Il momento tanto atteso è arrivato. Questa sera Reyer Venezia e Dolomiti Energia Trento inizieranno la sfida per decretare la regina del novantacinquesimo campionato di massima serie italiana. Una finale che, per usare un eufemismo, non auspicavano in moltissimi, con le favorite della vigilia Milano ed Avellino fatte fuori in semifinale. Per questo, abbiamo deciso di fare i nostri pronostici, dando carta bianca ai ‘piani alti’ della nostra redazione.

I giocatori di Venezia esultano al termine della partita ( Foto Alessandro Montanari 2016 )

Andrea Rizzi (Direttore DB): Personalmente sono un simpatizzante di Trento e del suo progetto, ma credo che i disastri dell’Olimpia Milano abbiano ingigantito i (pur grandi) meriti dei ragazzi di Buscaglia. Ritengo che in finale, anche sfruttando il fattore campo, Venezia avrà la meglio: ha un roster più lungo, meccanismi ormai oliati e, con determinati quintetti, anche una netta superiorità fisica. La squadra di De Raffaele, però, non è certo impeccabile, quindi credo che Trento vincerà almeno una partita. Tra le belle storie dello scudetto, in ogni caso, ci sarebbero certamente Tomas Ress, che dopo i trionfi di Siena conquisterebbe un titolo ben diverso (e ben più sorprendente) riportando lo scudetto a Venezia dopo quasi tre quarti di secolo, e Toto Forray, capopopolo trentino che coronerebbe una storia da film portando l’Aquila dalle minors al tetto d’Italia. Certamente sarà l’ennesima conferma che la pallacanestro, in Italia e non solo, è uno sport che fiorisce in provincia: sembra essersi rassegnata a quest’evidenza anche la Rai, che trasmetterà in diretta su Rai 2 gara 4 e le eventuali partite successive.

Melvin Ejim,lungo della Reyer Venezia

Melvin Ejim della Reyer Venezia (Foto R.Caruso 2016)

Alessandro Aita (responsabile serie A): Quella che partirà questa sera è la finale forse più giusta, sicuramente una delle più aperte degli ultimi anni. Entrambe le squadre possono ormai essere considerate un esempio di programmazione e di investimenti intelligenti, fattori che mancano quasi completamente nel campionato italiano. La Reyer è riuscita a concretizzare gli sforzi partiti dal 2014 per diventare a tutti i gli effetti una nobile della nostra serie A, costruendo quest’anno un roster lungo e competitivo, puntellato dagli arrivi di Julyan Stone, il play che mancava, e dell’esperienza di Esteban Batista. Dall’altra parte un progetto partito anch’esso da molto lontano, ma plasmato dalle mani sapienti di coach Buscaglia che è stato capace di trovare in breve un assetto sostitutivo a quello che, per due terzi del girone di ritorno, ha fatto di Trento la squadra più concreta del nostro campionato. Il titolo alla squadra di Longhi sarebbe il giusto premio per il lavoro fatto da una società seria e capace di muoversi passo dopo passo, ma a partire con i galloni di favorita è Venezia per profondità di roster e talento. Ma la Dolomiti non mollerà il colpo così facilmente: se si arrivasse a gara 7, diventerebbe una vera e propria lotteria.

Marco Bogoni (responsabile tecnico sito web e corrispondente Virtus Bologna): solitamente le favole hanno un lieto fine e a quella di Trento manca solo l’ultimo step per potersi definire tale. Due stagioni fa la corsa della favorita Milano venne interrotta in semifinale da Sassari che poi andò a vincere il suo primo scudetto. Fu un trionfo rivoluzionario perché la formazione di Meo Sacchetti dimostrò che le squadre prettamente offensive potevano essere anche vincenti e non solo spettacolari. Se Trento, dopo aver eliminato l’Olimpia in semifinale, riuscirà ad imitare la Dinamo e a conquistare il primo trofeo della sua storia, compirà un’altra rivoluzione cestistica. L’Aquila trentina dimostrerà al nevrotico mondo della pallacanestro italiana che si può vincere programmando seriamente, seminando e avendo pazienza. Maurizio Buscaglia allena Trento da sette anni, un intervallo di tempo paragonabile ad un’era geologica nel mondo dello sport attuale. Il coach, nativo di Bari, è cresciuto insieme al club del presidente Luigi Longhi che avuto il merito di voler alzare il livello di competitività senza frenesia. Il mio personale pronostico va a Trento, la storia del basket italiano l’attende.

Carlo Ferrario (giornalista Sportitalia e collaboratore DB): Già solo il fatto che si tratti di una finale inedita rappresenta un motivo di grande interesse.  Se, poi, ci aggiungiamo che Trento e Venezia sono arrivate all’atto conclusivo dopo aver eliminato Milano e Avellino, sulla carta le due finaliste più accreditate, ecco che allora la questione si fa ancora più seria. La solidità mostrata dalla squadra di Buscaglia è il frutto di un lavoro coi fiocchi e costante nel tempo, fatto di grande difesa, per poi presentarsi nell’altra metà campo con ordine e tante soluzioni. Venezia, invece, vanta grande pericolosità dall’arco ed elementi estremamente duttili, la qualità che caratterizza per certi versi anche Trento. Sarà una partita a scacchi tra Maurizio Buscaglia e Walter De Raffaele e non si tratterà di certo di uno scandalo se si dovesse verificare una serie alle sette gare. La Reyer parte con un minimo vantaggio, ma questa Trento è pronta a stupire ancora.

Fabrizio Quattrini (Responsabile Coppe Europee): Non si può non tifare Trento, anche solo pensando al percorso che questa società ha fatto per arrivare a questo appuntamento con la storia. La testa però dice che Venezia, già dallo scorso anno, sta lavorando per raggiungere il massimo traguardo, anche lei con programmazione e puntando sulla qualità del gioco. Sarà una finale bellissima da vedere dove a mio avviso Trento, per avere una chance, dovrà provare a sfruttare i 4 giorni di riposo in più e sorprendere Venezia nelle prime due gare, alzando i ritmi in attacco e limitando le bocche da fuoco di De Raffaele. Altrimenti Venezia prenderà fiducia e sarà difficile batterla. VENEZIA 4-2