IL 26ENNE È STATO IL MIGLIORE DEI ROSSOBLU NELLA DIFFICILE TRASFERTA DI AGRIGENTO. «Andare in campo senza quattro elementi dei primi cinque in effetti rende il compito molto più arduo, ma non deve diventare un alibi: bisogna migliorare»

 

MILANO Il volo AZ5007 in arrivo da Palermo tocca delicatamente la pista dell’aeroporto di Linate, le ruote accarezzano l’asfalto come solo i piloti dell’Alitalia riescono a fare: la morbidezza dell’atterraggio del “day after” non attenua nei rossoblu quella sensazione di incompiutezza che ha caratterizzato l’esordio in A2 Gold di domenica sul parquet del “PalaMoncada” di Agrigento, frustrando il tentativo di decollo dell’Assigeco. «È stata una partita complicata, contro una squadra che ha già un buon amalgama. Non siamo riusciti a mettere in pratica quello che avremmo dovuto fare, e cioè arginare i loro punti di forza ed esaltare i nostri».

Il commento di Mitch Poletti sottolinea la mancanza dell’Assigeco, costretta a giocare un confronto importante alla prima stagionale in formazione altamente rimaneggiata. Le assenze di Chiumenti e Donzelli, in panca a fare il tifo per i compagni, Sant-Roos e Vencato, rimasti invece al “Campus”, non è liquidabile come una questione puramente numerica; c’è un fattore caratteriale da abbinare al valore tecnico dei giocatori. Entrambi mancati nella sfida di Agrigento, anche per via della prestazione incolore degli esterni. «Beh, andare in campo senza quattro elementi dei primi cinque in effetti rende il compito molto più arduo – prosegue il 26enne lungo milanese, gladiatorio domenica all’ombra del canestro -. Anche se ci sono difficoltà oggettive in termini di personalità, rotazioni e fiato, le assenze non devono diventare un alibi per nascondere il “pezzo” che ci manca per giocare veramente la partita. È fondamentale darci da fare per migliorare ed essere più incisivi già da domenica prossima e dare a chi non è a posto il tempo necessario a guarire bene».

Nell’economia del gioco lodigiano, frenato dall’imperfetta circolazione di palla e dalla poca rapidità della transizione, Poletti (4/7 al tiro, 8/10 ai liberi e 7 rimbalzi) è risultato piuttosto produttivo: «Quando perdi non puoi mai essere soddisfatto di una prestazione personale; conterebbe molto di più in caso di vittoria. La vera soddisfazione è vincere la partita e visto che abbiamo perso la mia performance perde di interesse – sottolinea il pivot, tornato quest’anno a giocare per l’Assigeco nella quale era stato pezzo pregiato del vivaio insieme a Danilo Gallinari e Pietro Aradori -. Io resto con le mie buone sensazioni: a mio avviso siamo una squadra che può diventare fastidiosa per tanti, ma dobbiamo fare quel passettino in più che serve, a cominciare dalla “prima” al “Campus” di domenica contro Brescia. Serve solo lavorare con intensità e tranquillità».

L’Assigeco deve anche rivedere gli errori fatti, soprattutto in fase difensiva, da due anni fondamento principale della propria identità. «Certo, vanno analizzati in dettaglio, accettati e sistemati: da lì parte tutto il resto – dice Poletti -. Contro Brescia dobbiamo lottare al massimo, come sappiamo fare».

La sconfitta di Agrigento non può mettere in secondo piano la voglia di lottare della squadra di Zanchi, rimasta comunque sempre in scia agli avversari: «Una gara così l’anno scorso a Imola l’avremmo persa di 30 punti – Poletti ricorda la sfortunata stagione passata -. Ad Agrigento si è perso di 13, vuol dire che nonostante errori e difficoltà siamo sempre rimasti in partita con la voglia che non manca mai. Non è certamente quello il problema; ci sono altri fattori da sistemare. Non è semplice ma va fatto: alla domenica vogliamo vincere».

 

Luca Mallamaci/Il Cittadino di Lodi