Isaiah Thomas, leader dei Boston Celtics NBA

Isaiah Thomas, leader dei Boston Celtics (getty images)

La stagione regolare NBA si avvia alla sua conclusione, ma i nostri report continuano e oggi torniamo a parlare di Atlantic Division dove, ormai da tempo, nulla è cambiato: Toronto guida, indisturbata, Boston veleggia verso i Playoffs, le altre pensano già alla prossima stagione. Vediamo tutto nel dettaglio:

Toronto Raptors: Dopo aver vinto 6 delle ultime 7 partite, i Toronto Raptors, ieri sera, hanno perso contro gli Houston Rockets, al termine di una partita combattutissima nonostante i 40 punti di un James Harden in versione MVP. Nulla di grave, soprattutto perchè i canadesi sono primissimi nella Atlantic Division e secondi nella Eastern Conference. Eppure la partita verrà ricordata perchè Houston ha fermato una striscia di 12 “W” consecutive interna dei canadesi. Intanto, nel match precedente contro Portland, DeMarr De Rozan ha raggiunto Stephen Curry e James Harden in un club esclusivo diventando il terzo giocatore del draft 2009 a raggiungere 9000 punti in carriera. Quinti per punti su 100 possessi e quarti per percentuale reale dal campo, i Raptors veleggiano verso i Playoffs con serenità, le loro vere ambizioni verranno testate da metà aprile in poi.

Boston Celtics: Al massimo in carriera per punti, rimbalzi e assist, Isaiah Thomas sta giocando certamente una grandissima stagione. Da grande realizzatore a leader di una squadra giovane e frizzante, il passo non era breve, anzi. Quello che l’ex Sacramento Kings sta facendo è davvero notevole, ma dall’All Star Game in poi, IT si è davvero superato. Thomas infatti viaggia a 23.4 punti, 2.3 rimbalzi e 6.8 assist di media, il tutto con un solido 45.1% dal campo (35.8% da 3). Numeri questi che aiutano a comprendere l’ottimo momento dei Celtics che prima di perdere contro i Cleveland Cavs erano reduci da una striscia di 6 “W” consecutive. Attenzione anche a Avery Bradley però, che ha chiuso il suo febbraio a 16.7 punti di media, senza dimenticare il ritorno dall’infortunio di Kelly Olynyk, giocatore che darà una mano nella rotazione dei lunghi, soprattutto dopo l’addio di David Lee, accasatosi ai Dallas Mavs.

New York Knicks: Complice anche un calendario non semplicissimo, i New York Knicks recentemente hanno vinto ben poche partite, prima di riprendersi con una sorprendente sui Detroit Pistons. Terzultimi per efficienza offensiva, i Knicks sono anche una della squadre che gioca ai ritmi più lenti della Lega (95.9 possessi a partita), ma sono tra le squadre che concedono più punti su 100 possessi agli avversari. Senza contare il dato sui canestri arrivati da assist, dove New York è solo 24esima. Difficile che qualcuno di questi numeri possa cambiare nel breve periodo, ma New York proverà a darsi un tono, anche in vista della prossima stagione visto che si parla di un biennale, firmando Tony Wroten che in queste ore si accinge a diventare un giocatore blu arancio. Wroten porta sicuramente energia e talento in un reparto esterni non proprio eccellente, ma anche anarchia tattica, una delle ultime cose che servono a questa squadra, ma sperimentare qualcosa in questo finale di stagione può essere una buona idea.

Brooklyn Nets: Salutato per sempre Joe Johnson, i Nets hanno deciso di risparmiare qualcosa in vista dell’inevitabile rivoluzione estiva. Una scelta che, sportivamente parlando, non ha cambiato i destini di questa stagione (come del resto era facile prevedere) eppure recentemente è arrivata qualche vittoria in più del previsto. Nelle ultime 10 partite infatti Brooklyn ha vinto in 4 occasioni e nelle ultime 6 partite viaggia a un onesto 3-3. Il problema principale resta il pessimo rendimento lontano da casa e una difesa fin troppo porosa che concede oltre 107 punti su 100 possessi agli avversari. Battere gli esterni sul perimetro è fin troppo facile per gli avversari e in mezzo all’area Lopez e Young, per quanto siano determinanti in attacco ed efficaci a rimbalzo, non sono assolutamente all’altezza dei migliori lunghi NBA quando si parla di difesa. Nota positiva di questo periodo, la crescita di Bojan Bogdanovic che, con qualche minuto in più a disposizione, ha mostrato ancora una volta di essere un terminale offensivo affidabile, dopo un gennaio difficile il ragazzo a febbraio ha rialzato la testa e in questi primi giorni di marzo viaggia a 14.3 di media con il 48.6% dal campo.

Philadelphia 76ers: La stagione è sempre più vicina alla conclusione e Philadelphia ha sempre meno tempo per vincere ancora qualche partita e uscire dal lotto delle peggiori squadre di sempre. “Impresa” non facile vista la piega presa dalla stagione dei Sixers, che dopo aver raccolto qualche successo (anche insperato) hanno iniziato nuovamente a perdere partite su partite. Nel momento in cui scriviamo Noel e compagni cavalcano una striscia aperta di 12 sconfitte consecutive e devono fare anche i conti con un leggero infortunio patito da Jahlil Okafor. Fermo da quattro partite, il rookie probabilmente resterà fuori ancora una settimana. Considerando che stiamo parlando del miglior giocatore della squadra, c’è poco da sorridere. Intanto registriamo un dato inquietante: nelle ultime 12 partite solo una volta, contro i Clippers, Phila ha concesso meno di 100 punti agli avversari e in 8 di queste gli avversari hanno segnato almeno 111 punti. Con una difesa del genere è impossibile pensare a un riscatto.


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