Claudio Sabatini

Partiamo dal meteo: a oggi, la partita di domenica sera non è a rischio. Ieri gli accessi alla Unipol Arena sono stati liberati dalla neve, e da oggi la squadra si allenerà lì, dato che il concerto di Jovanotti è stato rinviato. L’unica preocupazione per coach Finelli è legata alle condizioni di Petteri Koponen, che ieri era ancora a letto con l’influenza.
Per il resto, le due squadre non potrebbero essere in momenti più diversi. Grande entusiasmo, e secondo posto solitario per la Virtus, che cerca la decima vittoria interna consecutiva. E c’è anche il consueto reclutamento giovanile: i bianconeri sono vicini a Riccardo Rossato, play/guardia classe 1996, al momento al Leoncino Mestre.
Milano, tornata in patria dopo la scoppola rimediata a Kazan, è semplicemente troppo brutta per essere vera: tra le sette sconfitte nelle ultime otto gare, alcune dichiarazioni di Scariolo abbastanza sconcertanti, e Mancinelli che su Facebook narra dei suoi problemi col parrucchiere trovato chiuso, l’impressione è che i buoi siano scappati, e la stagione sia già andata a sud. Chiaramente i giocatori in campo dovranno tenere alta la concentrazione, e ricordarsi che il talento diffuso nell’Olimpia è enorme. Però la Virtus parte da favorita, e nemmeno di poco. Strano dirlo, pensando anche all’andata (79-64), ma da allora sono cambiate tante cose, e tutte a favore dei bianconeri.

Prima della partita il presidente Sabatini ha fatto il punto della situazione, presente e futura, parlando a Repubblica e al Resto del Carlino. Per la Fondazione bisogna ancora attendere.

E’ una gara particolare, che ha fatto la storia della pallacanestro italiana.
Noi costiamo 5 milioni, e per ora andiamo meglio di Milano che ne costa 20. Non male, ma stiamo attenti, rientra Hairston e hanno segnato 44 punti a Kazan. Saranno neri.

Siamo tra due squadre, Siena e Milano, che hanno un budget di 20 milioni di euro. Non sono invidioso, ma a tutti piacerebbe avere a disposizione cifre del genere. Le avessimo credo che ci divertiremo parecchio e avremmo anche vinto qualcosa.

Non penso rimarremo secondi a lunghi, ci sono squadre più forti, e siamo tantissimi in quattro punti. Di certo siamo tra le sorprese, come anche Sassari.

La scossa della stagione? Il cazzotto di Homan a Finelli. La società ha risposto con un altro pugno, una reazione ancora più dura ed energica. Poi c’è stata la vicenda sfortunata di McIntyre. Siamo stati chiari e pragmatici: squadra e allenatore hanno risposto alla grande.

Finelli “virtussinizzato”? Cambiare il DNA delle persone è sempe un’operazione lunga e difficile, e non sempre riesce bene. Basta vedere cosa stanno facendo due virtussini come Blizzard e Markovski alla Fortitudo.

Se ci qualificassimo a una Coppa Europea? Il mio consiglio è quello di non parteciparvi, e non solo per questioni di budget. I giocatori stranieri tendono a preferire l’Europa, mentre il nostro pubblico preferisce vincere a Cantù, piuttosto che essere a Barcellona e giocarsela fino all’ultimo secondo. Viviamo nel paese dei campanili.
Pubblico? Siamo più vicini agli 8mila che ai 7 mila, e ci tengo a dire che abbiamo anche l’età media più giovane. Un bel biglietto da visita.

Bologna? I rapporti sono cordiali, e questa è già una buona notizia, visti i precedenti. Guaraldi sta facendo molto bene. In pochi mesi di comando ha già fatto meglio di tutti i predecessori.

Romagnoli? Sono ultimi, in difficoltà. Può capitare, spero si riprendano.

Modello condiviso, tipo la Fondazione o quello del Bologna o della Biancoblu? I modelli sono questi, se si vuole andare avanti in un momento di crisi tanto grave. Bisogna trovarsi assieme e vedere come portare avanti la società. Rischio di litigare? il mio pensiero è chiaro. La gestione deve essere indipendente dai soci. La maggioranza degli azionisti indica le linee guida e gli obiettivi di budget, e chi è incaricato di portare avanti la società si muove come meglio crede, dentro questi binari.

Gestire io la Fondazione? Aspettiamo che si compia il passaggio, c’è stato qualche ritardo a causa dei miei impegni e serve ancora del tempo. Ho detto che mi volevo sganciare da un impegno tanto gravoso e che sarò comunque tra i soci fondatori. Tra quelli mi terranno, di certo sfortuna alla Virtus non l’ho mai portata.


Bruno Trebbi - Bolognabasket.it