta in finale oltre l’ostacolo Banco di Sardegna. Il figlio di Nando ha impresso subito la sua impronta: alle ottime prime due partite giocate ad Assago, aggiunge i 25 pesantissimi punti di gara 3 che fanno girare la serie appena approdata in Sardegna. Un’importanza certificata anche dalla buona applicazione difensiva e dal suo essere arma tattica universale, giostrabile da Banchi in ben quattro ruoli (dal playmaker all’ala forte).

Travis Diener (Foto Savino Paolella 2013)

Travis Diener (Foto Savino Paolella 2013)

Travis Diener (Banco di Sardegna Sassari): la notizia che ha più scosso i sassaresi ieri non è stata la (meritatissima) eliminazione ad opera dell’Olimpia Milano ma l’annuncio che la gara 6 appena disputata sarebbe stata l’ultima partita della carriera di Travis DIener. Playmaker classe 1982 Diener arrivò a Sassari nel 2010/11 direttamente dall’NBA, inaugurando il primo anno nella massima serie della squadra sarda. “Madre natura ha dato un dono a questo ragazzo” ha commentato coach Sacchetti, per cui Travis è stato croce e delizia negli ultimi quattro anni, in sala stampa a fine partita “quello di avere una capacità di lettura del gioco ed una genialità pura, che trascende ogni cognizione tecnico tattica, e ve lo dico da ex giocatore”. Per le sue magie il biondo del Wisconsin ha guadagnato il soprannome di “Ala”Diener: ma dopo quattro anni il genietto sassarese ha dovuto fare i conti con le sue precarie condizioni fisiche, come ha dimostrato l’infortunio di ieri nel primo tempo della partita contro Milano. Con il ritiro di Travis Diener, MVP delle Final Eight 2014 con la prima Coppa Italia conquistata dalla società di Stefano Sardara, si chiude un’era per la Dinamo Sassari e la serie A saluta uno dei migliori play mai visti in Italia.

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Quinton Hosley

Quinton Hosley

Quinton Hosley (Acea Roma): Roma non è contenta di Quinton Hosley. I tifosi sono rimasti, per usare un eufemismo, poco soddisfatti del rendimento e dell’atteggiamento di Hosley durante la serie contro Siena. Dopo delle prestazioni davvero eccellenti contro Cantù, Hosley è scomparso dal campo, buttando occasioni su occasioni. Nell’ultimo appuntamento della Serie, Hosley ha messo a referto due soli canestri dal campo in undici tentavi: cinque punti che gli sono valsi un misero 4 come valutazione della lega. Una gara che ha fatto storcere il naso alla piazza romana, di per se un palato comunque difficile da soddisfare. Hosley è sicuramente uno dei bocciati di queste semifinali che sono state dominate dalla MensSana di coach Crespi.

PalaSerradimigni

Il PalaSerradimigni

La maledizione del PalaSerradimigni se l’avversario si chiama Milano: le hanno tentate tutte: dal sale grosso alle macumbe, dalle rotazioni più improbabili agli anatemi. Milano chiude la semifinale playoff con il 100% di vittorie sul campo del PalaSerradimigni: dal canto loro i sardi hanno giocato una gara 6 davvero sottotono e senza energie per poter sfatare questo tabù. La sensazione è che gli uomini di Sacchetti abbiano esaurito le energie in gara5 nella vittoria che ha riportato la serie in Sardegna: stanchi, svuotati e fuori ritmo Vanuzzo&co hanno permesso a Milano di fare la sua partita lasciando un’autostrada sotto canestro a Lawal e Samuels e non riuscendo ad arginare i talenti di Gentile e Langford. La sintesi dell’ultima partita degli isolani si legge nelle cifre del primo tempo: 8 i rimbalzi dei padroni di casa, 27 quelli dell’Olimpia.

(Federico Bobbio, Marco Bogoni, Fabio Gandini, Valentina Sanna)