Spagna – Egitto 91-54 (26-10, 16-14, 22-13, 27-17)

Se c’è una differenza fra i campionati Mondiali di basket e quelli di calcio, tanto per fare un paragone con una competizione omologa terminata da poco, è che nella pallacanestro MAI una nazionale come l’Egitto potrà fare il clamoroso colpaccio contro una squadra che gli è talmente superiore come la Spagna. Non esiste nel basket un portiere capace di parare l’impossibile e tenere la gara sullo 0-0 fino al 95°, quando (con una deviazione di stinco) il centravanti dell’Egitto di turno infila la sfera nella porta dei favoriti. No, nel basket non esiste tutto questo e Spagna-Egitto dura, agonisticamente parlando, la bellezza di… 300 secondi. Quando, con una tripla piedi per terra e indisturbato, Navarro sigla il 15-2 per gli iberici e chiude di fatto la partita quando mancano ancora 35 minuti da giocare. Per cui, nella pallacanestro, si guardano partite come queste in modo differente, osservando altri aspetti. Ci si diverte a guardare la spettacolarità delle giocate dei campioni (e la Spagna ne può schierare a bizzeffe chiunque sia a calcare il parquet), si attendono con trepidazione schiacciate, assist no-look, alley-oop, giocate da playstation (e, anche in questo caso, la Nazionale di coach Orenga non si risparmia) proprio come un neonato attende la poppata dopo il risveglio notturno. In buona sostanza: per le analisi tattiche, ripassare a quando la Spagna (terminate le esibizioni con le Cenerentole Iran ed Egitto) affronterà avversari veri. Già l’impegno di domani sera col Brasile potrebbe essere un test più probante. 

Una delle innumerevoli schiacciate di Ibaka della serata (foto FIBA.com)

Una delle innumerevoli schiacciate di Ibaka della serata
(foto FIBA.com)

Orenga parte con il quintetto Rubio, Navarro, Rudy e fratelli Gasol ma, cosa più importante, recupera gli acciaccati Air Congo Ibaka e Felipe Reyes. Un recupero a tempo di record, almeno stando a quanto la stampa spagnola aveva prefigurato: ovvero, rientro per il madridista plausibile nel match di domani contro il Brasile, recupero addirittura improbabile per tutta la prima fase della competizione per il Thunder di origini congolesi. E, invece, entrambi smettono i panni borghesi indossati ieri contro l’Iran e si accomodano in panchina a disposizione del tecnico iberico; che non ci mette molto a farli entrare nelle rotazioni, facendo rifiatare a lungo i Gasol, super impegnati (quanto meno sotto il profilo del minutaggio) non più di 24 ore fa. E l’ingresso di Ibaka accende il pubblico di Granada, oltre a trasformare ben presto il match in una sorta di slum dunk contest (saranno 11 alla fine da parte della Spagna). Una nazionale, quella delle Furie Rosse, che comunque dimostra anche buona applicazione difensiva e discreta intensità, doti che si traducono immediatamente in un tappo ermetico e sigillato sopra il proprio canestro: 19-2 al 6° e gara in ghiaccio. Il primo quarto si chiude con una parvenza di equilibrio (7-8) che fissa il punteggio sul 26-10 del primo intervallo. 

Il secondo parziale si rivela il più equilibrato e anche il punteggio finale del quarto (16-14 per gli spagnoli) è lì a testimoniarlo. Complice un comprensibile rilassamento agonistico dei padroni di casa che non riescono a ritrovare il miglior Calderon, sorprendentemente falloso al tiro e decisamente troppo nervoso.

Il secondo tempo, invece, è il paradigma del match esibizione: la gara scorre via senza interruzioni, gli arbitri fischiano ogni tanto qualche inezia (probabilmente per giustificare il proprio gettone di presenza) e, con un eloquente parziale di 49-30, la Spagna chiude il match superando l’Egitto di Abouelkhir col punteggio finale di 91-54

Un'entrata di Rudy Fernandez: 14 punti e 29 di valutazione per lui (foto FIBA.com)

Un’entrata di Rudy Fernandez: 14 punti e 29 di valutazione per lui
(foto FIBA.com)

Assist come se piovessero (22-5 per gli iberici, 7 del solo Rubio), giocate per deliziare il pubblico, delle schiacciate a ripetizione, che infiammano gli oltre 7.000 paganti di Granada, abbiamo già parlato in precedenza. C’è spazio per tutti nella sagra della giocata ad effetto: da Rudy ad Abrines, da Rubio per finire con Claver. Alla fine, paradossalmente, gli unici due giocatori che restano in campo per più di 20 minuti sono proprio i due dati per acciaccati: Ibaka e Reyes. Per il resto del Dream Team spagnolo, tanto riposo. Del resto, da domani, in casa Spagna si comincia a fare sul serio.

Spagna: S. Ibaka 18, R. Fernandez 14, P. Gasol 12. Rimb (47): S. Ibaka 7. Ass (22): R. Rubio 7.

Egitto: I. Elgammal 16, H. Kamal e S. Genedy 8. Rimb (32): R. Ibrahim 7. Ass (5): I. Elgammal 3.


Claudio Devizzi Grassi