Derek Fisher, ex allenatore dei New York Knicks

Derek Fisher, ex allenatore dei New York Knicks (getty images)

Come ogni due settimane torniamo a parlare di Atlantic Division e a pochi giorni dall’All Star game la carne al fuoco non manca di certo. Toronto è sempre in testa, ma alle sue spalle l’ascesa di Boston è vertiginosa, come la contemporanea crisi di New York che, improvvisamente, non sa più vincere. Continuano le grosse difficoltà per Brooklyn e Philadelphia, ma vediamo tutto nel dettaglio.

Toronto Raptors: I “Raps” si avvicinano al primo All Star game della storia a casa loro (quindi fuori dagli Stati Uniti) con un filotto di vittorie impressionanti, come tutto il loro 2016 del resto. Nelle ultime 10 partite hanno vinto in 9 occasioni. L’unica sconfitta, sul campo dei Denver Nuggets, ha chiuso a 11 la striscia di “W” consecutive, ma dopo quella partita sono arrivate altre due vittorie in trasferta. Il ciclo di trasferte, l’unico tallone d’Achille dei canadesi in questa stagione, si chiuderà con gli impegni a Detroit, Minnesota e soprattutto Chicago. Partite importanti per continuare a misurare il polso di una squadra che sembra aver conquistato quella consapevolezza che spesso nelle ultime stagioni era mancata. Quinti per punti concessi agli avversari e per differenziale, i “Raptors” hanno anche il sesto attacco per efficienza offensiva. Merito soprattutto della coppia Lowry/DeRozan, ormai stabilmente considerata tra le migliori tre coppie di esterni della Lega.

Boston Celtics: Con una striscia aperta di 4 “W” consecutive e 9 partite vinte nelle ultime 10, i Boston Celtics sono la squadra più calda della Division e il loro record, 31-22 al momento vale un terzo posto ad est. Importante, poi, il segnale mandato venerdì 5, con la vittoria di un punto in casa dei Cleveland Cavs. A decidere il match è stata la tripla di Avery Bradley giocatore in crescita nelle ultime settimane. Difensore straordinario, Bradley è anche un terminale offensivo importante, soprattutto per la sua abilità nel tiro da tre punti. Per un giocatore che sale, però, eccone uno in discesa: parliamo di Jae Crowder. L’ex Dallas, quest’anno, in diverse occasioni, è scollinato sopra quota 20 punti di media, ma nelle ultime settimane sta vivendo un periodo molto difficile da un punto di vista realizzativo, soprattutto al tiro da 3, dove nelle ultime 4 partite ha viaggiato con il 19.3%.

New York Knicks: Un inizio di stagione più che promettente, soprattutto con la sorpresa Porzingis a stupire e un record a lungo sopra il 50% di vittorie e i Playoffs che, da sogno di inizio estivo, sembravano un obiettivo concreto, anche nel competitivo est di questa stagione. La musica però, in casa New York Knicks è cambiata nel corso della stagione e adesso i Playoffs, con un record di 23-31 e un disastroso 9-17 in trasferta, sono solo un miraggio. Nell’ultimo periodo, poi, le cose sono ulteriormente precipitate come dimostra la sola vittoria nelle ultime 10 partite e la striscia di 5 sconfitte consecutive ancora aperta. Per tutti questi motivi, oggi la società ha deciso di esonerare Derek Fisher e affidare, almeno per il momento a Kurt Rambis, promosso allenatore capo. Difficile ipotizzare i piani a lungo termine della franchigia, ma si parla di Brian Shaw come prossimo allenatore del club.

Brooklyn Nets: Con un record di 16-4 nelle ultime 20 partite, i Brooklyn Nets hanno definitivamente archiviato la loro stagione e starebbero lavorando al proprio futuro, in particolare sul mercato. In queste ore infatti si è parlato molto di un interessamento nei confronti di Brandon Jennigs, giocatore che sembra sempre più lontano da Detroit vista l’esplosione definitiva di Reggie Jackson. Jennigs potrebbe portare un po’ di atletismo e “elettricità” in un back-court da grande talento, ma fin troppo compasso e rappresenterebbe il futuro vista la partenza, certa di Joe Johnson, a fine stagione. L’affare, però, non sembra destinato a concludersi a breve, soprattutto per la volontà del club bianconero di non privarsi di un asset importante come Thaddeus Young, una delle poche note positive della stagione in coppia con Brook Lopez. Intano la squadra, in attesa di uno scossone, continua a perdere partite e la sconfitta nella notte contro Philadelphia è solo l’ultima di una serie destinata ad aumentare ancora.

Philadelphia 76ers: La vittoria contro i Nets nell’ultima partita giocata, per i Sixes ha un sapore speciale. Non solo perchè l’ottava “W” in stagione e la seconda contro una squadra della Eastern Conference, ma anche e soprattutto perchè è la prima partita vinta, all’undicesimo tentativo, contro una squadra della Atlantic Division. Intanto, queste ultime settimane ci offrono la crescita, almeno a livello di numeri offensivi, di giocatori giovani come Nick Stauskas e Hollis Thompson. Il primo, nelle ultime 5 partite, viaggia a 10 punti di media nonostante la pessima prestazione contro Brooklyn, chiusa con 4 punti e 0/4 da 3, il secondo invece nelle ultime 10 viaggia a 10 punti di media con il 44.6% dal campo. Miglioramenti piccoli, ma importanti per la peggior squadra (e non di poco) della Lega per efficienza offensiva, la terzultima per percentuale reale dal campo e penultima per tiri liberi realizzati. L’attacco, se non si fosse ancora capito, è il problema con la “P” per i Sixers ed è destinato a rimanere tale almeno fino alla prossima stagione, salvo clamorose (e inaspettate) trade.


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