Coach Carlo Recalcati: “Abbiamo faticato in attacco per 40 minuti”

Sulla partita: “Abbiamo faticato ad attaccare per quaranta minuti. Abbiamo trovato difficoltà nell’uno contro uno, il che ci ha portato ad abusare del tiro da tre e ci ha mandato poche volte in lunetta. I primi dieci minuti sono stati decisivi per le sorti dell’incontro, perché siamo andati sotto subito e pur giocando alla pari per il resto della partita non siamo stati in grado di ricucire lo strappo. Nel secondo tempo siamo andati meglio, abbiamo perso meno palloni. In una partita con un avversario del valore di Venezia devi far circolare di più la palla, tenerli impegnati in uno contro uno. Non possiamo vivere del solo post-basso di Diawara, dobbiamo trovare altre soluzioni. Per noi in caso di vittoria sarebbe stata quasi decisiva, ma Venezia veniva da due sconfitte ed era molto motivata”.

Coach Andrea Mazzon: “Continuiamo a pensare ad una partita alla volta”

Sulla partita: “Battere una squadra con la storia di Varese, e per noi dello staff battere un allenatore come Recalcati è una grande soddisfazione. Le sue parole mi hanno fatto molto piacere, il suo averci eletto come squadra rivelazione, ma noi continuiamo a pensare una partita alla volta, come se fosse l’ultima rimasta. Dobbiamo essere concentrati su ogni pallone, ogni accoppiamento vantaggioso. Difensivamente ci siamo preoccupati poco di quello che avrebbero fatto loro e molto di quello che dovevamo fare noi. Nel primo quarto abbiamo tolto alcune cose chiave a Varese, recuperando palloni e facendo punti in contropiede, dopodiché siamo stati bravi a gestire la benzina rimasta”.

Praja Dalipagic: “Venezia è la mia squadra italiana che mi è più cara”

Sul suo rientro in Italia: “Torno sempre volentieri in Italia, e in particolare a Venezia dove ho passato quattro stagioni. Vado a trovare gli amici, la squadra, anche se magari i ragazzi non mi conoscono. Qui tutti si ricordano chi sono, da noi, in Jugoslavia, non ti ricorda mai nessuno”.

Su Venezia: “La Reyer, con il presidente ambizioso che si ritrova, merita un posta in Serie A. L’entusiasmo che ho visto stasera è lo stesso che c’era ai miei tempi, e che era mancato negli anni di LegaDue. Non ha importanza che si giochi al Palaverde, io non giocavo per la Hitachi o per la Carrera, ho sempre giocato per la Reyer”.