Bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto? Di certo dopo la sconfitta interna di domenica sera la delusione c’è, perchè vista la Milano orrenda e senza Hairston del mese di gennaio di certo tutti – tifosi giocatori e società – avevano fatto un pensierino alla vittoria. E invece coach Scariolo ha tirato fuori dal cilindro la miglior (o meno peggiore) partita dei suoi da un po’ di tempo a questa parte, ed è bastato per prendersi vittoria e secondo posto.

Da parte Virtus ci deve essere la consapevolezza che, nonostante Koponen debilitato, la serataccia ai liberi e l’apporto nullo dalla panchina le Vu Nere sono rimaste in partita fino alla fine, e questo deve far ben sperare per il prossimo incrocio tra le due squadre, tra 10 giorni in Coppa Italia (fortunatamente con diretta tv, dopo il cambio di rotta di La7). Nessun dramma, e avanti con fiducia già a partire dalla impegnativa trasferta di Cremona di sabato.

I campanelli d’allarme però ci sono, e non vanno ignorati, e sono gli stessi che hanno suonato in occasioni delle sconfitte con Pesaro e Cantù, dirette concorrenti per le altissime posizioni. Il problema numero uno è la mancanza di alternativa al pick n’ roll di Poeta: se questa opzione viene difesa bene alla Virtus restano le invenzioni di Koponen o Douglas-Roberts, ormai stabilmente integrato, ma è onestamente un po’ poco. E poi c’è la panchina, che dà veramente le briciole. Domenica 5 punti tra Gailius (che ha pochissimo spazio, e quel poco non lo sfrutta bene), Lang (che purtroppo per motivi fisici garantisce poco o nulla) Vitali, deleterio soprattutto come scelte, e Werner, non entrato. Dall’addio di Homan e McIntyre il quintetto della Virtus 2.0 segna 60 punti di media sui 77 della squadra, con tre giocatori oltre i 30 minuti di media, e il quarto – Gigli – a quota 28’. Soprattutto questo deve far riflettere, perchè continuando in questo modo c’è il fisiologico rischio che i titolari – che stanno disputando una stagione straordinaria – a un certo punto tirino necessariamente il fiato. Non va dimenticato però che la società ha ancora un tesseramento a disposizione, e uno spot da comunitario libero. Qualora si andasse sul mercato – avendone le risorse economiche – si potrebbe dare respiro al quintetto, e provare a fare il possibile per capitalizzare al massimo una stagione dove nessuno pare imbattibile, e anche le concorrenti cadono, eccome. Cantù, ad esempio, ha preso uno del calibro di Doron Perkins, alla Virtus probabilmente basterebbe farsi prestare Leon Radosevic, che col rientro di Hairston finirà fuori dai 12 a Milano: ammesso e non concesso che l’Olimpia voglia rinforzare una diretta concorrente. Oppure cercare un tiratore comunitario, visto che il tiro pesante non è decisamente la specialità della casa (30.6%, ultimi).


Bruno Trebbi - Bolognabasket.it