Come ogni estate, il mercato nella NBA ha riservato parecchi colpi di scena. Molti giocatori – inclusi alcuni di primissima fascia – hanno cambiato squadra andando a ridisegnare gli equilibri della lega. Finora solo sulla carta, ma tra qualche settimana ne vedremo le conseguenze anche sul campo. Per ripercorrere quanto accaduto, vi proponiamo la nostra Top Ten dei migliori affari dell’estate, ovvero quelli che, a nostro avviso, sono destinati a lasciare maggiormente il segno nella prossima stagione NBA. Oggi pubblichiamo le nostre scelte dalla posizione numero 10 alla numero 6, domani potrete scoprire la parte alta della nostra speciale classifica.

Jason Terry

10) Jason Terry firma per i Boston Celtics
Rimasti orfani di Ray Allen, i Celtics cercavano qualcuno che potesse prendere il post di “He Got Game”. Il mercato dei free agent ha offerto loro la migliore scelta possibile. “The Jet lands in Boston” hanno intitolato i giornali il giorno dopo l’ufficialità della firma. Jason Terry è al quarto posto nella classifica di triple segnate (1788 triple segnate) guidata proprio da Ray Allen (2718), che ha mal digerito il ruolo di sesto uomo che coach Rivers aveva riservato per lui in questa stagione. Jason Terry al contrario è sicuramente l’uomo più adatto per ricoprire quel ruolo (nel 2009 è stato eletto miglior sesto uomo dell’anno). Il contratto prevede 15 milioni di dollari in tre anni (la completa “mid level exception”) e le prime dichiarazioni di The Jet sono state di grande felicità per l’accordo raggiunto con Boston: “Tifavo Celtics fin dai tempi di Bird e non vedo l’ora di giocare con Rondo, sento di poter essere un terminale offensivo importante per la squadra”. Doc Rivers si è detto molto contento del suo arrivo in Massachussetts. Jason Terry ha subito mandato un messaggio ai nuovi tifosi, tatuandosi sul braccio la mascotte dei Celtics che tiene in equilibrio sul dito il Larry O’Brien Trophy. Il ragazzo sa come farsi apprezzare.

Goran Dragic

9) Goran Dragic firma per i Phoenix Suns
Cercando di trovare una soluzione per l’”impossibile” sostituzione di Steve Nash, che era arrivato alle 10 stagioni (non consecutive) indossando la maglia della squadra dell’Arizona, Phoenix è riuscita a cautelarsi tutto sommato bene. Quello che ha rappresentato in queste 10 annate il play canadese per i Suns è solo parzialmente testimoniato dalle cifre e dai premi individuali vinti, perché (se escludiamo le prime due stagioni in NBA) Phoenix ha praticamente sempre costruito il roster di ogni stagione attorno alla sua figura. Considerando tutto ciò bisogna ammettere che la franchigia dell’Arizona nella ricerca del nuovo playmaker è riuscita a cadere in piedi, formando una coppia di point guard assai affascinante, pescando Kendall Marshall dal draft e soprattutto firmando con un quadriennale da 34 milioni di dollari Goran Dragic. Lo sloveno è riuscito a guadagnarsi un contratto del genere grazie all’ultima stagione giocata a Houston, in cui nella seconda parte è diventato il playmaker titolare della squadra (complici i problemi fisici di Lowry), mettendo a referto i suoi career high di punti e assist, rispettivamente 11.7 e 5.3 per partita. Ricordiamo inoltre che quello di Dragic a Phoenix è un ritorno: infatti fino a metà stagione 2010/11 Goran era il cambio (di lusso) di quel Steve Nash che ora è chiamato a sostituire.

Andrei Kirilenko

8) Andrei Kirilenko firma per i Minnesota Timberwolves
Dopo otto stagioni con gli Utah Jazz, AK47 l’anno scorso aveva deciso di ritornare in patria per giocare con il CSKA Mosca con la clausola dell’NBA Escape (finito il lockout il giocatore avrebbe potuto decidere di tornare in NBA). La permanenza russa era poi continuata per tutta la stagione che è terminata con la rocambolesca finale di Eurolega a Istanbul persa per un solo punto contro l’Olympiacos. Le voci di un possibile ritorno di Kirilenko in NBA si sono rincorse per tutta l’estate con tre squadre più interessate di altre: Nets, Warriors e T’Wolves. Sono stati proprio i Minnesota Timberwolves a convincere il campione russo a unirsi a loro. La presenza di Kevin Love, di Ricky Rubio e del nuovo arrivato Alexey Shved, compagno di Kirilenko al CSKA e nella nazionale russa, sono stati l’ago della bilancia insieme ai 20 milioni di dollari in due anni che il giocatore percepirà dalla squadra. Kirilenko sarà fondamentale per rafforzare il gioco sull’ala che negli ultimi anni è stato parecchio deficitario a Minnesota. Ha detto di essere onorato di poter giocare sotto Rick Adelman e ha paragonato i T’Wolves attuali ai Sacramento Kings allenati proprio da Adelman all’inizio del nuovo millennio. Un paragone interessante.

Ray Allen

7) Ray Allen firma per i Miami Heat
Quella appena passata è stata per certi versi forse la peggiore stagione mai disputata dal recordman di triple messe a segno nella lega, un po’ per diversi problemi fisici che l’hanno afflitto durante tutto l’anno e un po’ per alcune incomprensioni all’interno dei Boston Celtics (soprattutto con Rondo). Quello che appare certo è che Ray Allen sia comunque un giocatore in evidente calo fisico e atletico. Ed allora perché inserirlo in una Top 10 dei migliori acquisti dell’estate? Innanzitutto perché Miami sembra la squadra perfetta per lui (e viceversa lui sembra il giocatore perfetto per gli Heat): in Florida non sarà necessario che resti in campo per tantissimi minuti (ricordiamo che anche la scorsa stagione ai Celtcis ha giocato 34 minuti di media); inoltre, considerando lo spazio che le penetrazioni di Wade e James creano sempre sul perimetro, il suo tiro dalla lunga distanza sarà a dir poco fondamentale. Oltretutto, come ha ammesso anche lo stesso Ray, le motivazioni a questo 37enne non mancano e se ha scelto gli Heat per proseguire (e forse concludere) la propria carriera è solamente per un motivo: raddoppiare il numero di anelli alla sua mano.

Luis Scola

6) Luis Scola firma per i Phoenix Suns
E’ stata un’estate all’insegna della ricostruzione per i Phoenix Suns. Dopo aver perso Steve Nash e aver riportato il “delfino” Goran Dragic in Arizona, i Suns hanno centrato abbastanza silenziosamente un colpo  importante come Luis Scola. Il lungo argentino ex-Houston è stato infatti “vittima” della clausola dell’amnistia, ideata nel 2005 e modificata l’anno scorso con la ratifica del nuovo contratto collettivo. La clausola prevede che una franchigia possa liberarsi del salario di un giocatore, che per qualche motivo non fa più parte del progetto della squadra, pagandogli tutti i soldi garantiti previsti dal suo contratto, che però non vanno più ad incidere su salary cap e luxury tax. Il giocatore poi viene offerto in una sorta di asta e tutte le squadre a cui rimane spazio salariale possono partecipare facendo un’offerta, che non deve superare lo spazio salariale rimanente. Scola ha ricevuto offerte da Dallas e Phoenix, che con 3.3 milioni l’anno per 3 anni, si è  aggiudicata i servizi dell’esperto lungo in grado di colpire fronte come spalle a canestro, che viaggia a 14.5 punti e 7.7 rimbalzi di media in carriera. Luis Scola ha ben figurato alle Olimpiadi di Londra 2012, dove ha raggiunto le semifinali con la nazionale argentina. La sua esperienza sarà fondamentale per i Suns e ritrovare Dragic come play titolare lo aiuterà a inserirsi al più presto nel gioco della squadra.

Appuntamento a domani per la seconda parte.


Federico Bobbio ed Eugenio Simoni