Victoria Libertas Pesaro – Umana Reyer Venezia 86-89 (25-18; 53-38; 67-59)

Pesaro – Esce con l’amaro in bocca dalla Vitrifrigo Arena la Victoria Libertas Pesaro, sconfitta al fotofinish da una Venezia altalenante. Perché perdere fa male, ma perdere così brucia ancora di più, soprattutto perché all’intervallo il tabellone recava scritto 21 punti di vantaggio, in favore della squadra che alla vigilia non aveva di certo i pronostici a favore. Un bottino importante e non costruito per caso. Perché i padroni di casa, privi di uno dei principali punti di riferimento offensivo, Eric mcCree, hanno giocato un primo tempo perfetto, a livello di scelte tattiche e identità difensiva, tirando con il 63% da tre punti. La Vuelle più inaspettata di questa stagione ha infatti messo in piedi fino alla sirena una partita completa, di energia, dove chi aveva fatto un passo indietro ha saputo farne uno avanti (vedi Murray), dove chi aveva le responsabilità ha saputo non strafare (vedi Blackmon), dove si è difeso e attaccato in cinque, trovando energia da ogni giocatore sceso in campo. Ma se è vero che dove cominciano i meriti di una squadra, finiscono quelli dell’altra, al rientro in campo la Reyer ha mostrato tutt’altra faccia, partendo da un atteggiamento difensivo più competente nei confronti delle principali bocche da fuoco pesaresi e scatenando con continuità i suoi punti di riferimento offensivi. Dopo un terzo periodo a rincorrere, la squadra di De Raffaele, sfruttando anche la maggior lunghezza delle rotazioni, ha saputo ricucire il punteggio contro una sempre più stanca Pesaro, affondandola nel finale sotto i colpi congiunti di Stone, Tonut e Bramos. L’esterno greco, dopo una partita a litigare con il ferro, ha messo a segno 15 punti nel quarto periodo, frutto di un 4/5 da tre che ha tagliato le stanchissime gambe pesaresi.

Cronaca – La Vuelle comincia con Shashkov e Murray in quintetto. La verve pesarese è alta fin dai primi minuti e questa volta l’approccio alla gara è ottimo: in attacco i biancorossi corrono veloce, trovano la via del canestro con le incursioni di Murray e dall’arco capitalizzano con continuità. Venezia sembra frastornata da un avvio avversario così vivido ma regge l’urto grazie alle giocate di talento dei suoi esterni. Una resistenza che se non supportata da diversa energia e intensità è destinata a non essere sufficiente per fermare una Pesaro che ha il giusto piglio, difende forte, coinvolge tutti i suoi uomini e offre una bella pallacanestro corale. Sulle ali dell’entusiasmo, trascinati dai protagonisti che non ti aspetti e dal solito Blackmon, i biancorossi si conquistano un meritato vantaggio in chiusura di primo periodo (25-18) e concretizzano quanto di buono raccolto fino ad ora con un secondo quarto ancora migliore: Venezia su aggrappa al talento di Daye e alle giocate di Tonut ma Pesaro continua ad avere una marcia in più, sia per voglia di sacrificarsi nella metà campo difensiva che per qualità di pallacanestro offensiva. Le incursioni di Artis, la difesa di Mockevicius, il lavoro sporco e le conclusioni delle seconde linee: la Reyer cede nuovamente e in un attimo i biancorossi capitalizzano un parziale importante. Bomba di Murray, canestro e fallo di Blackmon e una sola squadra in campo: all’intervallo il punteggio dice 53-38.

Il rientro in campo dopo la pausa lunga inizia nel migliore dei modi per i padroni di casa: 6-0 di parziale Pesaro, non di talento ma di voglia e di reattività. È un momento potenzialmente difficile per una Victoria Libertas dalle rotazioni corte, ma se la forza offensiva pesarese rallenta, i biancorossi non mollano niente in difesa. Venezia però è lì per approfittarne e sfrutta un finale di terzo periodo importante per accorciare il divario sotto la doppia cifra di vantaggio, un canestro dopo l’altro. È il primo momento difficile per la Vuelle e il tecnico alla panchina ad inizio quarto periodo non aiuta. La partita si rianima minuto dopo minuto, i ragazzi di Bonicciolli faticano a trovare la via per il ferro, con Artis e Blackmon ben contenuti, Tonut e Bramos segnano con continuità e la Reyer accorcia ancora, canestro dopo canestro. In un amen, tutto quanto visto per 35 minuti perde di senso, perché Venezia è padrona del campo: 8-0 di paziale fulmineo, i liberi di Watt che valgono la parità prima, due bombe a nome Stone e Bramos poi e al 38esimo minuto, Venezia trova il primo vantaggio. Pesaro è in affanno, l’ultimo a cedere è Zanotti: la bomba dell’ala pesarese vale la parità: 86-86. Da li è battaglia sotto canestro e la Reyer ha la meglio. Guerra dalla lunetta e Bramos è il killer giusto: 1/2 prima, 2/2 poi. Finisce 86-89.

Sala Stampa

De Raffaele: “Complimenti a Pesaro per aver giocato una partita intensa e strutturata per 40 minuti. Se avesse vinto, avrebbe veramente meritato la vittoria per come l’ha giocata. Dal lato nostro, anche noi abbiamo meritato, per come siamo rientrati dagli spogliatoi. Siamo stati troppo modesti difensivamente il primo tempo, diversi nel terzo e nel quarto periodo. La differenza è stata nell’approccio difensivo, dove i miei giocatori sono venuti fuori con un’attitudine diversa. Sono contento per la vittoria, non per come abbiamo approcciato i primi 25 minuti. Abbiamo tante partite difficili ma mantenere una mentalità costante, pur non facile, è d’obbligo per una squadra come questa, che ha avuto una grande reazione, fatta di unità e lucidità. Prendo i due punti e quanto di buono fatto nella ripresa, dove Stone ha difeso bene su Blackmon e Bramos ha fatto la differenza.”

Bonicciolli: “una sconfitta che fa male contro una squadra di altissimo livello. La nostra difesa ha tenuto per tre quarti, poi nel quarto periodo un leggero calo difensivo, unito alle esplosioni di talento dei loro giocatori, ci ha condannato. Ho detto ai giocatori che questo tipo di pallacanestro dipende dalla grande qualità del loro impegno nel lavoro di questo mese. Siamo riusciti a migliorare nell’approccio alla partita, abbiamo cominciato bene e giocato momenti di pallacanestro di grande qualità. Abbiamo difeso, ci siamo passati la palla e se il tiro di Artis fosse entrato staremmo parlando di in altra partita. Questa partita ci insegna che bisogna soffrire fino in fondo: continuare a lavorare con la stessa rabbia e con la stessa voglia per vincere più partite possibili. Dobbiamo essere bravi a convertire questa rabbia, continuando a giocare così e riducendo i limiti mentali; se sarà così potremmo lottare per la salvezza fino alla fine.”