CALDO E UMIDITÀ RENDONO IL “CAMPUS” IMPRATICABILE E LA PRIMA CASALINGA PER I ROSSOBLU È RIMANDATA A TEMPI MIGLIORI.

Si pattina sul parquet, Il folto pubblico resta incredulo, al pari di Alvin Young: «È la prima volta in carriera che mi capita una cosa del genere»

CODOGNO Caldo e umidità sono una miscela infida per il parquet del “Campus”, giocatori e arbitri devono concentrarsi al massimo per mantenere l’equilibrio sulle listelle di legno trasformate in una sorta di pedana di pattinaggio. Incredibile ma vero, l’esordio casalingo dell’Assigeco contro la Centrale del Latte Brescia passa alla storia come la prima gara sospesa, per avverse condizioni meteo, nella storia del palazzetto rossoblu.

Una vera disdetta per il club lodigiano che, recuperati Sant-Roos e Vencato, aveva preparato con molta cura il debutto in A2 Gold: tribune strapiene, tifo alle stelle, le cheerleaders del “Geco” pronte con le loro coreografie. Il rinvio è il segnale inequivocabile dell’urgente necessità del nuovo palazzetto. Passati 4’46″ dalla palla a due, all’ennesima scivolata di Vencato in attacco, gli arbitri prima fermano la contesa per asciugare il campo (10′ di pausa) poi, consultati i responsabili della due squadre, decidono per la definitiva sospensione. Epilogo inevitabile visto che i giocatori non stavano letteralmente in piedi rischiando l’infortunio a ogni passo. Tocca al giudice sportivo stabilire quando si rigioca e se partire dall’inizio o far continuare la sfida dall’8-8.

Alvin Young sorride divertito: «È la prima volta in carriera che mi capita una cosa del genere». Tutti si sintonizzano sul commento dell’esterno di Brooklyn.

«Dispiace davvero perché c’era tanta gente e sarebbe stato bello giocare: meno male che Brescia è vicina, sarebbe stato un guaio maggiore con un avversario più lontano – sottolinea Andrea Zanchi, coach dell’Assigeco -. Eravamo pronti per l’esordio in casa nella Gold, purtroppo vista la situazione credo non ci fosse altro da fare. L’umidità è un problema che ha toccato anche altre squadre».

La pensa così anche Graziella Bragaglio: «È un peccato perché c’erano le tribune piene, con tanti nostri tifosi – dice la presidentessa del club bresciano e della Lnp -. L’umidità era troppa e non era possibile giocare».

Federico Loschi probabilmente si aspettava un ritorno diverso al “Campus”: «Ai miei compagni avevo spiegato che le tribune sono piccole ma il parquet è bellissimo e si può giocare bene – spiega l’ex rossoblu, ora capitano di Brescia -. Non era mai successa una cosa del genere: peccato perché fino all’ultimo abbiamo provato a giocare lo stesso».

Andrea Diana la prende con filosofia: «La curva ospiti tutta blu era un bel vedere, ci avevano seguito tanti tifosi – ricorda il coach bresciano -. Sarebbe stato un grande spettacolo in un ambiente caldo. Non dipende dall’Assigeco, ma il campo era troppo scivoloso: è un peccato perché avevamo preparato bene la partita».

Tra il pubblico c’era anche Riccardo Rossato pronto a trasferirsi a Cecina (Serie B) in prestito. «Ho la possibilità di giocare con continuità, da oggi sono con la nuova squadra, tutti bravi ragazzi. Mi sono già allenato una settimana con loro, ho voglia di giocare».

UCC ASSIGECO
BRESCIA

Sospesa sull’8-8 al 5’

UCC ASSIGECO Vencato 3, Sant-Roos, Carrizo 3, Ricci, Poletti 2; Young, Donzelli, Canavesi, Spissu, Alessandri, Costa, Maghet. All.: Zanchi

CENTRALE LATTE BRESCIA Fernandez 2, Nelson, Loschi, Brownlee 2, Cittadini 4; Alibegovic, Benevelli, Passera, Tomasello, Giammò, Bonvicini. All.: Diana

Arbitri Nicolini di Bagheria, Ceratto di Castellazzo Bordmida, Scudiero di Milano

4′ e 46” di gioco del primo quarto, il tempo concesso dall’umidità, sono sufficienti per vedere una traccia migliore dell’Assigeco: Andrea Zanchi inserisce i recuperati Vencato e Sant-Roos insieme a Carrizo, spedito sulle tracce di Federico Loschi. Le triple di Carrizo e Vencato (3-2 al 2′, 6-4 al 3′) seguite dallo svitamento di Mitch Poletti sotto canestro sono intervallate dai centri di Cittadini e dalle puntate di Fernandez e Brownlee (8-8 al 5′). Aleatorio parlare di fase difensiva: i giocatori si muovono in punta di piedi. Scampoli di gioco rubati alle difficoltà di equilibrio che gli arbitri decidono di rinviare. «Mi spiace, avevo voglia di dare una mano alla squadra – confida Howard Sant-Roos -. Mi sono allenato bene in settimana e ci tenevo a giocare».

Luca Mallamaci/Il Cittadino di Lodi