IL PATRON LODIGIANO È SODDISFATTO DELLA STAGIONE DELL’ASSIGECO E APRE A UN EVENTUALE RIPESCAGGIO: «INFERIORI SOLO A TORINO, LA GENTE CAPISCE GLI SFORZI FATTI PER COMPETERE CON REALTÀ ECONOMICAMENTE IMPORTANTI»

Il Presidente Assigeco Franco Curioni

Il Presidente Assigeco Franco Curioni

CODOGNO – A braccia alzate prodigo di abbracci e di “cinque” a giocatori, allenatori, amici e tifosi nella cornice del “Campus”, tornata a tutti gli effetti la “casa” dell’Assigeco. Franco Curioni ha fatto spesso gli onori di casa durante la stagione rossoblu, condita da 14 vittorie casalinghe su 18 partite, play off compresi, iniziata zoppicando e conclusa con i play off. «Bella pallacanestro con un crescendo rossiniano – il presidente del club lodigiano è un estimatore della musica classica -. Mi ha fatto piacere vedere rinascere il “Campus”, dopo il rientro da Lodi dell’anno scorso, con tanto pubblico formato da ragazzi, bambini e famiglie. Tifo caloroso ma educato e mai offensivo. I risultati? Aiutano a riportare la gente. Bravissimi i giocatori a metterci impegno dal punto di vista sportivo, di appartenenza, soprattutto coloro che sono con noi da più anni, e tutta la dirigenza a darci dentro ogni santo giorno».

L’Assigeco suscita ancora interesse ed entusiasmo? «Sono contento dell’annata. Siamo partiti malino, c’è stato il trauma del cambio di “Cece” Riva, un momento di enorme dispiacere, seguito dall’arrivo di Andrea Zanchi che ha fatto un “miracolo”: in mezzo a dilemmi tattici ha saputo toccare i tasti giusti stimolando i ragazzi a seguirlo. È un ottimo tecnico e una persona perbene».

La squadra rossoblu riesce a emergere in un contesto di equilibrio… «A mio avviso eravamo inferiori solo a Torino. Credo che la gente possa comprendere gli sforzi che facciamo per competere con realtà importanti, capoluoghi di regione con differente valenza industriale: qui ci siamo io e i miei amici a sostenere il basket, dobbiamo essere orgogliosi di una squadra che si fa onore in un momento economico difficile».

Lo zenit dell’entusiasmo stagionale arriva in occasione dell’ultima di regular season contro Castelletto che spalanca la porta dei play off… «Mi spiace aver battuto Simoncelli, un nostro pezzo di cuore protagonista di una grande gara, ma la sconfitta mi avrebbe addolorato: aver vinto su Alex che fa bella figura a “casa sua” ha conciliato le emozioni. L’intervento finale di Venuto su “Simo”? Rivedendo la partita non c’è fallo, Marco prende la palla».

Arrivata alla semifinale play off con il passaggio per la Silver in tasca, in un contesto di crisi con club di alto livello in bilico, alla vigilia della ristrutturazione della LegaDue in due “pezzi”, Gold e Silver, l’Assigeco potrebbe essere tentata da un ripescaggio? «Chiedendo il “ritorno” in Dna avevamo detto che avremmo pensato alla LegaDue solo se fosse cessato il professionismo. Con la ristrutturazione sulle tracce della riforma che avevo proposto siamo ancora in LegaDue Silver, diventata ora non professionistica: accetteremmo volentieri l’opportunità per la Gold solo giocando al “Campus”. I tecnici dicono che la capienza può aumentare a 1.600 posti, vicino ai 2.000 richiesti. Credo che a una società seria, con i bilanci a posto come la nostra possa essere concessa una deroga».

La riforma introduce due stranieri e un “passaportato”: l’anno prossimo bisogna rifare la squadra? «Al di là delle nuove regole ricordo che la nostra “mission” è sui giovani. Ne abbiamo diversi nel giro delle Nazionali, riteniamo fondamentale inserirne cinque-sei stabilmente in prima squadra completando il roster con altri esperti. Chi rimane? Servono un coach e giocatori che condividano il nostro programma adeguandosi al mercato. È un momento di crisi incredibile, lo fa il Milan non dobbiamo farlo noi che abbiamo lanciato Gallinari, Aradori, Poletti, Simoncelli da sbarbati?».

Zanchi rimane? «Il contratto scade ora, non c’è opzione per il rinnovo. Gli parleremo esponendo le nostre idee. Zanchi è super sotto tutti i punti di vista, mi auguro sia possibile trovare un accordo. In tanti si propongono: i singoli non contano più del progetto».

L’Under 19 chiude le finali ai quarti, l’Under 17 gioca a metà giugno: i giovani rossoblu crescono… «La squadra di Carrea, con il quintetto “sotto età”, ha fatto molto bene: peccato gli errori in lunetta contro la Stella Azzurra. Vedo forte l’Under 17. Ai “soloni” che ci criticano ricordo che le giovanili servono per far crescere i giocatori, non per i titoli: Gallinari e Aradori hanno fatto più strada di tanti vincenti da giovani. Noi continuiamo il reclutamento anche di prospetti internazionali sempre in ottica di prima squadra».

Si parla di un palazzetto nuovo a Casale… «Sono contento se lo fanno. Noi? La nostra casa è il “Campus”».

Luca Mallamaci (Il Cittadino di Lodi)


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