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L’assenza di Spanoulis potrebbe pesare (euroleague.net)

Se all’alba di queste Top 16 avessero proposto ai tifosi meneghini un contratto nel quale si garantiva a Milano il secondo posto del girone con un bilancio 5-3 davanti ad un Olympiacos fermo a 4-4 dopo 8 turni, senza dubbio, la quasi totalità di essi, avrebbe sottoscritto senza nemmeno fermarsi a leggere le clausole scritte in piccolo.

Questa è la situazione attuale, cui si aggiunge la quasi certa contumacia di un tale Spanoulis Vassillis, pare, due volte MVP dell’Eurolega. A carte scoperte parrebbe una mano di poker in cui andare all-in ma il basket non è una scienza esatta e i greci biancorossi sono i più fedeli testimoni di questo assunto.

Chiaro che senza un catalizzatore come il playmaker greco la squadra di Bartzokas cambi pelle e Milano debba adattarsi al fatto che la circolazione sarà più equa. Il temibile pick’n roll in punta di Spanoulis e la sua attitudine realizzativa verranno soppiantati dalla distribuzione che Sloukas (dai 13 minuti di media ai 28 con il Fener) garantirà equilibrata senza lesinare sulle folate in area. Mancherà, più che altro, il leader emotivo di un gruppo che senza il suo faro spirituale rischia di smarrirsi in caso di difficoltà.

Keith Langford, top scorer per Milano (Foto: Savino Paolella)

Keith Langford, migliore per punti e valutazione in Eurolega (Foto: Savino Paolella)

Milano, che all’andata andò in pressione altissima sul perimetro cancellando, di fatto, dalla partita un Olympiacos troppo brutto per essere vero, dovrà curare, stavolta, gli extrapossessi garantiti a Printezis e Perperoglou, finalizzatori ad alta percentuale (oltre il 51%) in avvicinamento al ferro e contenere lo strapotere fisico di Dunston e del nuovo arrivato (ritorno) Shermadini.

Per farlo, gli adattamenti difensivi saranno fondamentali perchè, se da un lato lavorare sul pick’n roll di Spanoulis, per quanto complicato fosse, implicava la conoscenza e l’applicazione di scelte di spazi e tempi mandati a memoria in allenamento, tolto un riferimento così importante potrebbe paradossalmente essere complicato parametrare le proprie scelte a quelle di una squadra, di fatto, diversa.

L’aggressività difensiva resta, in ogni caso, uno dei tratti distintivi di Milano, imprescindibile per tenere aperta una partita nella quale l’ambiente sarà ben più che un sesto uomo in grado di spingere i greci all’impresa (sembra strano detto così…) annichilendo le velleità meneghine.

Altra prova convincente per Curtis Jerrells (Foto: Savino Paolella)

Jerrells alla ricerca di ulteriori conferme della sua ritrovata efficienza (Foto: Savino Paolella)

Togliere ritmo e “striscia” ai padroni di casa permetterà ad Hackett e soci di gestire l’attacco senza l’affanno di un punteggio che scappa giocandosi le chances di vittoria su geometrie più congeniali alla squadra di coach Banchi. Chiaro che le qualità nell’uno contro uno di Milano debbano essere sfruttate, specie in superiorità numerica, ma farlo a basso punteggio è un conto, difficile avere la medesima lucidità in un contesto di frenesia.

Possibile che di qualche possesso in più godano anche gli interni, specie per sfruttare la catena debole dell’Olympiacos che ha nel solo Dunston un centro in grado di tenere la rapidità di Samuels e Lawal.

Partita enigmatica ma che (scaramanticamente) l’Olympiacos non può perdere. E in queste condizioni i greci difficilmente sbagliano.

Pronostico DB: magari all’extratime, ma la Peace and Friendship è decisiva. Vince l’Oly.


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