Un recente articolo di Metrics 101, rubrica molto interessante creata da Bleacher Report, ha studiato quali sono i peggiori difensori di tutta la lega per ogni posizione in campo, avvalendosi di numeri e dati presi dai migliori siti di statistiche. I risultati sono stati calcolati intrecciando quattro casistiche di dati e sono stati presi in considerazione solo giocatori con almeno 500 minuti giocati. Le statistiche sono: defensive real plus/minus, defensive point saved, field goal percentage differential e on/off differential. Partendo dalle point-guard il primo posto (poco lusinghiero) è andato ad Emanuel Mudiay dei New York Knicks con -6.19; dietro di lui, sul podio, Patty Mills dei San Antonio Spurs e D’Angelo Russel dei Nets.
Per quando riguarda le shooting-guards con -9.15 il primo posto va ad un giocatore che non ha mai fatto della difesa il suo punto di forza: Jamal Crawford dei Timberwolves. Seguono il nostro Marco BelinelliRodney Hood dei Cleveland Cavaliers. Reparto ali piccole guidato in negativo da Evan Fournier con -4.21. Gli Orlando Magic non sono sicuramente una corazzata, ma il francese sta contribuendo a rendere ancora più porosa la loro difesa. Luke Babbit appena dietro a Fouriner, terzo posto invece per Jae Crowder: si proprio lui che da sempre è stato considerato un buon difensore, si trova tra le tre peggiori ali piccole di tutta la lega.
Tre giocatori di buon livello offensivo si trovano nelle prime tre posizioni in negativo a livello difensivo nel ruolo di power forward: Zanch Randolph dei Kings è in testa con un -5.82, seguito da Carmelo Anthony e Harrison Barnes.
Tristan Thompson peggiore tra i centri? Proprio così, con il suo -3.94. Lui come Crowder, da sempre considerati “grandi” difensori, si trovano ad avere questo amaro titolo in stagione. Cristiano Felicio al secondo posto a cui si accoda sul podio Kevin Love.

Giocatori della settimana nella Eastern Conference e Western Conference sono stati eletti rispettivamente LeBron James e Russel Westbrook. Su James abbiamo veramente poco altro da dire, la sua stagione è qualcosa di favoloso e i suoi numeri sono spaventosi. Russel Westbrook nella vittoria di Atlanta della scorsa settimana segna 32 punti con 12 rimbalzi e 12 assist mettendo assieme così la centesima tripla doppia della sua carriera. Nella storia della NBA sopra di lui soltanto tre giocatori: Oscar Robertson con 181, Magic Johnson con 138 e Jason Kidd con 107 (quest’ultimo abbondantemente nel mirino di Russ che nelle due partite successive ha inanellato altro due triple doppie portandosi a quota 102). “Questi nomi sono tutti Hall of Famers e sono felicissimo di far parte di questo gruppo”, così ha parlato dopo la partita Westbrook ai microfoni di ESPN riguardo alla sua prestazione, e al fatto di essere messo in compagnia di giocatori del passato di questo livello. Con la vittoria a Toronto della notte passata Westbrook è andato in tripla doppia per cinque gare consecutive, ed al primo posto nella lega con 23 in totale. Dietro di lui LeBron James con 14.

Quando leggiamo e sentiamo parlare di Derrick Rose ci accorgiamo spesso che i facili entusiasmi sono dietro l’angolo. Noi siamo più cauti e non citeremo di certo le solite frasi come “ecco è tornato” o “è rinato”. Rose si è accasato a Minnesota dal suo mentore Tom Thibodeau per cercare di tornare ad essere prima un giocatore di basket, e poi forse cercare di essere ancora importante per una squadra. Nell’ultima uscita dei T-Wolves l’ex Cleveland Cavaliers ha giocato 19 minuti ed ha segnato 14 punti a cui ha aggiunto 3 assist. Non una prestazione da prima pagina, ma sicuramente un o spiraglio di luce per un giocatore che ha pensato più volte di lasciare il basket giocato. I punti a referto non sono mai stati un problema, la cosa che però è apparsa incoraggiante è stata la forma fisica: molto dinamico e mobile sulle caviglie con anche una schiacciata degna di nota. Esaltarsi? No di certo. Noi tutti speriamo però che Rose a Minnesota possa ritrovare se stesso, e possa iniziare ad essere ancora un vero giocatore NBA.

I Golden State Warriors in questo momento della stagione sono falcidiati dagli infortuni: fuori Curry, Durant e Thompson. Togliere questi tre giocatori è come togliere il motore ad una Ferrari, ma nella NBA si sa che situazioni del genere danno la possibilità a giocatori che vedono poco il campo di mettersi in luce. Questo è il caso di Quinn Cook. 13, 25, 28 e 20 sono i punti seganti nelle ultime quattro partite, con prestazioni di altissimo livello offensivo. Cook è uno di quei giocatori che in questa stagione ha firmato un Two-way contract (cioè la possibilità di giocare sia in NBA che in G-League) con Golden State. Questo tipo di contratto, nel dettaglio, non permette però che il giocatore possa stare più di 45 giorni con la squadra NBA di riferimento salvo che la squadra stessa non lo firmi con un contratto NBA a tutti gli effetti. Chiaro che gli Warriors con il rientrare di tutti gli infortunati difficilmente potrà trovare spazio per il nativo di Washington, ma i rumors che lo vedrebbero aggregato al roster che disputerà i prossimi playoff stanno aumentando dopo queste partite eccelse.

Chiudiamo con il triste annuncio di Tyronn Lue che è stato costretto a lasciare la guida dei Cleveland Cavaliers per curare i suoi problemi di salute. “Ho avuto dolori al petto e sintomi preoccupanti durante la stagione, come la perdita del sonno. Dopo parecchi test, non c’è ancora una diagnosi definitiva, ho cercato di superare questo momento ma non sono riuscito e non voglio causare problemi alla squadra. Utilizzerò questo periodo lontano dalla squadra per curarmi con le medicine che mi sono state prescritte. Voglio tornare più sano e forte in modo da poter continuare a condurre questa squadra verso il titolo, obiettivo per cui stiamo tutti lavorando“. La stagione dei Cavs sembra non trovare pace, anche se secondo LeBron questa è stata la decisione migliore da prendere per Lue in primis e poi per la squadra. Coach Lue si sottoporrà settimanalmente a controlli specifici che gli diranno se potrà tornare o meno in panchina con il primo già fissato per lunedì prossimo.  Toccherà quindi a Larry Drew, primo assistente di Lue, guidare la squadra in un momento non facile in cui si i Cavs stanno cercando equilibri in vista dei playoff.