Si è concluso il girone di andata della prima fase di Eurolega, con le squadre italiane che, per usare un eufemismo, stanno faticando e non poco. L’Olimpia Milano è ancora ferma ad una vittoria su cinque gare, la Dinamo Sassari alla ricerca della prima gioia in terra continentale.

Chi invece può tracciare un bilancio più che positivo di questa prima parte di stagione sono i nostri “cervelli in fuga”, ovvero Daniel Hackett, Luigi Datome e Nicolò Melli, che hanno decisamente ben figurato nelle prime cinque partite della massima competizione europea.

 

Daniel Hackett - Foto Savino Paolella

Daniel Hackett – Foto Savino Paolella

Daniel Hackett – Il play-guardia della nazionale, dopo le stagioni da protagonista con la maglia dell’Olimpia Milano, si è dovuto velocemente calare in una realtà diversa in quel di Atene, sponda Olympiacos, formazione ricca di talento e soprattutto personalità, con un certo Vassilis Spanouils ad avere le redini tecniche e mentali di un gruppo di assoluto valore. Probabilmente è stata molto “formativa” in questo senso l’esperienza avuta a settembre con la nazionale italiana per Daniel, chiamato ad avere un ruolo più difensivo ed operaio in campo, lasciando spazio al talento personale dei vari Gallinari, Belinelli e Bargnani. Anche con i greci l’esterno classe ’87 di Forlimpopoli non gode più di un super minutaggio o di una costante investitura di responsabilità offensive, ma in questo primo scorcio di stagione ha saputo interpretare al meglio il proprio ruolo all’interno della squadra. Carattere, intensità su entrambi i lati del campo, qualità nei momenti giusti, capacità di piazzare la giocata giusta nel momento giusto. Tutte qualità che Hackett ci aveva già fatto vedere negli anni milanesi, ma che non era semplice replicare in una realtà così diversa e in un contesto differente rispetto al passato. Le statistiche parlano di 5,4 punti e 2,4 assist in 19’ di utilizzo medio, ma se giudicare un giocatore solo dai numeri è quanto di più sbagliato, a maggior ragione lo è se si tratta di Daniel Hackett. Basti pensare alla super difesa fatta davanti al suo ex pubblico al Forum di Assago sul suo amico Alessandro Gentile, oppure ai canestri decisivi messi a segno settimana scorsa (con anche 8 assist) per imporsi in trasferta sul campo dell’Efes Pilsen. La personalità non si compra al mercato e lui ha sempre dimostrato di averne parecchia; l’esame Olympiacos non è esattamente il più semplice che un giocatore possa affrontare, ma fino a questo momento il bilancio è più che positivo. Siamo tutti curiosi di vedere quanto saprà ancora dare alla causa nei periodi sempre più caldi che arriveranno con il passare della stagione. Nel frattempo si gode il primato nel girone e un buon impatto con la sua nuova maglia.

Insomma, Daniel c’è, anche tra i grandissimi.

 

Luigi DATOME - Foto Alessio Musolino 2014

Gigi Datome (foto A.Musolino 2014

Luigi Datome – Quando passi le ultime due stagioni a sventolare asciugamani in panchina e ad allenarti come un forsennato vedendo i tuoi sforzi mai essere ripagati, non è facile mantenere controllo e fiducia. Ma Gigione non è il capitano della nostra nazionale per caso e ha saputo dimostrarlo anche ad Eurobasket, quando un fastidioso infortunio lo ha tenuto lontano dal parquet subito dopo la prima partita, ma ha voluto rimanere lì, essere parte del gruppo, fare il capitano appunto. Senza questo carattere, questa serenità d’animo unità alla determinazione e alla professionalità del grande campione, non sarebbe facile tornare in campo in Eurolega dopo due anni di panchina NBA e trascinare la propria squadra alla vittoria con 15 preziosissimi punti. Ma noi lo conosciamo ed onestamente era davvero difficile avere dei dubbi. In una squadra che quasi rischia “l’overdose” di talento e campioni, Datome ha saputo fin da subito ritagliarsi un ruolo molto importante, da leader silenzioso (ma neanche troppo). Dopo cinque partite viaggia ad una media di 11,8 punti e 4 rimbalzi in 24’, ma quel che conta veramente, come al solito, è il tempismo. Tolta l’orribile prestazione di squadra in quel di Strasburgo (con i turchi battuti ampiamente 91-70) e la gara vinta agevolmente contro la Stella Rossa, nei match in cui il Fenerbahce ha avuto bisogno di Gigi, lui ha sempre risposto presente. All’esordio con il Bayern, come già accennato, nella sfida difficile ed importante (arrivata dopo la batosta di Strasburgo) contro i campioni in carica del Real Madrid, in cui Datome uscendo dalla panchina ha segnato con impressionante regolarità portando il suo grosso mattoncino per la vittoria finale. Ed infine settimana scorsa, con i 19 punti, chirurgici come al solito (3/5 da due, 2/4 da tre, 7/8 dalla lunetta) che hanno trascinato la squadra di Obradovic nella vittoria contro il Khimki garantendosi il primato in classifica.

La fame di giocare, di vincere, di ritornare ad essere protagonista ad alto livello è tutta lì da vedere per Gigi Datome, che a suon di triple e fadeaway morbidi sta facendo innamorare anche tutto il popolo turco.

 

Nicolò Melli (foto A. Bignami 2013)

Nicolò Melli (foto A. Bignami 2013)

Nicolò Melli – Se esistesse il premio “sorpresa del girone d’andata” andrebbe senza neanche discuterne nelle sapienti mani del lungo reggiano. Senza nulla togliere alla carriera di Nicolò, se da Hackett e Datome molti si sarebbero aspettati cose importanti nelle rispettive corazzate in cui giocano, non esattamente tutti avranno avuto le stesse aspettative su di lui. E invece Melli sta letteralmente trascinando il Bamberg di un altro italiano, Andrea Trinchieri, ad una stagione di altissimo livello anche in Europa (dopo il titolo tedesco conquistato nella scorsa stagione). Lo abbiamo già scritto, i numeri non sono tutto. Vero, ma a volte possono sintetizzare concetti con grande efficacia. Chi è il quarto giocatore per valutazione media dell’Eurolega? Melli, con 20,2 a partita. Niccolò sta letteralmente spiegando pallacanestro, giocando a livelli veramente mai esplorati e dimostrando, per il momento, di essere tra i numeri quattro più forti e con il maggiore impatto di tutta la competizione. Difende, prende i rimbalzi (6,8 di media), fa canestro con percentuali irreali (50 % da due e 57 % da tre) nei momenti giusti, passa la palla divinamente e con una sapienza cestistica degna dei migliori playmaker. E in questo senso non si può dimenticare la partita contro il Maccabi, che lo ha visto smazzare la bellezza di 10 assist (viaggia a 4,2 di media) in 32’ sul parquet. Un giocatore totale che in questa dimensione non avevamo mai del tutto visto. Le giocate, il talento, la qualità e l’intelligenza cestistica sono doti che più di una volta nelle stagioni milanesi e con la maglia della nazionale aveva fatto intravedere, ma l’impatto che sta avendo nel SUO Bamberg e la regolarità con cui infila prestazioni di altissimo livello stanno veramente impressionando tutti. Forse l’unico a non essere poi così impressionato (e lo scriviamo senza fare alcuna polemica) è proprio il suo coach Andrea Trinchieri, che ha fortemente voluto Nicolò in estate (in tempi non sospetti, proprio a Daily Basket, disse di lui: “è stata opzione 1, opzione 1, opzione 1 nella posizione di 4, ruolo nevralgico e difficile”) e lo ha fin da subito responsabilizzato, dandogli spazio e la possibilità di far vedere a tutti un potenziale fino ad oggi ancora in parte inesplorato. E poi, quando serve, qualche canestro riesce anche a farlo (12,8 punti di media). Vero Sassari?  Già, perché sul campo della Dinamo ha chiuso con 26 punti (7/10 da due, 3/3 da tre, 3/3 ai liberi), 8 rimbalzi, 4 assist, 37 di valutazione, che gli sono valsi il titolo di MVP della quinta giornata di Eurolega.

Può bastare?