FENERBAHCE ULKER ISTANBUL – LABORAL KUTXA VITORIA 88-77 (dts)

Gigi Datome (foto S.Trapezanlidis 2016)

Gigi Datome (foto S.Trapezanlidis 2016)

La seconda semifinale può vantare un contorno pazzesco, frutto di un’invasione vera e propria dei tifosi turchi. Anche il tifo basco si fa sentire, ma i decibell raggiunti dall’esercito gialloblu è qualcosa di inimmaginabile.
Dello stesso livello è anche la partenza degli uomini di Obradovic, autori di un 10-0 costruito in un amen e al quale arriva però una risposta, seppur timida, del Laboral Kutxa. Parte benone Datome, sempre efficace piedi a terra. La reazione dei baschi parte con toni timidi, per poi alzarsi di livello e riducendo a 5 le lunghezze di svantaggio. La potenza del Fener è incredibile, sia in difesa che in attacco. Dopo 10 minuti il risultato è di 23-15, trascinati da un pubblico in grado di creare un’atmosfera a dir poco di casa.
La durezza della corazzata di Perasovic esce con i minuti e impensierisce non poco il Fenerbahce, trascinati dal solito Bourousis. Non mancano contatti fisici al limite del regolare e i fischi punitivi iniziano a caratterizzare l’andamento della gara, con lo scopo di impedire di assistere ad un match che ha poco a che fare con la pallacanestro.
Come sempre, la qualità dei giocatori che si alzano dalla panchina gialloblu è notevolissima, consentendo così al livello del gioco di non abbassarsi mai. La possibilità di far ruotare giocatori come Vesely, Udoh e Antic è un privilegio che solo Zelimir Obradovic può vantare, nonostante il centrone greco del Laboral Kutxa riesca sempre ad essere incisivo, e non poco.
È una grande partita fin dai primi due quarti, per ritmo, voglia e qualità. Vitoria non molla mai, ricordando a tutti il perché si trova a Berlino. Obradovic richiama Datome più di una volta, per errori non sempre da lui, ma bisogna ammettere che la carica mostrata dalla banda di Perasovic riuscirebbe a mettere in difficoltà qualunque giocatore e qualunque squadra. 41-40 il parziale dopo 20 minuti, in un equilibrio insperato ad inizio partita, ma raggiunto grazie al sudore e agli attributi dei baschi.

Nella ripresa, le squadre rimangono a bocca asciutta per un minuto e mezzo, ma è proprio Vitoria a trovare il primo canestro (con relativo sorpasso) che sblocca la situazione. Se qualcuno dovesse pensare al Laboral Kutxa come una squadra di sola voglia sbaglierebbe di grosso. La qualità messa sul parquet nel far girare la palla e cercare la miglior soluzione possibile rimane sempre la priorità di questo gruppo, con notevoli risultati. La regia condivisa da Mike James e Darius Adams riesce sempre a generare danni non indifferenti, facendo passare in primo piano i compagni. La partita non riesce ad avere un padrone, con Dixon che non riesce ad entrare in partita in alcun modo. Tutto ciò favorisce un parziale a favore del Laboral Kutxa che raggiunge il +4 quando mancano meno di due minuti alla fine della terza frazione di gioco. Datome torna in partita con una tripla e una giocata difensiva contro Blazic, ma Bourousis reagisce da campione, con il buzzer-beater che chiude i primi 30’ (55-57 per Vitoria).

L’ultimo quarto consacra ancora di più Ioannis Bourousis, con un impatto spaziale sia vicino a canestro che dalla lunga. Il Fener perde fiducia e Datome commette il quarto fallo per tamponare un contropiede, ma Vesely non smette di crederci e firma un parziale che riporta sotto i suoi, grazie alla sua immensa verticalità.
Una partita pazzesca di due squadre pazzesche, capaci di ribaltare il pronostico che ci ha introdotti a questa Final Four. Botta e risposta, senza sosta. A 25 secondi dalla fine, il risultato è di 72-72. Ultimo possesso inefficiente per Adams e situazione confusa allo scadere sul rimbalzo del Fenerbahce, dopo un contatto dubbio. La terna decide per fischiare fallo e concedere 0.6 secondi al Fener per una rimessa favorevole. Nulla di fatto, dato che la preghiera di Dixon non viene accolta dagli dei del basket e, quindi, è overtime.
L’overtime consente ai turchi di riportarsi in vantaggio e di allungare sul +7 quando mancano 2:30 alla conclusione. L’inerzia non cambia ed il Fener porta a casa una vittoria molto sofferta, aggiudicanosi l’accesso alla Finale contro il CSKA. Termina 88-77 per i gialloblu e, come il Lokomotiv Kuban, anche Vitoria esce da questa edizione come una delle assolute protagoniste.